Il periodo dal 695 al 717 viene chiamato "anarchia militare" o "anarchia dei vent'anni" ed è caratterizzato dalla rapida successione di diversi imperatori al trono in un clima di grande instabilità politica.
In questo articolo andiamo ad analizzare gli anni finali, ovvero quelli dal 711 al 717
Gli anni 711-717 sono contraddistinti da una turbolenta lotta di potere, che coinvolse ben quattro imperatori, che si susseguirono frettolosamente sul trono di Bisanzio:
Filippico Bardane, un generale di provincia a guida dell’Impero:
Le fonti letterarie riportano il nome di Filippico Bardane solo quando nel 711 fu proclamato imperatore dai Bizantini di Crimea, avversi all’Augusto Giustiniano II, che prontamente intervenne a reprimere la rivolta. Lo storico Teofane Confessore racconta (1) che, però, la flotta, inviata contro Filippico, si schierò, invece, dalla sua parte, garantendogli un agevole ingresso a Costantinopoli, dove il generale, probabilmente di origini armene, fu accolto favorevolmente dalla popolazione
della capitale, oramai stanca della tirannia di Giustiniano II, che, infine, fu abbandonato anche dall’esercito imperiale. Filippico, dunque, ordinò la morte dell’imperatore ottenne il titolo di βασιλεύς (basileus), spegnendo la dinastia eracliana.
Fin da subito, Filippico scelse di affermare il monotelismo, la dottrina cristologica «elaborata per superare le dispute attorno al modo di operare delle due nature in Cristo; storicamente nato come affermazione di monoenergismo, intendeva non sostenere una sola volontà in Cristo, ma affermare il primato di quella divina su quella umana.» (2)
Di conseguenza, quindi, l’imperatore ripudiò il sesto concilio ecumenico di Costantinopoli, che nel 680 aveva dichiarato eretica questa dottrina, e
rimosse dal palazzo imperiale un dipinto e un’iscrizione che celebravano questo evento. Lo storico Ostrogorsky legge questa politica religiosa come un’anteprima dell’iconoclasmo, provocando una disputa «che invero non colpiva ancora il culto delle immagini come tale, ma che comunque si serviva del carattere simbolico dell’immagine come strumento della controversia». (3)
Nel frattempo, gli Arabi imperversarono ancora lungo i confini orientali dell’Impero e
conquistarono i territori bizantini fino alla catena del Tauro, in Anatolia. Allo stesso modo i Bulgari invasero la Tracia e raggiunsero le mura di Costantinopoli, devastando ogni sobborgo lungo l’avanzata.
Nel 713, Giorgio Burafo, il governatore del tema Opsiciano (4), ordì una congiura che portò all’arresto dell’imperatore Filippico, che, infine, fu accecato. Tuttavia, il giorno dopo anche Giorgio fu accecato e successivamente il πρωτοασηκρῆτις (protasecreta) (5) Artemio ottenne la porpora imperiale, scegliendo il nome di Anastasio II.
(1) Teofane Confessore, Cronaca, AM 6203
(2) Enciclopedia online Treccani, monotelismo in Vocabolario - Treccani
(3) Georg Ostrogorsky, “Storia dell’impero bizantino”, p. 141
(4) Per tema si intende una provincia dell’Impero bizantino, creata durante gli anni dell’imperatore Costante II
(5) Il segretario imperiale, alta carica di corte
Anastasio II, un civile sul trono di Bisanzio:
Originariamente Artemio, Anastasio II, che in precedenza ricoprì il ruolo di πρωτοασηκρῆτις e nel 713 fu proclamato imperatore, dopo che ebbe punito il governatore del tema Opsiciano, autore della congiura che aveva spodestato il βασιλεύς Filippico Bardane. Anastasio sconfessò, innanzitutto, il monotelismo e riconsiderò
eretica questa dottrina, proprio come enunciato dal sesto concilio ecumenico. Gli Arabi intanto proseguirono la propria avanzata oltre il confine bizantino e, in vista di un imminente assedio di Costantinopoli, Anastasio rafforzò la difesa della capitale, fortificando le mura marittime e allestendo un cospicuo rifornimento.
Nel 715 il βασιλεύς inviò una flotta militare a Rodi, affinché potesse intercettare la rotta degli Arabi, che erano diretti in Fenicia. La spedizione, però, fallì, quando alcuni soldati del tema Opsiciano si ribellarono agli ordini imperiali e piuttosto nominarono imperatore Teodosio, un comune esattore delle tasse. Il drappello di insorti, poi, si diresse a Costantinopoli e innescò una guerra civile, che durò ben sei mesi. Secondo le parole dello storico Teofane Confessore (6) , infine, sul
finire dell’anno, Anastasio fu costretto a rinunciare alla porpora imperiale e a relegarsi in un monastero. Teodosio, «un uomo buono, tranquillo e ingenuo» (7) , fu, dunque, elevato al titolo di Augusto.
(6) Teofane Confessore, Cronaca, AM 6207, 386
(7) Teofane Confessore, Cronaca, AM 6207, 385
Teodosio III, un imperatore inetto:
Teodosio era nativo di Adramitto, totalmente estraneo alla politica e sconosciuto, lavorava come locale esattore delle tasse, ruolo solitamente odiato dai soldati. I motivi della sua nomina a come imperatore sono sconosciuti, ma è lecito pensare che fosse considerato un facile burattino da manovrare in opposizione ad Anastasio II.
Teodosio fu di fatto obbligato ad accettare la carica imperiale, perchè all'inizio la rifiutò, poi tentò la fuga in un bosco e infine, catturato, dovette accettare sotto minaccia di morte.
Una volta giunto a Costantinopoli e intronizzato come Teodosio III l'imperatore non fece molto; si occupò di questioni religiose e negoziò una pace sfavorevole con i Bulgari. In genere viene mostrato come un imperatore inetto o comunque disinteressato alla faccende politiche. La sua nomina non fu riconosciuta dal governatore del tema
Anatolico, Leone, e neanche da quello del tema Armeniaco, Artavasde, che, dunque, si allearono così da poterlo spodestare. Già dopo soltanto un anno, dunque, Leone si
proclamò imperatore e avanzò verso la capitale dell’Impero; catturò il figlio di Teodosio a
Nicomedia e infine raggiunse Crisopoli. Furono intavolate delle pacifiche trattative, forse con il patriarca Germano come mediatore, che permisero a Leone di entrare in città e ottenere la porpora imperiale, mentre Teodosio scelse di allontanarsi insieme a suoi figlio e abbracciare i voti.
Dopo la perdita del potere, Teodosio divenne probabilmente vescovo di Efeso e godette di una vita ritirata. Morì tempo dopo e fu sepolto nella chiesa di San Filippo.
Conclusione:
L’ascesa di Leone conclude anni confusi e rocamboleschi, in cui si alternarono ben tre imperatori. Risultò, però, ponderante il ruolo del tema Opsiciano, che nel 713 depose Filippico Bardane e garantì la presa di potere di Teodosio III nel 715. I soldati ricoprirono ancora un ruolo fondamentale nella nomina del βασιλεύς, che, dunque, avrebbe rafforzato la propria posizione solo grazie al loro supporto. Leone III, infine, pose le radici di una dinastia, quella isaurica, che è ancora ricordata sulle pagine di storia per la politica iconoclasta che divise l’Impero bizantino fino al 787, quando, infine, l’imperatrice Irene legittimò la venerazione delle immagini.
Bibliografia:
Fonti antiche:
Teofane Confessore, Cronaca
Studiosi:
G. OSTROGORSKY, Storia dell’impero bizantino, trad. it. di P. Leone, Torino 1968
Articolo di Riccardo Troiano e Emanuele Rizzardi
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