Il greco parlato nel Medioevo viene comunemente definito "greco bizantino" o greco intermedio o "medievale" ed è la diretta continuazione della sua variante classica, all'incirca dal 500-600 fino alla caduta dell'impero nel 1453. Questo non fu l'unica evoluzione del greco durante il Medioevo, ma divenne quella più diffusa e che "si impose", come standard. Altre varianti ancora esistenti sono per esempio il Grecanico di Calabria e il Griko di Puglia.
Il greco bizantino non venne mai chiamato in questo modo dai contemporanei, che preferivano la parola "Ῥωμαϊκή", "Romaico", "la lingua dei Romani".
Alcuni esempi celeberrimi di questa lingua sono l'Alessiade di Anna Comnena (Ἀλεξιάς), e il Digenis Akritas (Διγενῆς Ἀκρίτας), di un autore ignoto.
Ma da dove nasce questa lingua romaica e come si sviluppa?
Torniamo per un momento alla Grecia antica, dove ogni città aveva il proprio dialetto greco di appartenenza.
Diálektos indicava la lingua locale della Città-Stato (per esempio l’attico ad Atene, il laconico a Sparta, il beotico a Tebe), mentre con koiné diálektos (che noi traduciamo con ‘lingua comune’) si intendeva una varietà di ionico-attico impiegato nella Lega Navale ateniese come varietà di comunicazione interregionale e si è poi diffusa nel resto della Grecia, in Anatolia e in tutto il Levante, fino all’Egitto, durante l’Ellenismo.
Fin qui tutte le lingue erano considerate diálektoi e una di queste era ‘comune’.
Le Lega di Delo (da ora LDD) utilizza naturalmente la varietà di greco parlata ad Atene come lingua di prestigio/comunicazione interregionale, perché era semplicemente la lingua parlata dal bastione della LDD stessa. Con il periodo di splendore della Lega, questa varietà si espande come lingua prestigiosa ben oltre i confini delle città alleate, ma verso la maggior parte delle città egee e (anche) magnogreche, fino ad arrivare in Macedonia.
Quando Alessandro Magno crea il suo sconfinato impero, impone la l'Attico come lingua di corte, piuttosto che il Macedonico e questo viene fatto anche da chi prende il potere dopo di lui. Così, in qualche decennio, accanto alle lingue e ai dialetti esistenti, l'Attico compare anche in aree remotissime e si trasforma gradualmente in una versione semplificata e più accessibile chiamata koinè ("comune"), che diviene la lingua franca nel vasto impero ellenistico. La koinè era basata principalmente sul dialetto attico, anche se conteneva influenze da altri dialetti greci.
Il greco bizantino, o greco medievale, è una continuazione del greco koinè ed è quello che noi chiamiamo semplicemente "greco" per la sua naturale e costante mutazione con l'andare del tempo grazie anche al fatto che i Romani di lingua latina non ostacolano, anzi, spesso supportano, la diffusione del greco in Oriente.
Insomma, passiamo dal delo-attico, alla koinè ellenistica per giungere al greco "bizantino"; il tutto nel giro di svariati secoli, in senso stretto almeno di dieci.
Chiarito questo punto, possiamo chiederci perché si è imposto l'attico della LDD, piuttosto che un qualsiasi altro dialetto greco, di altre città prestigiose. Oltretutto, Atene perde anche la Guerra del Peloponneso contro Sparta e potremmo ben pensare che a livello linguistico ne avrebbe sofferto a vantaggio della sua rivale, invece...
La risposta più facile è che Atene aveva tante navi e tanti coloni (e per un certo periodo, anche tanto oro).
Il vantaggio della lingua della Lega non era solo di estensione geografica, ossia di avere un impero molto esteso, prevalentemente marittimo, che aveva tutto l'interesse ad avere una lingua comune da usare: comprendeva anche la maggioranza assoluta della popolazione ellenofona ed era adiacente ai territori colonizzati, dove per forza di cose veniva insediata la lingua della città-madre. Di regola, ognuno manteneva il proprio dialetto (e già per la maggioranza demografica e per l’adiacenza geografica prevale la lingua comune della LDD), ma nelle colonie ‘miste’ prevaleva quello iniziale e della maggioranza (quindi, di nuovo, per lo più la lingua comune della Lega Delio-Attica).
In Grecia continentale era molto difficile far cambiare dialetto, tant’è che lì rimangono più a lungo (a Sparta ancora nel XX. secolo!). Le uniche possibilità di espansione erano la Colonie, ma appunto dovevano essere Colonie esclusive (infatti Sparta espande il laconico a Taranto) e nessuno dei singoli dialetti cittadini poteva competere con la lingua veicolare della LDD, la quale di fatto si basa sulla circostanza che la maggior parte della Lega è ionica e che il tessalico (unica altra lingua possibile) era troppo diverso per essere accettato al posto dello ionico-attico).
La Laconia e Sparta rimangono sempre ai margini a livello linguistico per la loro posizione, per la difficoltà intrinseca di imporre il modello spartano e anche per una genuina fatica da parte di Sparta di imporsi come potenza egemone. In epoca Macedone non fornisce nemmeno soldati agli eserciti sotto comando macedone.
Tebe, con il suo beotico, si impone come potenza in modo assolutamente tardivo e alquanto fortunoso. La sua stella si eclissa molto rapidamente all'udire i tamburi da guerra dei Macedoni e non ha fisicamente il tempo per rimpiazzare il peso linguistico della LDD.
L’Epiro greco non aveva un peso rilevante, perciò le uniche altre lingue con un minimo di peso erano il corinzio, l’argivo, l’acheo, l’eleo, l’arcadico e il messenio, oltre al macedone stesso (che però erano due lingue, di cui una sospetta di non essere proprio greca - probabilmente -) e, se vogliamo, al panfilio. Chiaramente nessuno di essi poteva anche lontanamente competere con quanto costruito dall'attico.
Escludendo l'estrema periferia, rimarrebbero anche nella lista i greci di Cipro e della Pentapoli cirenaica, ma in quei luoghi la lingua locale rimane a lungo preponderante e le città cominciano solo più tardi a partecipare alla lingua comune e allora prendono quella che ormai si è imposta.
Atene aveva anche un impero, nel senso stretto di "dominio", molto più accentrato e rigido di quello creato per esempio da Sparta. Gli ateniesi possono permettersi di mandare eserciti per cambiare le istituzioni, la politica e gli affari delle città alleate che non fossero ben allineate ai loro interessi.
Oltre a questo, dobbiamo contare anche qualche fatto secondario, ma non irrilevante, che ha dato una spinta ulteriore alla lingua della LDD:
Durante il V e IV secolo a.C., Atene fu la culla di alcune delle opere più significative della letteratura, della filosofia, del teatro e dell'arte. Opere di drammaturghi come Sofocle, Euripide, e Aristofane, scritti filosofici di Socrate, Platone, e Aristotele
Le tragedie e commedie ateniesi erano apprezzate in tutto il mondo greco, e il loro linguaggio divenne un modello per gli autori successivi
il greco attico si impose come standard nella produzione di testi scritti. Poiché le opere più influenti e prestigiose erano composte in questo dialetto, esso divenne la lingua principale della produzione letteraria e scientifica.
Un articolo di Emanuele Rizzardi e Guido Borghi:
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