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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

I 7 cibi (e bevande) più assurdi dei Romani e Romano-Orientali

Aggiornamento: 2 feb

I gusti alimentari non sono sempre uguali nel tempo e nello spazio; in particolare, i nostri antenati ingurgitavano cose che per noi sono assurde e disgustose. C'è da dire che le pietanze variavano in base all'area, al ceto sociale, alle stagioni e a tanto altro, perciò quello che sto per elencare non immaginate che fosse comune per tutti.

Mi raccomando, leggete questo elenco dei 7 cibi peggiori per Romani e Romano-Orientali rigorosamente a stomaco vuoto!


7 - Pavone e fenicottero:


Un tipo di cibo che non doveva essere molto differente da altri animali da cortile simili, servito di solito arrosto o comunque cotto a fuoco. Il pavone era considerato una gran leccornia e riservato ai ricchi. Oltre alla carne, erano molto ricercate le sue uova. Anche la lingua era un piatto da leccarsi i baffi!


6 - Cervella:


In Italia si mangiano ancora oggi, anche se raramente. I Romani mangiavano comunemente il cervello di molti animali, oltre alle loro carni; uno di quelli più apprezzati era quello di agnello, servito bollito, alla piastra o arrosto, spesso impreziosito da spezie esotiche o accompagnato da uova e verdure.


5 - Vino caldo:


In Italia è piuttosto comune ancora oggi, sotto Natale. Ai tempi però veniva bevuto diluito con acqua o con aceto, talvolta con resine, miele o erbe a seconda dell'area, perfino con del formaggio grattugiato! Il vino si beveva a qualsiasi ora della giornata, era una pratica comune a tutta la popolazione e a tutte le ore, perfino a colazione! Ovviamente veniva dato anche ai bambini, agli anziani e agli ammalati ed era considerato una sorta di tonico.

Questo vino viene considerato "imbevibile" da Liutprando da Cremona nella sua visita a Costantinopoli.


4 - Ghiro:


Ho letto da qualche parte che si mangia ancora negli ambienti legati alla Mafia. Il ghiro era un pasto di una certa preziosità, servito arrosto, ripieno di formaggio/maiale, o accompagnato da uova e verdure. Il ghiro era talmente ricercato che in diverse occasioni si fecero delle leggi per limitarne la vendita e il consumo, ma non mi risulta abbiano sortito alcun effetto!


3 - Garum:


Il garum è una sorta di salsa o pastone fatto di interiora di pesce e colatura di pesce, forse simile alla nostra pasta di acciughe. Era il principale condimento non vegetale della popolazione romana, dal povero all'aristocratico, diffuso in tutto l'impero e ancora in uso a Costantinopoli attorno all'anno 1000. Ci viene tramandato in moltissime ricette e con nomi differenti, per esempio in un testo del X secolo viene chiamato "liquamen".

Il garum sparisce in Occidente nell'Alto Medioevo, ma ancora attorno al 1000 è tutto sommato conosciuto, seppur in disuso. Inutile dirlo, il sapore era mooolto intenso e i rischi che andasse a male assai elevati.


2 - Medusa:


Cibo mangiato saltuariamente nei banchetti dei ricchi, non viene menzionato molte volte. Sappiamo che veniva servito sotto forma di omelette, probabilmente cruda e fredda (oltre che molliccia e viscida). Ha senso ipotizzare che si facessero anche delle zuppe.


1 - Utero di scrofa (o simile):


Come concetto è simile al haggis scozzese... si prende l'utero di una scrofa, lo si pulisce (più o meno) e si riempie di carne, verdure, uova e quello che capita, si richiude tutto e si fa un succoso e croccante fagotto per tutti i gusti. Una variante meno macabra si può preparare usando l'intestino. Non era un piatto comune e per quanto ne so non esistono più menzioni già in epoca del Principato.


Menzione d'onore anche per alcune prelibatezze più rare o insolite, spesso regionali oppure che sono sparita dalle fonti con il tempo: polpette di delfino, mammelle di scrofa in brodo, pappagallo arrosto,



Un articolo di Emanuele Rizzardi


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ENGLISH VERSION:


The 7 most absurd foods of the Romans and Eastern Romans


Food tastes are not always the same across time and space; in particular, our ancestors ingested things that are absurd and disgusting to us. It must be said that foods varied according to area, social class, seasons, and more, so what I am about to list, don't imagine that it was common for everyone.

Be sure to read this list of the 7 worst foods for Romans and Roman-Orientals strictly on an empty stomach!


7 - Peacock:


A type of food that must not have been very different from other similar poultry animals, usually served roasted or otherwise fire-cooked. The peacock was considered a great delicacy and reserved for the rich. In addition to the meat, its eggs were highly sought after. The tongue was also a mouthwatering dish!


6 - Brains:


In Italy they are still eaten today, though rarely. The Romans commonly ate the brains of many animals, in addition to their meat; one of the most prized was that of lamb, served boiled, grilled or roasted, often embellished with exotic spices or accompanied by eggs and vegetables.


5 - Hot wine:


In Italy it is still quite common today, under Christmas. Back in the day, however, it was drunk diluted with water or vinegar, sometimes with resins, honey or herbs depending on the area, even with grated cheese! Wine was drunk at any time of the day, it was a common practice for the whole population and at all hours, even at breakfast! Of course, it was also given to children, the elderly and the sick and was considered a kind of tonic.

This wine is considered "undrinkable" by Liutprand of Cremona on his visit to Constantinople.


4 - Dormouse:


I read somewhere that it is still eaten in Mafia-related circles. Dormouse was a meal of some preciousness, served roasted, stuffed with cheese/pork, or accompanied by eggs and vegetables. Dormouse was so sought after that on several occasions laws were made to restrict its sale and consumption, but I am not aware of any effect!


3 - Garum:


Garum is a kind of sauce or mash made of fish entrails and fish drippings, perhaps similar to our anchovy paste. It was the main non-vegetable condiment of the Roman population, from the poor to the aristocratic, spread throughout the empire and still in use in Constantinople around the year 1000. It is handed down to us in many recipes and under different names, for example in a 10th-century text it is called "liquamen."

Garum disappears in the West in the early Middle Ages, but still around 1000 it is all in all known, albeit in disuse. Needless to say, the flavor was very intense and the risks of it going bad very high.


2 - Jellyfish:


A food occasionally eaten at banquets of the rich, it is not mentioned many times. We know that it was served in the form of an omelet, probably raw and cold (as well as mushy and slimy). It makes sense to speculate that soups were also made.


1 - Sow's womb (or similar):


As a concept this is similar to Scottish haggis...you take a sow's uterus, clean it (more or less) and fill it with meat, vegetables, eggs, and whatever happens to be there, seal it all up, and make a juicy, crispy bundle for everyone to enjoy. A less gruesome variation can be prepared using intestines. This was not a common dish and as far as I know there are no more mentions as far back as the Principatus era.


An article by Emanuele Rizzardi


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