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La misteriosa origine dei Frigi

I Frigi, dal greco "Φρύγες", Phruges o Phryges erano un antico popolo di lingua indoeuropea che nell'antichità abitava l'Anatolia centro-occidentale (l'odierna Turchia).

Come per altri popoli non solo antichi, le controversie sui Frigi sono gravi e numerose, dalla loro asserita migrazione all’interpretazione dei documenti nella loro lingua e alla diacronia pre e protostorica di questa.


Erodoto (VII 73) riteneva che i Frigi dell’Asia Minore discendessero dai "Brigi" della Macedonia; passando il mare, insieme con la sede avrebbero cambiato anche il nome (oggi non si direbbe che i due etnici derivano l’uno dall’altro, bensí che le consonanti iniziali PH e B rappresentano due diversi esiti di un’antica sonora aspirata, BH).

Con lui concordano Strabone (VII, 3,2, 295 e fr. 25; cfr. Eust., 1395, 54-55, in Od., I 101) e Conone (26 J. fr. 1,1), che mescola mito e storia.



Mappa con estensione linguistica dei Brigi e dei Frigi in epoca pre-alessandrina


Secondo Xanto di Sardi i Frigi vennero dall’Europa dopo la guerra di Troia (765 J. fr. 14): si deve intendere, senza dubbio, poco dopo.

Secondo Omero, invece, essi erano presenti in Anatolia già al tempo della guerra (Il., II 862- 863; XVI 719, ecc.), anzi ancor prima (III 184-190).

Strabone (XIV 5, 29, 680-681) rim-provera Xanto perché ha osato contraddire Omero, e Apollodoro di Atene (244 J. fr. 170) perché ha cercato di conciliare le due versioni invece di seguire incondizionatamente il poeta.

Oggi nessuno prenderebbe alla lettera la testimonianza dell’Iliade: se ne può indurre soltanto che nell’epoca in cui il poema raggiunse la sua forma definitiva l’arrivo dei Frigi appariva ormai molto antico, tanto da suggerire che essi potessero essere stati alleati di Priamo.

I dati archeologici confermano la cronologia di Xanto: secondo l’interpretazione piú diffusa la nuova cultura che si diffuse nell’Anatolia occidentale dopo la caduta dell’impero ittita fu portata dai Frigi.


Se dovessimo pensare che i Brigi abbandonarono in massa le loro sedi balcaniche durante le grandi migrazioni, per trasferirsi in Anatolia, l’ipotesi che il ricordo della loro presenza fosse sopravvissuto in Macedonia fino al tempo di Erodoto, e oltre, apparirebbe poco credibile. Ma, in primo luogo, è probabile che il passaggio sia avvenuto in piú ondate e in epoche diverse.

Al movimento parteciparono almeno due gruppi di Frigi, che parlavano due diversi dialetti. Inoltre, secondo Strabone, non tutti i Brigi ma solo alcuni di essi erano passati in Asia. Questa notizia, di per sé verosimile, è confermata da numerosi dati che riguardano altri etnici.


È lecito utilizzarli perché, come osserva ancora il geografo, i "Brygoi" sono attestati in Macedonia da Erodoto (VI 45, 1-2; VII 185,2) al tempo delle guerre persiane, e da Strabone (VII 7,9, 327), che attinge probabilmente ad Eforo, quindi rispecchia la situazione del IV secolo AC; Stefano di Bisanzio (s.v. Moûm) definisce li definisce di “ethnos macedonico vicino agl’Illiri”; l’Etymologicum Magnum (s.v. }toncõrf, p. 176, 16-19) considera Moûbdp la forma dialettale macedonica.


Numerose sono le testimonianze riferite al versante adriatico: Eugammone di Cirene (VI sec. a.C.), nella Telegonia, menziona "Brygoi" in Epiro, confinanti coi Tesproti (p. 109, 15-16 Allen); altri Brygoi abitavano l’Illiria meridionale intorno a Epidamno e Apollonia (ps. Scymn., 434, 437; Strab., VII 7, 8, 326, ambedue da Eforo).

Appiano invece chiama Briges gli antichi abitatori di Epidamno e li ritiene discendenti dei Frigi (BC, II 39, 156). I Brigoi di cui parla Apollonio Rodio (IV 470) si sarebbero spinti fino alla Liburnia; vivevano infatti sulla costa di fronte alle isole Brigeidi (330), che il poeta identifica con le Absirtidi (480-481; 514-515); e queste ultime erano collocate dai geografi antichi nel golfo Flanatico (Quarnero).

È dunque chiaro che nuclei piú o meno consistenti di popolazione frigia sono rimasti nella penisola balcanica, e non si sono mescolati coi loro vicini, almeno fino al V/VI secolo.

Quelli che si erano spinti a ovest e a nord-ovest si isolarono forse dagli altri; ma quelli che occupavano territori della Macedonia settentrionale e della Tracia devono aver conservato rapporti con la Frigia Ellespontica, e, tramite questa, con la Frigia Maggiore.

Xanto, in apparenza, si discosta da Erodoto, piuttosto che negare una provenienza dalla Macedonia, assegna ai progenitori balcanici dei Frigi un territorio molto ampio, che comprende anche la Macedonia.

Nella prima battaglia di Filippi parteciparono, nelle file dei repubblicani, reparti di schiavi, che si batterono valorosamente, tanto da venir menzionati nell’elenco dei caduti (Plut., Brut., 45.,1; App., BC, IV 112, 471); secondo Plutarco. Ma non è certo che venissero dall’Anatolia, perché fra il 43 e il 42 a.C. i repubblicani avevano arruolato truppe tanto in Macedonia quanto nella provincia d’Asia.

Anche la linguistica può aiutarci: la lingua frigia è un membro della famiglia linguistica indoeuropea, con una propria scrittura e la sua esatta posizione al suo interno è stata dibattuta a causa della scarsità prove. Tuttavia da ciò che è disponibile, è evidente che il frigio condivide caratteristiche importanti con il greco e l'armeno. è stato addirittura ipotizzato di creare un gruppo linguistico greco-frigio piuttosto che solo frigio e questo darebbe valore alla tesi balcanica. Tuttavia, a volte gli autori greci antichi usa "frigio" come termine generico, rendendo difficile mettere un punto alla questione.


Il mistero sulla migrazione dei Frigi rimane ancora aperto.


Un articolo di Guido Borghi Emanuele Rizzardi


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