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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Evangelizzazione e cristianizzazione dei popoli Slavi

Evangelizzazione e cristianizzazione dei popoli Slavi, un articolo di Chiara Fiaschetti: La storiografia, soprattutto quella occidentale, fissa il battesimo della Rus’ di Kiev e, in generale, dei popoli slavi all’anno 988, anno che corrisponde alla conversione di Vladimir I di Kiev. Tuttavia, l’evangelizzazione e la successiva cristianizzazione del mondo slavo non può essere circoscritta al solo X secolo poiché l’elemento slavo entra a contatto con il mondo cristiano circostante fin dai primi secoli dell’Alto Medioevo. Prime testimonianze Gli Slavi entrano nella storia a partire dal VI secolo pur rimanendo, però, in uno spazio marginale rispetto ad altri popoli che, sempre in quegli anni, si affacciavano sull’Occidente. Il primo a parlarci dei nuovi arrivati è lo storico bizantino Giordane che nei suoi Getica narra del fenomeno delle cosiddette “invasioni barbariche”. Tra quelle popolazioni che portano a compimento il processo di disgregazione dell’Impero figurano anche gli Slavi che – scrive Giordane – si stanziano in immense pianure. Già nel VI secolo Giordane attua quella suddivisione degli Slavi che oggi conosciamo: i Venedi occidentali che occupano l’odierna Polonia; gli Sclavini che arrivano e si stanziano nella fascia danubiana; gli Anti che si stanziano tra il Dnestr e il Dnepr, fiume che attraversa l’attuale Ucraina. Oltre a questa prima testimonianza, le notizie riguardanti i popoli slavi sono assai poche e frammentate e sono quasi assenti i riferimenti da parte degli autori classici latini. Testimonianze importanti, però, arrivano da Oriente. Da Bisanzio ci arrivano, per esempio, le omelie del patriarca Fozio tutte databili dall’858 all’867 e che si collocano negli anni in cui il mondo slavo orientale entra per la prima volta a contatto con il mondo cristiano dell’Impero. Prime conversioni Quando Slavi e Variaghi arrivano ad assediare Costantinopoli nell’860 tutto l’Impero sperimenta un terribile spavento e non tanto per l’aspetto militare – i Rus’ arrivano con una piccola flotta – ma per l’origine sconosciuta di quei barbari, senza legge né fede. A questo evento risale un primo tentativo di conversione da parte dell’Impero nei confronti degli Slavi e lo apprendiamo dalla cronaca più importante della Rus’ di Kiev: La Cronaca degli Anni Passati. Tutti, nella capitale imperiale, portarono in processione il sacro mantello della Vergine, una delle reliquie più importanti della cristianità orientale. Il mantello, bagnato nel mare, avrebbe così provocato una terribile tempesta nella quale i Russi vennero travolti. L’autore nella Cronaca scrive che Fozio innalzò preghiere tutta la notte provocando la ritirata dei pagani. A questo scontro seguì un incontro, non solo politico, ma soprattutto culturale e religioso. È proprio alla seconda metà del IX secolo che comincia, infatti, una prima evangelizzazione. Ancor più significativi per quanto riguarda la conversione degli Slavi orientali della Rus’ di Kiev sono i trattati russo-bizantini. Si tratta di accordi economici e commerciali risalenti tutti ai primi anni del X secolo. Emblematico è l’accordo 944 – che conferma il giuramento del 911 – riportato all’interno della Cronaca russa in cui si apprende che alcuni Russi sono già battezzati. La propagazione del cristianesimo continua negli anni successivi soprattutto con Olga di Kiev, madre del pagano Svjatoslav. Olga, nel 957, soggiornerà alla corte di Costantinopoli divenendo in seguito la prima sovrana cristiana della Rus’ di Kiev ed è proprio con Olga che il cristianesimo nella Rus’ inizia a diffondersi negli strati più alti della popolazione. Jaroslav Il Saggio La diffusione del nuovo culto continua sotto gli anni del regno di Vladimir I di Kiev, colui che secondo gli storici attua il battesimo della Rus’ e dei popoli slavi. Tuttavia, una parte del mondo slavo era entrato già da molti secoli a contatto con l’elemento cristiano e non solo di Bisanzio, ma dell’Occidente latino. Gli Slavi si trovavano stanziati già nel VI e VII secolo vicini al confine con la penisola italiana e per molti anni avevano avuto contatti con la politica ecclesiastica dei vescovi e papi di Roma; contatti che si intensificano successivamente nel corso del IX secolo con la nuova dinastia dei Carolingi che dà vita a una politica espansionistica verso Est con l’appoggio del Papato a discapito di quegli Slavi pagani sottoposti a una difficile romanizzazione e germanizzazione. La conversione di Vladimir nel 988 non è altro che una delle tappe per una successiva – e tarda – completa cristianizzazione. La scelta di Vladimir I è stata puramente una scelta politica e funzionale e il cristianesimo nel X secolo è assai circoscritto e limitato. Lo si evince dall’assenza – come si nota dalla lettura della Cronaca degli Anni Passati – di rivolte e sollevazioni religiose. Un malcontento generale inizia, infatti, a diffondersi alla prima metà dell’XI secolo con la Rus’ di Jaroslav il Saggio, figlio di Vladimir. Jaroslav, principe erudito, attua nella Rus’ una vera e propria propaganda cristiana con la costruzione di moltissime chiese e monasteri e con la presenza, nel regno, di maestri serbi e bizantini che danno vita all’ampia pratica di traduzioni dal greco allo slavo: per la prima volta il popolo slavo-russo può interfacciarsi, direttamente, con il nuovo culto mediante la lettura di questi testi liturgici. Tuttavia, altri sono restii ad accogliere la nuova fede. L’autore nella Cronaca ci narra di sollevazioni e rivolte in chiave religiosa causate dalla riviviscenza degli antichi culti pagani. Le sollevazioni popolari prendono vita persino nella stessa Kiev; è proprio questo malcontento generale a confermare che una Rus’ cristiana nasce con Jaroslav che è stato in grado di determinare non la scomparsa del paganesimo, ma interessanti forme di sincretismo e la coesistenza tra le due fedi: pagana e cristiana. Non è possibile individuare una data o un luogo in cui avviene un battesimo degli Slavi e della Rus’ di Kiev, Slavi pagani sono infatti attestati ancora negli ultimi anni del XII secolo da un’altra importante fonte: La Chronica Slavorum di Helmold di Bosau.



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