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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Tre stereotipi duri a morire sull'impero d'Occidente

I luoghi comuni antistorici sono duri a morire, specialmente in Italia. Non aiuta di certo il sistema scolastico, vetusto e basato ancora su schemi della prima metà del'900, specialmente in ambito storico, il cui insegnamento viene spesso ridotto a poche e sommarie nozioni.


In questo post andiamo ad analizzare 3 stereotipi "da bar" che sicuramente avrete sentito almeno una volta:


-1) L'impero d'Occidente fu abbandonato dall'Oriente


L'idea che la parte occidentale dell'impero sia stata abbandonata alla mercè dei barbari è tanto radicata quanto sciocca. Infatti, nonostante l'immaginario comune vede i Germani calare in Occidente con grande furia, in realtà le popolazioni ostili all'impero passarono, quasi sempre, prima dall'Oriente.


I Goti, per esempio, distrussero l'esercito imperiale ad Adrianopoli e devastarono Tracia e Balcani per decenni, prima di spostarsi in Italia, totalmente indifesa, dopo la battaglia del Frigido, e infine in Gallia.

I Taifali e gli Alani, a loro volta, si lanciarono oltre il Danubio con grande impeto, per non parlare poi degli Unni di Attila, che portarono talmente tanta distruzione da costringere Costantinopoli a pagare un immenso tributo.


E parliamo anche delle popolazioni, già stanziate in Oriente, che mai si mossero verso Occidente: Persiani, vari popoli caucasici, tribù di arabi, razziatori isauri.


Il fatto che l'Oriente fosse molto più ricco dell'Occidente e che quindi abbia avuto la possibilità di riprendersi e gestire meglio le invasioni, non è di certo una colpa.

In Occidente, oltre al disastro sul Frigido, ricordiamo le pessime decisioni di Onorio, per esempio sulla "fuga" dalla Britannia, e tutta una serie di imperatori incompetenti, oppure semplicemente sfortunati.


L'Oriente, in ogni caso, si impegnò a fondo nel soccorso della parte occidentale: ricordiamo le due campagne contro i Vandali per la riconquista dell'Africa, e la nomina di diversi co-imperatori per l'Occidente da parte di Costantinopoli, in ultimo Nepote.

Anche la stabilizzazione di Odoacre a governatore d'Italia fu certamente un modo per dare stabilità alla regione e mantenerne un controllo, quantomeno formale... ricordiamo che la sua deposizione grazie all'intervento di Teodorico non fu un tentativo orientale di scaricare gli Ostrogoti in Occidente, ma l'invio di una forza armata, fedele all'impero, per combattere Odoacre che aveva appoggiato la rivolta di Illo.


E infine, che cos'è la grande campagna militare di Giustiniano, se non il tentativo di ripristinare l'autorità imperiale in Occidente, a distanza di decenni dalla sua effettiva caduta?


-2) Gli ultimi imperatori d'Occidente furono dei fantocci nelle mani dei barbari


Sebbene alcuni imperatori furono effettivamente dei fantocci, altri sfruttarono al massimo il loro potere per cercare di cambiare la situazione... uno di questi fu Antemio, imperatore dal 467 al 472, quindi solo 6 anni prima della fin troppo nota usurpazione di Oreste e del figlio Romolo.


Antemio diventa imperatore per volere del collega orientale Leone e si reca in Italia da Costantinopoli.

Uomo di fede pagana, inizia una politica di tolleranza religiosa che lo rende inviso alla chiesa, oltre al magister militum Ricimero, che vede in questo "uomo forte" d'oriente un rivale per il controllo dell'Italia e in questo non sbaglia.


Antemio si stabilisce a Roma e inizia a dare importanza all'antica capitale ormai devastata dalla guerra: conia monete, vende cariche nobiliari e pubbliche a ricchi uomini dell'Urbe e procede alla confisca dei beni dei nemici dello Stato.

Queste mosse gli permettono di accumulare abbastanza oro da preparare una spedizione contro i Vandali in Africa che viene organizzata al massimo delle possibilità. Sfruttando i contatti con Costantinopoli, l'imperatore ottiene il supporto della flotta orientale e raduna un numeroso esercito in occidente che pone sotto il comando del magister di Dalmazia Marcellino (anch'egli pagano). Antemio paga anche parte della spedizione di tasca propria.


Un'armata di forse 50.000 uomini si scontra con i Vandali, ma per una serie di sfortunati eventi e un colpo di mano del nemico, la flotta viene sconfitta e la possibilità di riconquistare l'Africa fallisce.

Nonostante tutto, Antemio non demorde e poco tempo dopo organizza una nuova spedizione, contro i Visigoti, per riconquistare parte della Gallia.

Ottenuta l'alleanza con i Bagaudi dell'Armorica, l'esercito occidentale attacca i Goti, ma anche questa volta la guerra va male e Antemio è costretto a retrocedere. Nello scontro muore perfino suo figlio Antemiolo.

L'imperatore a questo punto cerca di riorganizzare una nuova spedizione per l'anno successivo (473), ma il magister Ricimero, nel frattempo rimasto a Milano con le sue truppe, decide di liberarsi di questo sovrano intraprendente e lo attacca a Roma con seimila uomini e alcune migliaia di mercenari goti e burgundi.


Antemio non è pronto per un assedio e si difende come può, ma alla fine è costretto a soccombere. Questo porta al saccheggio di Roma del 472 e all'elezione dell'imperatore fantoccio Anicio Olibrio


-3) Sparì la moneta e il commercio tornò quasi totalmente al baratto


L'idea che tra il 400 e l'800 la moneta sia praticamente sparita a causa delle invasioni barbariche e un'altra di quelle frottole che sembra impossibile da sradicare.


Certo, i commerci non erano più floridi come una volte, le infrastrutture erano in massima parte danneggiate e in contesti locali l'uso della monetazione fu molto limitato... ma bisogna fare ancora molta strada con la fantasia per dire che la moneta era sparita!


In Oriente, non serve dirlo, l'uso di monete d'oro continuò in ogni forma e con grande importanza. Per esempio, nel 498 l'imperatore Anastasio si fece promotore di una importante riforma monetaria e sappiamo che a quel tempo erano attive oltre venti zecche di stato dove si creavano monete d'oro, d'argento e di rame. Le monete sono così numerose che quasi ogni imperatore ne coniò di proprie, spesso anche di diverse fatture o tipologie.


Anche in Occidente la monetazione continuò il suo corso; per esempio, delle monete di Zenone Augusto coniate in Italia su richiesta di Odoacre, data post 480.

Anche nel regno dei Visigoti ci furono inizialmente delle monete di imitazione, tentativi di replicare quanto era rimasto del sistema dei Romani, spesso fabbricando monete a nome dell'imperatore di turno.


Attorno al 580 i Visigoti iniziano a coniare monete proprie.

Teodorico, re degli Ostrogoti, fece coniare monete con propria effige.

Già nel 477, i Vandali avevano iniziato a fabbricare monete nella zecca di Cartagine.

Perfino usurpatori di scarsissima importanza, come Goda di Sardegna, riuscirono a coniare delle semplici monete di rame.


Un articolo di Emanuele Rizzardi:


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