Nello scorso articolo abbiamo parlato dell'origine dell'albanese, ora facciamo chiarezza sui popoli slavi.
Per "Slavi", anzi meglio dire "protoslavi", intendiamo una serie di popolazioni non omogenee conosciute con nomi variegati ai Romani già attorno al 100 DC, ma che divennero parte importante delle cronache a partire dalle invasioni del confine danubiano attorno al 500, dopo aver occupato il vuoto di potere lasciato dai Germani nel medesimo territorio. Di questi "Slavi" facevano parte le tribù dei Veneti (della Vistola) e degli Anti e anche degli Sklaveni.
Da dove arrivano gli Slavi e la loro lingua è ancora oggetto di dibattito, non ne siamo certi perchè mancano le fonti scritte e quindi tutto quanto sappiamo lo deduciamo con una disciplina che si chiama "linguistica ricostruttiva" o "linguistica comparativa". Si ricostruisce una lingua partendo dal materiale disponibile di altre lingue.
Le tre correnti di pensiero attualmente considerate sono:
- Teoria occidentalista "polacca", prediletta in Polonia, perché sostiene che la Polonia sia la Protoslavia, ossia la grande patria originaria degli Slavi.
Teoria Orientalista "tedesca", che sostiene l'origine "saramata" degli Slavi, quindi nell'attuale Ucraina-Bielorussia e che invece identifica la Polonia come terra dei protogermani.
Queste due teorie sono quelle più classiche ed erano assolute grossomodo fino alla fine degli anni '60, e va detto che una non escluda per forza l'altra, visto che non esistevano confini rigidi e tribù germaniche potevano benissimo occupare un territorio comune a quelle protoslave.
- La terza teoria, che segue gli studi di Duridánov e altri studiosi più recenti, è che la patria degli Slavi sia in sostanza tutta l'Europa orientale. Questo, a livello linguistico, perchè la lingua Trace (balcani meridionali), è affine a quella dacomisia (balcani superiori) che a sua volta è affine al protoslavo. Questo NON significa che i Traci fossero Slavi per come noi li intendiamo, ma che fossero semplicemente di una cultura affine basata su una radice comune.
D'altronde, anche il protogermanico e il protoslavo sono entrambe discendenti dall'indoeuropeo.
Anche questa teoria non esclude per forza le altre e non è necessario considerarla esclusiva per via dell'assenza di confini politici e linguistici.
Verificando con più attenzione le varie teorie sui Daci e i Mesî, mi sono reso conto che le trasformazioni dall’indoeuropeo al dacomisio sono identiche a quelle dall’indoeuropeo allo slavo, ho così recuperato gli studî di Duridánov sulla toponimia della Mesia e quelli di Mario Enrietti sulle solidarietà fra protoslavo e rumeno e infine ho appreso che il lignaggio genetico patrilineare degli Slavi Meridionali è in grandissima maggioranza diverso da quello comune agli Slavi Occidentali (Cechi, Slovacchi, Sorabi, Polacchi) e Orientali (Russi, Bielorussi, Ucraini). La conclusione è che l’unificazione delle Teorie Occidentalista e Orientalista sulla Protoslavia vale per gli Slavi Settentrionali (= Occidentali e Orientali), ma la Protoslavia si estendeva anche nel Bacino Danubiano-Carpatico.
Quindi è noto che gli Slavi provenissero da Nord rispetto ai confini dell'Impero, ma gli Slavi invasori di cui parlano le fonti bizantine sono semplicemente non sono popolazioni totalmente estranee che vengono e distruggono quanto trovano, anzi, molti di essi trovano supporto in popolazioni locali che sono loro affini e che hanno anche subito una romanizzazione e una latinizzazione limitata, specialmente nelle campagne.
Sarà poi dai territorî già romani che partiranno le innovazioni che hanno più differenziato il futuro protoslavo dal resto del baltoslavo (ossia dal baltico). Ecco perché le principali innovazioni protoslave sono così simili alle trasformazioni dal latino classico al latino volgare (in particolare al latino balcanico): si sono diffuse dal latino volgare al dacomisio (tardo) e da qui al resto del protoslavo.
Ad avvalorare questa tesi, abbiamo il fatto che le lingue Slave si siano impiantate molto rapidamente in aree periferiche dell'impero, che erano quella da dove avvenivano i grandi reclutamenti militari (aree danubiane) e solitamente l'Impero era tanto più attivo nel reclutamento, tanto più le aree erano rurali e di bassa romanizzazione.
Viceversa, nell'area della protopatria albanese e in Grecia, questi cambi linguistici sono stati minimi o effimeri (ai tempi delle invasioni slave, si intende). Anche le colonizzazioni slave del Peloponneso sono state, tranne qualche eccezione, fatte rientrare nell'Ecumene "greca".
Infine, va considerato che nel protoslavo non esistono termini marinareschi e quelli a noi conosciuti sono termini mutati dal greco e dal latino, mentre sonoa bbondanti i termini riguardo fiumi, foreste e animali boschivi. Questo ci aiuta a collocare ulteriormente l'origine degli Slavi in un territorio dai grandi bacini fluviali, ma non marittimi.
Mappa di Lawrence M.F. Sudbury
Ma a parte l'origine territoriale, la lingua quando nasce?
Sintetizzando, possiamo dividere la genesi dello Slavo in tre periodi:
- Pre protoslavo o preslavo: quando la lingua si separa dall'Indoeuropeo e dove è uniformo, dal 1500 AC al 300 DC.
- Protoslavo o slavo antico: un periodo di espansione dove la lingua slava inizia a differenziarsi e dove gli Slavi iniziano la penetrazione nei Balcani, verso la fine. 300-600
- Protoslavo tardo: dopo il 600, che coincide con la creazione dei primi dominii indipendenti all'interno dell'impero. Si rafforzarono le differenze tra i vari dialetti della protolingua che vanno a formare le distinte lingue slave. Qui nasce anche la lingua scritta
Ma quindi i Bulgari, i Serbi ecc. moderni di chi sono i discendenti? Degli Slavi che invasero i Balcani o di popolazioni già presenti che si sono assimilate?
Da tutti e due e anche da altri.
Ma quindi i Traci e i Daci parlavano, di fatto, una variante del protoslavo?
Secondo alcune teorie si, ma non c'è uniformità di pensiero. Altri sostengono che il Trace fosse simile all'Albanese, o al Greco, oppure a nessuno di essi. L'unica certezza è che il Trace sia indoeuropeo, ma ci sono punti in comune con il protoslavo (Baltoslavo)
Gli Slavi non conoscevano la scrittura prima che Cirillo e Metodio la portassero a loro?
Ci sono alcune prove sostanziali rare che, almeno alcuni gruppi di slavi precristiani, già nel tempo delle invasioni dei Balcani, avessero in uso un sistema di protoscrittura utilizzato forse per funzioni rituali.
Un articolo di Guido Borghi ed Emanuele Rizzardi
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slavo antico??? gli Slavi iniziano la penetrazione nei Balcani, in imperio Romano soltanto verso 600!