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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Ipse dixit: frasi dette dagli imperatori romani (330-1453):

Aggiornamento: 19 mar

Quanto sarebbe bello sapere che cosa hanno detto gli imperatori del passato, in tutte le grandi occasioni che li videro protagonisti?

Purtroppo questa possibilità ci è preclusa, ma abbiamo comunque un numero non minimo di frasi dette o attribuite a molti sovrani, alcune più neutre di altre,

Di alcuni imperatori abbiamo discorsi interi, di altri solo poche parole, ma per semplicità vi riporto qui alcuni che ho trovato molto salienti e rappresentativi anche della personalità di chi li ha pronunciati:


Costantino I:

"Liberiamo la nostra vita dagli errori e, con l'aiuto della misericordia di Dio, dirigiamola sulla retta via."

Lettera ai vescovi di Numidia, attribuita


Costanzo II:

"Una verità perfetta è una verità semplice".

Attribuita postuma


Giuliano:

"che Dio non siasi esclusivamente occupato degli Ebrei, anzi, su tutti i popoli vegliando, nulla agli Ebrei abbia dato di buono o di grande, mentre noi, piuttosto, ha colmato di migliori e più insigni doni"

Contra Galileos


Teodosio:

"I templi pagani devono essere chiusi. Chi viola [questa legge] sarà soggetto alla pena capitale".

Codice teodosiano


Onorio o Arcadio:

i pagani che ancora rimangono, anche se crediamo non ce ne siano, devono rinunciare a compiere ciò che è stato proibito molto tempo fa.

Codice teodosiano


Zenone:

"Egli ritorna trionfatore, vittorioso sul mondo intero. Tu, Basilisco, gloria dei tuoi Romani"

Attribuita (riferita a Basilisco)


Giustiniano:

"In caso di dubbio, giudica a favore dell'imputato",

"l'Italia non è una Provincia, ma la Signora delle province",

"La sicurezza dello Stato è la più alta delle leggi",

"la libertà è l'abilità naturale di ognuno di fare ciò che vuole, purchè non sia impedito dalla legge o dalla forza".

Attribuite


Giustino II:

"Guarda le insegne del potere supremo. Ora stai per riceverle, non dalla mia mano, ma dalla mano di Dio. Onorale, e da esse riceverai onore"

Attribuita da Gibbon, riferita a Tiberio II


Tiberio II:

"Sia concesso a te (Maurizio) il mio impero insieme con questa fanciulla (mia figlia): regna con buona fortuna, e ricordati di amare sempre equità e giustizia".

Da Paolo Diacono


Maurizio:

"Non indietreggiare, non avanzare oltre quanto stabilito. Questo è ciò che fa un soldato coraggioso. Se via oltre, perderai. Non caricate impetuosamente, non rompete i ranghi",

"Gli Slavi non ascoltano gli ordini di nessuno e spesso litigano e si odiano fra loro".

Strategikon

Eraclio:

"è così che tu hai governato l'impero? (riferito a Phocas)". Attribuita

Costantino IV Pogognato:

"Mostrando clemenza, un imperatore imita Dio nel suo agire".

Attribuita


Leone III:

"Non potendo io sopportare che un'immagine muta ed inanimata di materia comune, impastata di colori, debba rappresentare il Cristo e svolgere con questa rappresentazione grossolana i giudei e i maomettani dal divenire cristiani, proibisco ogni immagine (iconoclastia)".

Attribuita


Basilio I:

"Per preservare il tuo regno in virtù, ciò che proibisci agli altri di fare, non farlo mai: è spaventoso per i sudditi conoscere le atrocità delle autorità".

Attribuita


Romano I:

I vantaggi associati all’esistenza della piccola proprietà terriera sono enormi: fornisce personale allo Stato ed è il [suo] principale contribuente.

Citata da Ostrogoski


Costantino VII Porfirogenito:

"Tutti coloro a cui era vietato [...]di acquistare la terra dei poveri, e che [...] abbiano osato penetrare con la forza in qualche villaggio o insediamento o impossessarsi delle proprietà dei poveri - si allontanino immediatamente, senza ricorrere ad alcuna prevaricazione o ritardo, dalla terra acquisita in modo simile, senza diritto di reclamare alcun compenso"

Atto di Costantino VII


Niceforo Foca:

"Il tuo signore, poi, non ha sul mare un flotta consistente. Io solo ho la forza dei naviganti, e perciò lo assalirò con le mie flotte. Distruggerò con la guerra le sue città costiere, e ridurrò in cenere quelle che sono vicine ai fiumi. E, dimmi, potrà poi resistermi sulla terra data la scarsità delle sue milizie?".

Attribuita da Liutprando da Cremona


Basilio II:

"Per tutta la vita io sono rimasto vigile e ho protetto con le armi i figli della Nuova Roma".

Epitaffio

Alessio I:

"Abbiamo preparato un banchetto molto raffinato, non privo di una salsa ricca e saporita. Se desideri condividere la festa, vieni appena possibile a sederti con noi al banchetto perfetto (codice per annunciare la rivolta)".

Alessiade


Andronico I:

"Tuo padre era un ladro, tua madre una puttana, e tu un folle (rivolto ad Alessio II)"

"Se prima ci siamo occupati dei giganti, ora possiamo occuparci dei nani".

Attribuite


Giovanni VI:

"Non c’è niente di più favorevole alla distruzione di una nazione, sia essa repubblica o monarchia, della mancanza di uomini di saggezza o di intelletto."

Attribuita


Giovanni VII:

"Di al tuo signore (ottomano) che ora siamo deboli, ma crediamo in Dio, il quale può far crollare il più possente dei troni. Che il tuo signore faccia quello che gli pare".

Attribuita durante l'assedio del 1402


Manuele II:

"Dio non si compiace del sangue, non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio".

Attribuita da varie fonti postume


Costantino XI:

"Dio non voglia che io viva come un Imperatore senza Impero! Come cade la mia città, io cadrò con essa".

Attribuita dallo Pseudo-Sfranze durante l'assedio del 1453


Un articolo di Emanuele Rizzardi


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