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Cenni sull’araldica bizantina
di Jack Celpica
Premessa
Quello che è stato scritto è frutto di studio e faticoso lavoro, non vi è nulla
di inventato. Questa è solo una piccolissima parte della mia ricerca.
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A differenza dell’occidente cristiano cattolico dove l’araldica si diffuse e
acquistó sempre più figure regolamentate nei suoi codici.
Nel mondo bizantino si sviluppò l’arte del monogramma dove erano posizioni
alla fine di ogni documento o sugli affreschi delle chiese fondate da Imperatori
o membri dell’aristocrazia.
Dopo la caduta di Costantinopoli i romei (bizantini) confluirono nella nostra
Italia e nella terra dei Russi, come soldati (mercenari), letterati, scienziati e
filosofi che decisero di chiedere asilo politico nelle corti italiane ed europa,
mentre alcuni si amalgamarono al tessuto sociale del neo stato ottomano e nei
principati danubiani dominato dal patriarcato di Costantinopoli del Fanar.
Le 4 βετα dei Paleologi
Un simbolo molto noto sullo stemma di Casale Monferrato in Piemonte sono le
4 beta ereditate dall’arma dei marchesi del monferrato con l’arrivo di Teodoro
Paleologo nel 1306; si ritrova questo simbolo anche in alcune monete coniate
dalla famiglia Gattilusio (imparentata con questa famiglia) che furono principi
di Lesbo e signori di Enos.
Lo stesso simbolo viene inserito nel libro “Historia Byzantina” di Charles du
Fresne, signore di Cange che le indica come arma dei Paleologi.
Anche se in araldica vengono blasonate come 4 acciarini, è risaputo da ogni
bizantinista, che in realtà sono 4 beta che stanno per l’anagramma del motto di
“Βασιλεὺς βασιλέων βασιλευόντων βασιλεύει - Basileùs basiléon basileuónton
basileúei” (Re dei re, Regnante dei regnanti).
L’aquila bicefala dei Lascaris
All’entrata del palazzo Lascaris a Nizza, una delle tante residenze della nobile
famiglia, notiamo che all'entrata nello stemma inquartato con l’arma originale
dei conti di Ventimiglia (di rosso, al capo d'oro) l’aquila bicefala, noto simbolo
che viene associato all'impero bizantino. Lo stesso elemento viene riproposto
nei rami cadetti quali Lascaris quali i Castellar e i du Luc.
Le Campane Comnene
Introdotte come segno nell'araldica italiana e russa da individui che dovevano
rivendicare una discendenza dalla storica famiglia imperiale Comnena, come ad
esempio il condottiero albanese Costantino Arianiti Comneno o Cominato che
fa riprodurre la sua arma di pura finzione, sopra un soffitto a Casale Monferrato,
che fu la sua residenza personale nel 1485; ad oggi fu il primo stemma nella
storia a utilizzare le campane nere in campo d’oro per identificare la famiglia
imperiale dei Comneni.
Blasonatura:
Inquartato, al 1° e 4° di rosso, all'aquila bicipite, d'oro (Paleologi), al 2° e 3°
troncato, d'azzurro, alla croce patente d'oro (Arianiti), e d'oro, a tre campane di
nero (Comneno)
La famiglia greca di Cefalonia dei Melisseno Comneno ma poi divenuta russa di
adozione aveva ideato uno stemma parlante quindi utilizzando le api (in greco
μέλισσα/melissa) con le campane nere comnene.
Il Falsario Fra Vincenzo Comeno
Concludiamo questo piccolo viaggio nell’araldica bizantina parlando di questo
frate croato e madrigalista che nella sua autobiografia romanzata afferma
falsamente di essere un discendente della dinastia bizantina di Comneno unita a
diverse famiglie slave.
Forse nato in Istria oppure secondo l'abate Lorenzo Miniati (altro suo
pseudonimo), Comneno nacque a Napoli nel 1590.
Fu educato al Collegio Romano dei Gesuiti come magister di filosofia e
teologia, ma poi si unì ai domenicani. Studiò nella città spagnola di Salamanca
poi si recò a Roma e dopo ancora a Napoli dove divenne professore di filosofia.
Un incarico del suo Ordine lo mandò in Spagna, dove divenne prete nella flotta
dell'Invincibile Armada spagnola durante il regno di Filippo IV di Spagna; fu
missionario, anche in Giappone. Tornò brevemente a Dubrovnik nel 1660 per
poi morire a Napoli nel 1667.
Nel libro “Le glorie cadute dell'antichissima, ed augustissima famiglia
Comnena etc” di Lorenzo Miniati (pseudonimo dello stesso) vengono
rappresentati diversi stemmi di sia di famiglie slave che di famiglie bizantini
esule in italia.
Questo e molto altro materiale verrà pubblicato sia su academia.edu e altri
siti che trattano la storia bizantina e il mondo araldico.
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