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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Scismi, Medioevo e Bisanzio con Kristiyan Kovachev (seconda parte)

L’associazione culturale Byzantion ha il piacere di ospitale Kristiyan Kovachev per una speciale intervista a due post riguardo l’impero bizantino e il Medioevo. L’intervista originale in inglese si trova in fondo al post.

Ecco a voi la seconda parte!

Intervista a cura di Pietro Rubano.


1- Ora parliamo dello scisma: dicci quali sono i momenti salienti della disputa e che cosa, secondo te, potrebbe ricucire la frattura (ieri come oggi):


Lo scisma del 1054 non è realmente un evento che è accaduto in un unico tempo e spazio, ma il risultato di un processo che ha radici ben più antiche. Questo processo ha portato a differenze ideologiche e ad una rottura fra la chiesa di Roma e quella d’Oriente. Nella mia testi ho diviso le relazioni Est-Ovest in due periodi:

Il primo periodo finisce con la proclamazione dello scisma nel 1054. In questo arco temporale il Papato e il Patriarcato di Costantinopoli vivono dei conflitti per provare la reciproca superiorità sull’altro.

Nei primi secoli questo conflitto non è offensivo o fazioso: vengono espresso opinioni, si gettavano le base di concetti che dovevano ancora essere sviluppati, ma che erano anche misurati in base alla reazione con l’altro. Quindi, nonostante alcune differenze palesi durante l’Alto Medioevo, i bizantini accoglievano gli occidentali come fratelli cristiani e i papi di Roma hanno perfino visitato Costantinopoli in alcune occasioni.


Ciò che accadde nel VII secolo fu l'adesione di alcuni territori alla diocesi del Patriarcato di Costantinopoli a spese della Chiesa romana. A questo punto Roma ha iniziato a riconsiderare le strategie di dialogo con l’altro, cercando di cambiare i metodi di comunione fra le due chiese, in relazione alle accuse verbali e scritte di “espropriazione” delle terre di propria competenza. In ogni caso, anche se la visione delle cose era mutata, il dialogo non era sparito. Era coerente con quanto si usava al tempo e in base alle ambiguità che seguirono la crisi iconoclasta e i cambi di dinastia all’interno dell’impero.

Per esempio, il patriarca Fozio I di Costantinopoli non accettò il "filioque" e lo chiamò “corona del male”. In ogni caso, Papa Adriano II "con tutti i cittadini che portavano candele" accolse i rappresentati della Chiesa d’Oriente che portarono le reliquie di San Clemente Papa a Roma. Certo, entrambe le istituzioni si erano incolpate a vicenda perché stavano discutendo quale delle due Chiese doveva essere la più importante . Il teologo John Meyendorff ha notato che la maggior parte delle controversie riguardo “Greci” e Latini nel Medioevo riguardavano più che altro queste questioni di potere. A questo proposito, nel corso degli anni i papi si sono proclamati “vescovi supremi”, “vicari di San Pietro” e perfino “nuovi apostoli”. Papa Gregorio I ha perfino insistito sul fatto che "il mostro bicefalo" a Costantinopoli doveva essere distrutto e tutto il mondo riconoscere la supremazia di Roma.


Le cose sono cambiate nel XI secolo. In quei momenti è iniziata una fase dinamica nel rapporto tra Occidente e Oriente; Roma cambiò i suoi strumenti di comunione ecclesiastica con Costantinopoli. L’inclinazione al dialogo fra le Chiese sparì, salvo alcuni rari momenti di profonda e grande importanza politica. L'opposizione viene proseguita con l'uso di mezzi diversi e drastici, compresa la violenza. Subito dopo lo Scisma nacque l’idea della Crociata. Quest’idea si trasformò col tempo da una missione per la liberazione della Terrasanta a una campagna di conquista contro il cuore dell’impero bizantino. Nel mentre, Costantinopoli stava cambiando la propria ideologia. Per esempio, il Patriarca Fozio, nel IX secolo, identificò solo il "filioque" come eresia (occidentale), MA il Patriarca Michele Cerulario nell’XI scrisse una lista di venti errori eretici dei Latini.

Le ricerche dicono che le liste anti-latine, che stavano diventando via via più frequenti col passare del tempo, furono rivolte alla gente comune, in modo che potessero comprendere la fede Ortodossa e evidenziare gli errori dei Latini. Si intensificò il dibattito riguardo lo spezzare del pane azzimo durante l’Eucarestia. I Latini furono accusati di essere in combutta con gli Ebrei per l’uso del pane azzimo. In risposta, i Latini accusarono gli Ortodossi di negare l’Antico Testamento e quindi le tradizioni della Chiesa.

Il pane era percepito come un simbolo di identità da parte della comunità Latina. Tutto ciò si riflette negli affreschi. Comunque, va notato che alcuni autori bizantini dissero ai loro contemporanei di non essere così duri verso i Latini ed è anche importante notare che, nonostante lo scisma, una parziale influenza vicendevole fra le chiese continuò. Molti storici concordano che lo scisma del 1054 non fu un grande ostacolo nella revitalizzazione dei rapporti fra Oriente e Occidente. Le influenze occidentali sono ben visibili anche nelle chiese d’oriente del XIII e XIV secolo. Riguardo una possibile ricucitura della frattura… questa è una domanda complicata.


Da una parte ci sono gli stereotipi “sugli altri” nella società. Nello stesso tempo, Papa Francesco sta spingendo molto per una riunificazione. Ha incontrato il Patriarca Ecumenico, il Patriarca di Russia, quello Greco di Gerusalemme, quello di Bulgaria ecc. Personalmente non entrerò nel dibattito se sono contro o a favore della riconciliazione. MA Credo che ogni azione che sarà fatta dovrà essere in comunione con il passato.

Conoscenza del passato basata su fonti storiche, questo renderebbe possibile chiarire i traumi sociali del comune passato culturale europeo. Questa è la via per trovare una cura alle ferite, agli insulti, alle bugie e a tutto quello che hanno portato. Anche se alcuni autori parlano riguardo la fine dello Scisma, io non ne sono certo. Stiamo vedendo come le società ortodosse continuino ad accettare la visita del Papa. Quando Papa Francesco ha visitator la Bulgaria nel 2019, I media hanno trasmesso cose che ricordavano molto gli antichi dibattiti medioevali. Sicuramente l’argomento dello Scisma rimane attuale, un argomento che deve essere sviscerato senza pregiudizi e stereotipi.


2- La differenza fra l’iconografia latina e orientale. Perchè con il tempo si è differenziata e quali sono i fattori culturali dietro queste rappresentazioni?


Mi concentrerei sull’iconografia delle chiese di Ocrida. Perchè? Come prima cosa, all’inizio dello scisma, uno di quelli che supportava il patriarca di Costantinopoli Michele Cerulario era l’arcivescovo Leone di Ocrida. Egli scrisse una lettera a tal vescovo Giovanni, dove criticava con ferocia i comportamenti deviati delle chiese occidentali da quella bizantina, nelle pratiche e nei costume: comunione con pane azzimo, digiuno di sabato, non dire "Alleluia" durante le proclamazioni, uso di carne da animali soffocati.

Alcuni studiosi contemporanei affermano che queste idee di Leone, che erano le stesse idee di Michele e dell’Ortodossia, si riflettano negli affreschi della chiesa di Santa Sofia ad Ocrida. Prima di parlare delle singole opere, mi piacerebbe far notare che i dibattiti teologici non sono presenti solamente a Ocrida. Abbiamo trovato testimonianze della loro presenza in scene come "Preparazione della santa Comunione" nella chiesa di santa Teodora a Kafion, nella penisola di Mani. La posizione bizantino-ortodossa si riflette anche nella scena eucaristica nell’abside della cattedrale di Santa Sofia a Kiev. Come prima cosa, la divisione più importante fra Est e Ovest è la questione dello Spirito Santo (il filioque). Su questo è stato scritto moltissimo e si potrebbe dire ancora di più, MA alcuni storici dell'arte accettano che la scena della Trinità del Nuovo Testamento sia apparsa e si sia sviluppata grazie a questo dibattito sullo Spirito Santo. È stato perfino interpretato come "la risposta visiva dell’ortodossia al filoque latino." Una delle questioni ben visibili negli affreschi è quella che riguarda il pane. Questo argomento era veramente importante per l’uomo medioevale. Nel IXX secolo il teologo russo Mikhail Cheltsov ha elencato oltre 70 opere medioevali dedicate al pane. E ora concentriamoci su queste due scene di Santa Sofia a Ocrida:


1. Comunione degli Apostoli

2. Liturgia di San Basilio il Grande


Anche i primi ricercatori notarono l’importanza del pane nella "Comunione degli Apostoli ". La maggior parte degli studiosi data quest'opera al XI secolo.

Nella letteratura scientifica è rivendicato che questa scena eucaristica non ha parallelismi nel mondo ortodosso-bizantino ed è legata alle idea del vescovo Leone di Ocrida.

In una certa misura, la scena ricrea la "Comunione degli Apostoli " del saltiero di Chludov (IX secolo.). Il pittore ha cercato di dipingere un quadro di una comunità coesa centrata su Cristo. Qui dovremmo anche ricordare l'idea ortodossa secondo cui il corpo della Chiesa è composto da veri credenti e il suo capo è Cristo stesso.

Il primo problema che si pone, tuttavia, è la posizione dell'apostolo Pietro verso Cristo.

La visione di Roma si basa sulle parole di Cristo: " E dico anche a te che sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa." Con l’annuncio dello scisma, sorge la questione riguardo a Pietro, se debba essere rappresentato alla destra di Cristo. Gli scrittori ortodossi iniziano a dare una nuova interpretazione della testimonianza di Matteo. Se osserviamo più da vicino gli affreschi di Santa Sofia, noteremo che gli apostoli si sono preparati per fare la Santa Comunione e le loro mani sono nascoste. Questo mostra l'idea della purezza del pane, che non dovrebbe essere contaminato. Solo l’apostolo Pietro allunga le mani nude. Evidentemente, solo lui partecipa alla Comunione in modo diverso dagli Apostoli.

Vorremmo interpretare questo come un riferimento visivo alle "innovazioni" romane nella fede. La tensione nella figura dell'apostolo Pietro si trova anche nella posizione delle gambe e nella grande distanza tra di esse. Cristo tiene il pane con la mano sinistra. In un’analisi più dettagliata, vediamo un piccolo cerchio fatto in mezzo al pane. Ecco la differenza con il Salterio di Chludov. Comunque, il pane nella scena "La liturgia di San. Basilio il Grande", da "Santa Sofia", di Ocrida, è identico alla raffigurazione nella "Comunione degli Apostoli".

[Il pane ha una croce nel mezzo, come a ricordare l'idea del pane lievitato – il pane che viene riempito all’interno - il pane che si anima]. C’è anche un’altra cosa interessante negli affreschi di Santa Sofia a Ocrida. Sei papi sono raffigurati ne diaconicon. Adiacenti a essi, nell’abside centrale, ci sono i vescovi ortodossi. Christopher Walter pensa che questo sia un modo per rappresentare la Pentarchia, come uguaglianza fra i vescovi. L'idea della cattolicità e dell'unità della chiesa è espressa visivamente. Questa è l'opposizione visiva alle rivendicazioni romane di supremazia nella Chiesa.

Lo storico dell’arte bulgaro Nikola Mavrodinov rivendica perfino che sia una cosa eccezionale anche per un dipinto bizantino. Anche André Grabar è impressionato da questi affreschi. Walter nota che le immagini del papa ricordano quella di San Pietro. Nell’immagine dei papi di Roma, ogni simbolo di superiorità sulle altre chiese viene rimosso. Lo stesso approccio è usato per i patriarchi d’Oriente.

Dovremmo essere d'accordo con lo storico dell'arte macedone Cvetan Grozdanov, il quale ha scritto che in questo modo viene presentato il pensiero bizantino sul mondo cristiano, al cui centro è Costantinopoli.

Con grande interesse, sotto l’immagine di Papa Silvestro Pope Sylvester, abbiamo scoperto dei graffiti che replicano l’originale.

Sono interessato alla misura in cui lo scisma si riflette anche nella cultura visiva occidentale. Ho consultato i ricercatori dell'Università di Roma Tre e del Pontificio Istituto Orientale. Ma hanno affermato di non aver riscontrato tali riflessi visivi dello scisma nell'arte occidentale.

Un’altra cosa che mi interesse particolarmente è come i messaggi visibili della Chiesa vengono percepiti dagli uomini comuni, senza educazione.

Noi concordiamo che gli affreschi sulle pareti delle chiese siano come una "narrazione visiva" per i non istruiti. Molti chierici e ricercatori hanno sostenuto che l'arte rende più facile per le persone capire le cose se non sono in grado di leggere dei libri.

Persino alcuni storici dell'arte considerano gli affreschi come una "confessione visiva". Ma gli affreschi sono caratterizzati da una complessità e la loro percezione richiede un'attenta preparazione teologica.

Il ruolo del prete ordinario, il cui compito era quello di trasmettere in un linguaggio comprensibile ciò che la gente vede era molto importante in questo senso, probabilmente.

3- Parlaci della Bulgaria, la sua storia correlate a quella dell’impero, l’influenza dello stesso sulla Bulgaria, i grandi sovrani del primo impero e l'eredità che Bisanzio e l'impero bulgaro portarono nell'odierna Bulgaria



Questa è una domanda molto vasta; La storia della Bulgaria è legata a quella di Bisanzio. È opinione diffusa nella nostra società che i Bulgari combatterono i Bizantini, e nulla più.

La situazione non realtà non era così semplice e non dovremmo generalizzare. Per esempio, il khan Brosi ha accettato che il battesimo dei Bulgari fosse fatto dalla chiesa bizantina a metà del XI secolo. Allora, la Bulgaria è entrata nell’orbita bizantina. Nel X secolo, lo zar Pietro ha siglato la "pace profonda" con i bizantini. Si sentì l’influenza culturale bizantina, nonostante i momenti di conflitto. Da un lato c’è la politica e il desiderio di riconoscere lo Stato bulgaro e le sue espansioni, che porta spesso a scontro con Bisanzio.

D'altra parte, abbiamo contatti culturali tra sacerdoti e saggi della Bulgaria medievale e dell'Impero bizantino. È chiaro che la Bulgaria inizia a copiare I modelli dello Stato bizantino. Guardiamo i titoli, per esempio: σεβαστοκράτωρ (sebastokrator), δεσπότης (despota) ecc. Facciamo un altro esempio:


Potresti aver sentito parlare del Vangelo dello Zar Ivan Alexander. Si trova alla British Library. Fu creato a metà del XIV secolo dallo zar Ivan Alexander. Da qualche parte potresti leggere che questo è "uno dei manoscritti più importanti della cultura bulgara medievale”. Ed è vero. Ma va notato che si basa su un precedente manoscritto bizantino dell'XI secolo. Abbiamo un'applicazione dell'architettura e dell'iconografia della chiesa bizantina nel contesto bulgaro. Un'altra influenza dello stato bizantino verso la Bulgaria è l’adozione dell'immagine dell'aquila a due teste. Ciò è accaduto non solo nella Bulgaria medievale, ma anche nella Serbia medievale. Pertanto, il Medioevo nei Balcani non è solo caos, guerre, conflitti e gloriose vittorie o sconfitte umilianti.


Ti ringraziamo per il tuo tempo Kristiyan, speriamo di vederti presto su Assobyz ancora una volta.


English version:


1- Now let's talk about the schism, tell us what are the core moments of the dispute and what do you see ahead that could mend the division, both then and now:



The official proclamation of the Schism of 1054 is not a single event that happened by chance at a specific time and space. It is the result of lasting processes that began far earlier. This processes led to ideological differences and a breakdown of church communion between the Western Roman Church and the Eastern Orthodox church. In my dissertation, I divide East-West relations into two periods.

The first period is until the official proclamation of the Schism in 1054. This is the time when the Papacy and the Patriarchate of Constantinople designed an instrument to propose and attempt to argue their superiority to the other. During this period, antagonism was not categorical and offensive: opinions were expressed, the foundations of concepts were being laid, which would yet to be developed. BUT they were also tailored to the reaction of the other. Thus, despite some differences, evident in the early Middle Ages, the Byzantines continued to accept the inhabitants of Western Europe as brothers Christians, and the Roman bishops even visited Constantinople.

It what happened in the 7th century was the accession of lands to the diocese of the Patriarchate of Constantinople at the expense of the Roman Church. At which point Rome began to rethink concepts and consider strategies for dialogue with the other. There is a search for a way to change the methods of communion between the two churches, related to the verbal / written accusations of being taken away. However, not accepting the other's views does not mean giving up dialogue with the other. It was consistent with the specifics of the times and the ambiguities following the outcome of the iconoclastic crisis and the dynastic change in the Byzantine Empire.

For example, Patriarch Photios I of Constantinople didn't accept the Latin "filioque" and called it "the crown of evil." Nevertheless, Pope Adrian II "with all the citizens carrying candles" welcomed the representatives of the Eastern Church, who carried the relics of St. Pope Clement to Rome. Of course, both institutions in the early Middle Ages blamed each other. The issue they were debating was the supremacy of the Church. The theologian John Meyendorff also noted that most of the controversies that confront Greeks and Latins in the Middle Ages were rooted in the issue of power. In this regard, over the years the Roman popes have proclaimed themselves "supreme bishops", "vicars of St. Peter", even "new apostles." Pope Gregory I even insisted that the "two-headed monster" in Constantinople must be defeated and the whole world to recognize the supremacy of the Roman Church. Things changed in the XI century. A dynamic stage began in the relationship between the West and the East. Rome changed its instruments of ecclesiastical communion with Constantinople. The inclination of the two ecclesiastical institutions to dialogue almost disappeared, except for short-lived moments caused by the complicated domestic and / or foreign policy environment. Opposition continued with the use of different and drastic means, including violence. Shortly after the Schism, the idea of ​​a crusade was born. This idea was transformed from a liberation campaign to the Holy Land into a conquest campaign against the Byzantine center. At the same time, Byzantium was changing its methodology. For example, Patriarch Photios in the 9th century identified only "filioque" as heretical. BUT Patriarch Michael I Cerularius in the 11th century offered a list of over twenty Latin errors.

Researchers claim that these anti-Latin lists, which in Byzantium were becoming more frequent after the 11th century, are aimed at ordinary people, so that they can understand and comprehend the Orthodox idea and the Latin errors. The intensified debate over unleavened bread began: what the bread should be like when performing the Holy Eucharist. The Latins were accused of communing with the Jews for using unleavened bread. In response to this, the Latins responded with accusation to the Orthodox for neglecting the Old Testament, and therefore to the church tradition. A beards dispute also began.

The beard is perceived as a symbol of identity - everyone who shaved is perceived as "frank"; as part of the Latins. All this is reflected in the frescoes. It is important to clarify, however, that some Orthodox authors recommend that Byzantines not be so critical of Latins. And it is also important to say that, despite the Schism, some cultural influences between East and West continued. Many historians believe that the Schism of 1054 was not a huge obstacle to the revitalization of cultural links between the Byzantine Empire and the West. Western influence can be seen in the church art in the 13th and 14th centuries. You asked me: what do I see ahead that could mend the division, both then and now It's very complicated...

On the one hand, there are stereotypes for "the others" in society. At the same time, Pope Francis is pushing for the unification of the Church. He met with the Ecumenical Patriarch, the Russian Patriarch, the Greek Orthodox Patriarch of Jerusalem, the Bulgarian Patriarch etc. I do not want to engage in answering the question: for or against ecumenism.

BUT

I think that whatever action is taken, it must be done through knowledge of the past.

Knowledge of the past, based on historical sources, would make it possible to clarify the socio-traumatic moments of the common European cultural past. It is the way to find a "cure" for the inflicted wounds, insults, lies and their overcoming. Although some authors talk about ending the Schism, I'm not sure about that. We are witnessing how Orthodox societies continue to accept Pope's visits. When pope Francis visited Bulgaria in 2019, I heard on the media things that were absolutely characteristic of medieval religious debates. I think the topic of Schism is actual. This topic needs to be talked about. However, to speak beyond prejudices, stereotypes and biases.



2- The differences between latin and eastern roman iconography. Why, as years went by, they began to differ so much and what are the cultural factor behind some representations?



I would focus on the iconography in the churches of Ohrid. Why? Firstly, in the beginning of Schism, one of the supporters of the Patriarch of Constantinople Michael Cerularius was Archbishop Leo of Ohrid. He wrote a letter to a bishop John, in which he sharply criticized and condemned some deviations of the Western Church from Byzantine practices and customs - communion with unleavened bread, fasting on the Sabbath, omitting the "Alleluia" proclamation, use of meat by suffocated animals. Some contemporary scholars believe that these ideas of Leo of Ohrid, which are in fact the ideas of Orthodoxy and of Michael Cerularius, are reflected in the frescoes of Church of Saint Sophia in Ohrid. Before discussing the individual images, I would like to point out that the theological debates are not presented only in Ohrid. We find a testimony of their reflection in the scene "Preparing the Holy Communion" in the church "St. Theodora ”in Kafion, Mani Peninsula. The Byzantine Orthodox position is also reflected in the Eucharistic scene in the apse of the Saint Sophia's Cathedral in Kiev. First, the most important divide between Latins and Byzantines is the question of the Holy Spirit - the "filioque". Much has been written on the subject and much can be said.

BUT some of the art historians accept that the scene of the New Testament Trinity appeared and developed because of the debate about the Holy Spirit. It has even been interpreted as "the orthodox visual response to Latin filioque." One of the well reflected issues in the frescoes is the one about bread. The topic really excited the medieval man. In the 19th century, Russian theologian Mikhail Cheltsov listed over 70 medieval works dedicated to bread. Let us draw our attention to two scenes from the Ohrid's church of St. Sofia.


1. Communion of the Apostles

2. Liturgy of St. Basil the Great


Even early researchers noted the particular importance of bread in the scene "Communion of the Apostles". Most researchers are inclined to date the frescoes of the XI century.

It is even claimed in the scientific literature that this Eucharistic scene has so far no parallels in the Byzantine Orthodox world and it is related to the ideas of Archbishop Leo of Ohrid.

To some extent, the scene recreates the "Communion of the Apostles" from the Chludov Psalter (9th c.).

The painter sought to paint a picture of a cohesive community centered on Christ.

Here we should also recall the Orthodox idea that the body of the Church is made up of true believers and its head is Christ himself.

The first problem that arises, however, is the position of the apostle Peter toward Christ.

The Rome's concept is based on the words of Christ: "And I say also to you, that you are Peter, and on this rock I will build my church." With the announcement of the Schism, the question arises whether Peter should be portrayed to the right of Christ. Orthodox writers began to give a new interpretation of Matthew's testimony

If we look more closely at the frescoes of St. Sophia, we will notice that the apostles have prepared to proceed to the Holy Communion and they have their hands covered. This shows the idea of ​​the purity of the bread, which should not be tainted. Only the apostle Peter stretched his bare hands. Apparently only he did not prepare for Holy Communion like the other apostles.

We would interpret this as a visual reference to Roman "innovations" in faith. The tension in the figure of the Apostle Peter is also found in the position of the legs and the great distance between them. Christ holds the bread with his left hand. In a more detailed analysis, we see a small circle made in the middle of the bread. Here's the difference with the Chludov Psalter. However, the bread from the scene "The Liturgy of St. Basil the Great", again from "St. Sophia", Ohrid, is identical with this from "Communion of the Apostles".

[The bread has a cross in the middle, as reminiscent of the idea of ​​leavened bread - the bread that is filled inside; the bread which animated]. There is something else that is interesting in the frescoes of Ohrid's St. Sophia. Six popes are depicted in the diaconicon. Adjacent to them, in the central apse, are depicted Orthodox bishops. Christopher Walter assumes that in this way the Church is represented as a Pentarchy. Equality between the bishops is presented. The idea of ​​the catholicity and unity of the church is visually expressed. This is the visual opposition to the Roman claims for supremacy in the Church.

Bulgarian historian of art Nikola Mavrodinov even claimed that this is something exceptional for Byzantine painting. Even André Grabar is impressed with these frescoes. Walter notes that the Pope's images resemble the image of St. Peter. In the images of the Roman popes, any mark of their superiority over the other churches was removed.

The same approach was used in the images of Eastern patriarchs.

We would agree with the Macedonian art historian Cvetan Grozdanov, who wrote that in this way the Byzantine thinking about the Christian world, at whose center is Constantinople, is presented.

Interestingly, just under the image of Pope Sylvester, we discovered a graffiti that replicates the original.

I am interested in the extent to which the Schism is also reflected in Western visual culture. I consulted with researchers at Roma Tre University and the Pontifical Oriental Institute. But they also said they did not encounter such visual reflections of the schism in Western art.

The other one that excites me is how are the visual messages of the Church perceived by ordinary uneducated people?

We accept that the frescoes on the walls of the churches are like a "visual narrative" for the uneducated. Many clerics and researchers have argued that the art makes it easier for people to understand it which they cannot read in the books.

Even some art historians regard frescoes as a "visual confession".

But the frescoes are characterized by an complexity, and their perception requires thorough theological preparation.

The role of the ordinary priest, whose task it was to convey in an intelligible language what people see was very important here. Probably.

3- Tell us about the Bulgarian state, its history in regards of the eastern roman one, its influence over Bulgaria, the great rulers of the first empire and the legacy that byzantium and the Bulgarian empire brought in today's Bulgaria



This is a very broad question; Bulgarian history is related to that of Byzantine state. There is an opinion in our society that throughout the Middle Ages Bulgarians fought with the Byzantines. And nothing else....

But the situation is not so simple and we should not generalize. For example, the khan Boris accepted the baptism of the Bulgarians to be performed by the Byzantine church in the middle of the 9th century. From now on, Bulgaria entered the Byzantine Orthodox orbit. In the 10th century, tsar Peter made a "deep peace" with the Byzantines. The cultural influence of the Byzantine Empire was felt, despite conflicting moments between Bulgarians and Byzantines. On the one hand is politics - the desire to recognize the Bulgarian state and its expand. This often involves armed conflicts with Byzantium.

On the other hand, we have cultural contacts between priests and writers from medieval Bulgaria and the Byzantine Empire Even it is clear that Bulgaria is beginning to "copy" the Byzantine model. For example, let's take the titles: σεβαστοκράτωρ (sebastokrator), δεσπότης (despot) etc. I'll give you another example.

You may have heard about the Gospels of Tsar Ivan Alexander. It is now in the British Library. It was created in the middle of the 14th century for Tsar Ivan Alexander. You might read somewhere that this is "one of the most important manuscripts of medieval Bulgarian culture". That is right. But it should be noted that it is based on an earlier Byzantine manuscript from the 11th century. We have an application of Byzantine church architecture and iconography in the Bulgarian context. Another influence from the Byzantine state towards Bulgaria is the entry of the image of the two-headed eagle. This happened not only in medieval Bulgaria, but also in medieval Serbia. Thus, the Middle Ages in the Balkans are not just chaos, wars, conflicts and glorious victories or humiliating losses. Thank you for your time Kristiyan, we hope to see you soon again on AssoByzantion

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