L'Associazione culturale Byzantion ha il piacere di ospitare Matveyeva Julia per un interessante approfondimento su Ravenna e i suoi mosaici.
1)Parlaci di te, di che cosa ti occupi e della tua formazione e dei tuoi ultimi lavori.
Negli ultimi 20 anni ho lavorato nell’ambito della cultura bizantina nel suo complesso; non mi sono dedicata esclusivamente ai mosaici, ma ho studiato anche altri aspetti, come, per esempio, i tessuti liturgici, gli affreschi, le icone... La mia prima formazione accademica aveva come specializzazione l’arte dei tessuti. Durante gli studi pensavo a come indirizzare il mio lavoro per fare cose più profonde, che avessero un senso profondo, e ho trovato la mia risposta dedicando il mio lavoro a Dio. Ciò mi ha portato a studiare i tessuti nella liturgia. Volevo creare tessuti per la chiesa, ma ho capito presto che non disponevo di informazioni sufficienti su questo argomento e così ha avuto inizio la mia ricerca. La mia prima tesi di dottorato era dedicata alle tradizioni bizantine nell’iconografia dei tessuti liturgici del periodo medioevale. Perché solo il periodo medioevale è famoso per questo tipo di tessuti, sono molti gli esempi di tessuti liturgici presenti nei vari musei del mondo relativi a questo periodo. E quando ho finito questa ricerca ho pensato: “Perché non abbiamo tessuti dei periodi precedenti? Non può essere che qualcosa nella chiesa sia comparso all’improvviso. Perché non abbiamo informazioni a questo riguardo e dove possiamo rintracciarle?”
Il periodo antico della chiesa è molto importante, perché quando avremo capito il periodo antico potremo anche comprendere gli eventi successivi. E ho trovato due fonti di informazione: i testi antichi e le immagini che andavano a confermare questi testi. Perciò ho dovuto studiare l’antico greco per leggere le fonti in originale. Infatti, per esempio, se il traduttore non aveva lo scopo di evidenziare il tema dei tessuti, succedeva che trascurasse i dettagli del testo ad essi riferiti e se il traduttore non sapeva le tradizioni dei tessuti, come si usassero in chiesa i tessuti, anche in questo caso poteva incappare in gravi errori di traduzione. I mosaici di Ravenna sono un materiale unico per questa ricerca perché abbiamo tutti i tessuti che si presentano come nuovi dopo diversi secoli, come se fossero appena usciti dalla bottega tessile. E non solo questo. Possiamo vedere anche i riti in cui questi tessuti venivano usati e comprenderne la funzione. Questo è stato il mio ultimo lavoro e il mio più grande interesse degli ultimi 8 anni, dopo che ho difeso, nel 2008, la mia prima tesi di dottorato.
2)Perché ti interessa il mondo bizantino?
Mi interessa il mondo bizantino, perché è molto importante per me e per tutto il mio paese: gran parte della nostra vita è legata alla chiesa ortodossa, che abbiamo ereditato da Bisanzio. E quando io penso come il nostro principe Vladimir il Grande abbia deciso di prendere questo credo, mi ricordo del testo in cui la storia è registrata. Lui ha mandato dei delegati in diversi paesi e al loro ritorno li ha ascoltati. E quando ha parlato con i delegati di ritorno da Bisanzio, ne ha ricevuto una forte impressione: gli hanno detto che quando erano nella Grande Chiesa (Santa Sofia di Costantinopoli), non potevano capire dove fossero, se in terra o in cielo. E questo momento ha radicalmente cambiato la storia dell’Ucraina. Adesso voglio capire: cosa hanno visto? Cosa c’era nella chiesa bizantina? Perché la risposta a queste domande riguarda anche la nostra storia e le nostre radici.
3)Parliamo dei mosaici di Ravenna, che cosa ti ha colpito?
Mi ha colpito quanto ho detto prima: la presenza di interi tessuti perfettamente conservati, come nuovi e anche il fatto di ritrovare all’interno di alcune chiese bizantine di Ravenna, un complesso di mosaici. Ad esempio: è la stessa differenza di quando hai tra le mani una pagina di un testo antico o un manoscritto intero. I mosaici di Ravenna sono unici anche per il fatto che ti permettono di estrapolare il senso completo dell’intero memoriale artistico.
Mi ha colpito che pur essendo cristiana fosse tanto difficile per me capire il senso dei mosaici. Non era normale. Vedevo la bellezza, ma non potevo comprendere tutto il senso e l’ho voluto ricercare: infatti, se non ne capivo il senso, significava che parte della mia tradizione era andata perduta e andava recuperata.
4)Quanto questi mosaici sono “simbolici” e quanto “reali”?
Ci sono due parti dei mosaici: una parte simbolica e una parte reale. E tutte e due sono importanti. Infatti, per capire la simbologia dei mosaici, devi vedere con gli occhi delle persone di quel tempo, i rappresentanti della cultura di quei tempi. Cosa era importante per loro e come vivevano? Perché, per esempio, abbiamo l’immagine di un rito della corte imperiale che è reale, di quel tempo, ad esempio dove abbiamo Giustiniano, Teodora o Costantino IV. Tuttavia, questo rito ha un senso simbolico e solo quando lo comprendiamo possiamo capire perché questo rito sia presente in una chiesa.
5)È esistita una decadenza della tecnica nel tardo impero? I mosaicisti di Ravenna erano "meno bravi" di quelli di Pompei?
Non penso. I mosaicisti di Ravenna erano molto bravi. Erano della scuola di Costantinopoli e la loro tecnica era di altissimo livello, tanto da essere finanziati dallo stesso imperatore Giustiniano e da altri imperatori. Anche questo è molto importante per la qualità sia della tecnica che del materiale. Tutti capiscono che i mosaici sono meravigliosi. Io ho raccolto quello che hanno detto tante diverse persone sui mosaici di Ravenna. Persino quando non ne capiscono il senso potevano dire: “Quando ero in S. Vitale non ne sarei mai uscito, volevo rimanere lì per sempre”. Oppure ancora: “Quando ho visto le pecore che seguono S. Apollinare io volevo essere una di quelle pecorelle per andare insieme a loro verso Dio e vivere sempre in quel mondo, così fresco e verde”. Un sacerdote ha detto: “Quando ho visto la cupola del Battistero Neoniano, ho percepito la sensazione di perdere i miei piedi e come se cominciassi a volare e per evitare di volare davvero ho dovuto smettere di guardare in alto”.
6)Quanto la politica ha influenzato la realizzazione dei mosaici?
È una domanda molto impegnativa, che richiederebbe uno spazio a parte. Perché i mosaici erano legati sempre agli imperatori, quindi erano sempre legati alla politica. E quando cambiavano i governanti, ogni tanto cambiavano anche i mosaici. Per esempio, Sant’Apollinare Nuovo è stato costruito da Teodorico il Grande, ma dopo, quando Ravenna è diventata bizantina, non volevano più vedere il ritratto di Teodorico nella chiesa e hanno cambiato i mosaici. Perciò ora i mosaici sono rimasti come memoriale di questo cambiamento e ne raccontano la storia. Questa non è solo la storia di un cambiamento, ma dei rapporti con i governanti precedenti.
Ma questo è un tema a me molto caro e se lo volete approfondire, gli ho dedicato una sezione intera nel mio libro. https://matveyevajulia.art/en/
7)Dopo Ravenna, che mosaici ci consiglieresti di osservare?
Dopo Ravenna, i mosaici bizantini di Roma, della Grecia e di Santa Sofia di Costantinopoli.
8)Pensi che l’arte del mosaico di Ravenna sia molto diversa da quella delle altre province?
Sì, perché in questo periodo a Roma non c’erano le condizioni adatte per fondare chiese e creare mosaici, in quanto nel V secolo Roma era invasa dai barbari e praticamente il ruolo di capitale fu trasferito a Ravenna.
9)I mosaici sono stati restaurati, in passato, in modo non esattamente perfetto. Che cosa ne pensi?
Io non ho un’opinione in proposito, visto che non ho alcuna possibile influenza al riguardo. Io lavoro con quello che abbiamo ed è una grazia che abbiamo questi monumenti di Ravenna che sono unici.
10)Hai in mente altri lavori per il futuro?
Sì, i tessuti di Ravenna mi hanno dato molto materiale nuovo sulla tradizione di usare i tessuti nella chiesa antica. Da questo studio mi sono venute tante idee e in particolare ho due sogni nel cassetto. Uno riguarda direttamente i mosaici di Ravenna. Ci sono tante persone impossibilitate a visitarli di persona, per via del virus, ma anche per motivi economici. Io, per esempio, non li ho mai visti dal vivo e tutti i miei studi si sono complicati per la ricerca di materiali. Poi ci sono persone che non possono fare un viaggio del genere per motivi di salute o altro ancora. Mi piacerebbe creare una piattaforma virtuale in cui lo spazio dei mosaici fosse a disposizione di tutti. Abbiamo un esempio con Notre Dame: grazie alla piattaforma virtuale si potuti conservare materiali preziosi poi cancellati dall’incendio. Una piattaforma di questo genere, avrebbe un grande valore dal punto di vista della conservazione dell’eredità culturale, ma anche dal punto di vista degli studi e della conoscenza. Adesso abbiamo la tecnologia adatta a fare una copia molto dettagliata e possiamo arrivare a vedere tutto, fino a osservare ciascuna tessera del mosaico. Non potendomi recare sul posto, io stessa ho fatto una cosa del genere del tutto artigianale: ho montato una serie di fotografie per ricostruire a casa mia l’intera navata dei mosaici per ricreare la sensazione di esserci dentro e studiarli “dal vivo”.
Un altro sogno è quello di ridare vita alla tradizione dei tessuti in ambito ecclesiastico. Grazie ai miei studi, io stessa ho fatto alcuni lavori di ricamo per la chiesa: nel 2018-19 ho realizzato un labaro dedicato a San Bessarione che poi ho regalato alla Cattedrale dei monasteri di Meteora a lui dedicata:
Nel 2020 ho realizzato un reliquiario con l’immagine di Cristo Salvatore matveyevajulia.art.
Mi piacerebbe sviluppare questa attività e riportare il valore dei tessuti nella chiesa moderna. Sebbene sia un sogno un po’ difficile da realizzare, è una cosa a cui mi sto dedicando in questo periodo.
Ho anche alcune idee per proseguire le mie ricerche riguardanti il ruolo dei tessuti nell’evoluzione dello spazio dell’altare. Questo è anche il tema della mia seconda tesi di dottorato.
11)Pensi che Ravenna sia una città sufficientemente valorizzata, o si potrebbe fare di più?
Credo si possa e si debba fare di più e l’idea esposta prima riguardo alla piattaforma virtuale potrebbe essere considerata in questo senso. Penso che Ravenna abbia un ruolo importante nella cultura e nell’arte di tutto il mondo, per questo occorre conoscerla molto bene. Chi non ha visto Ravenna non potrà capire bene né la cultura cristiana antica né l’arte. È questo è un pezzo importantissimo della nostra storia comune.
Ti ringraziamo per essere stata con noi e speriamo di leggerti ancora sul nostro blog!
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