top of page
Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

La crisi dei Seleucidi e l'apogeo della Battira


Il trattato di pace che pose fine alla Seconda Guerra Siriaca stabiliva la necessità di creare un legame familiare tra la dinastia Seleucide e quella Tolemaica.

Allo scopo nel 253 aev l'Imperatore Siriano Antioco II Theo ripudiava la prima moglie Laodice, che già gli aveva dato un figlio, per sposare Berenice, figlia del Faraone Egiziano Tolomeo II Filadelfo.

Questa fragile alleanza venne meno nel 246 aev con la scomparsa, quasi contemporanea, di Tolomeo ed Antioco, ma mentre in Egitto la successione al trono avveniva senza problemi con l'incoronazione del figlio del decuius Tolomeo Eurgete, che assumeva il nome di Tolomeo III, ben diversa era la situazione in Siria.

Laodice, infatti, si preoccupò immediatamente di gettare benzina sul fuoco, sostenendo che Antioco, prima di morire, aveva nominato il figlio di primo letto Seleuco Callinico come proprio erede.

Contro le pretese di Laodice, e per difendere i diritti del figlio di Berenice Antioco, Tolomeo III invase la Siria.

La campagna asiatica del nuovo Faraone non fu abbastanza rapida da salvare sorella e nipote dalla morte per mano dei supporter di Laodice ma, grazie all'abile guida del Generale Spartano Xantippo, l'esercito Egiziano riuscì non solo a conquistare la capitale imperiale Antiochia ma anche a catturare per breve tempo Babilonia.

Solo una insperata vittoria navale ad Andros impedì la completa distruzione dell'Impero Seleucide. 

Le conseguenze per Seleuco Callinico, riconosciuto ufficialmente da Tolomeo come legittimo Imperatore col nome di Seleuco II, furono devastanti.

Oltre a cedere al fratello Antioco Ierace la sovranità su tutti i territori al di là del Tauro, Seleuco fu costretto a rinunciare a vaste porzioni della stessa Siria, compreso l'importantissimo porto di Seleucia Pieria, a favore di Tolomeo.

Inoltre il vuoto di potere che si era sviluppato in Siria favorì le tendenze separatiste delle satrapie orientali Parthia e Bactria, tanto che i loro Satrapi, Andragora e Diodoto, ne approfittarono per rendersi indipendenti. 

In rete ho letto che Diodoto avrebbe mantenuto,  formalmente, il riconoscimento di Seleuco come legittimo sovrano della Bactria, odierno Afghanistan, tuttavia un controllo sul CoGC mi ha mostrato che Diodoto sulle proprie monete si fa chiamare Basileus, Greco per Re, e questo non mi sembra proprio un modo per riconoscere il governo di Seleuco. 

Figlio dell'Imperatore Seleuco II, Antioco divenne Imperatore di Siria dopo la morte prematura del fratello maggiore Seleuco III.

Il regno del nuovo sovrano fu da subito complicato, con il giovane monarca che si trovava ad affrontare contemporaneamente:

1 - ribellione dei fratelli Molone ed Alessandro, Satrapi della Media e della Persia

2 - pressione egiziana in Siria

3 - tendenze separatiste dei territori in Anatolia a nord del Tauro ed in Armenia 

Antioco scelse di affrontare i problemi uno alla volta, nell'ordine con cui li ho scritti, anche se non sempre i risultati furono all'altezza delle sue aspettative. 

Infatti se la campagna in Oriente contro Molone ed Alessandro e quella in Anatolia ed Armenia furono un successo, più modesti furono i risultati in Siria dove l'Imperatore riuscì a recuperare agli Egiziani solo l'importantissimo porto di Seleucia Pieria. 

Comunque resta il fatto che, dopo circa 10 anni di campagne militari, Antioco era riuscito a consolidare il suo regno al punto tale da rendere possibile un ulteriore impegno militare in Asia Centrale volte al recupero delle ex-Satrapie di Partia e Bactria che circa 30 anni prima, durante il regno di suo padre Seleuco II, si erano separate dell'Impero Seleucide proclamandosi indipendenti. 

Sulla Treccani scrivono che la campagna Parto-Battrianica di Antioco fu un successo, ma lo scrivente al riguardo è un tantinello dubbioso.

Questo perché un controllo sul CoGC mi ha mostrato che sia Arsace II in Partia, sia Eutidemo in Battria sulle loro monete si definiscono 

" ΒΑΣΙΛΕΩΣ "

Cioè " BASILEOS ", Greco per " Re ".

Ipotizzo che, forse, si trattava di una sorta di " compromesso ", infatti al termine di questa " Anabasi " Antioco assunse il titolo di 

" ΜΕΥΑΣ ΒΑΣΙΛΕΩΣ "

Ovvero " MEGAS BASILEOS ", Greco per " Grande Re " o, più correttamente, " Re dei Re ".

In ogni caso questa rinnovata supremazia Seleucide fu di breve durata, rientrato in Occidente Antioco approfittò della profonda crisi politica scoppiata in Egitto dopo la morte del Faraone Tolomeo IV per invadere i territori occupati dagli Egiziani in Siria distruggendo l'esercito del nuovo Faraone Tolomeo V sulle Alture del Golan realizzando così la definitiva espulsione degli Egizi dall'Asia, mentre i territori Egiziani in Europa ed Asia Minore vennero spartiti tra Antioco ed il suo alleato Filippo V di Macedonia.

L'espansionismo Siriaco mise però in allarme le città stato Greche in Asia Minore, che invocarono la protezione della Repubblica Romana.

Un tentativo di comporre la crisi politica fallì a causa della pretesa di Antioco di scambiare l'indipendenza delle città stato Greche con il riconoscimento da parte di Roma delle recenti conquiste Siriache in Europa, proposta che il Senato giudicò irricevibile.

Ma se l'espansionismo Siriaco allarmava le città Greche in Asia Minore, quello Romano allarmava le città Greche in Europa tanto che un gruppo di queste, riunite nella Lega Etolica, interpretando il fallimento dei colloqui Romano-Siriaci come sintomo di un indebolimento della Repubblica ne approfittò per invocare l'intervento di Antioco come loro protettore.

La guerra tra la Repubblica e l'Impero Seleucide si concluse nel 192 aev con la battaglia di Magnesia, dove l'esercito Siriaco, che pur poteva contare su Annibale come Consigliere Militare, fu distrutto da quello Romano comandato dal Generale Publio Cornelio Scipione Africano Maggiore. 

Nel 188 aev, con la firma della Pace di Apamea, Antioco fu costretto ad evacuare sia i territori conquistati in Europa, sia quelli in Asia Minore a nord del Tauro. 

Fu costretto inoltre a consegnare l'intera flotta da guerra, tutti gli elefanti da battaglia ed a pagare un risarcimento pari a circa 360 milioni di Sesterzi, di cui 72 " sull'unghia " ed il resto in 12 comode rate annuali.

Questo disastro annullata tutto il lavoro di 30 anni e consentiva ai BASILEOS di Partia e Bactria di ritornare non solo pienamente indipendenti ma anche di iniziare un’attiva politica di espansione territoriale. 

Ma mentre in Partia il BASILEOS Friyapāt guardava con interesse alla Satrapie ancora Seleucidi di Media e Perdia in Bactria Dēmētrios, genero di Antioco, allungava il suo sguardo su un altra, ben più appetitosa, preda...


Allo scrivente piace pensare che il collasso, verso il 185 aev, dell'Impero Maurya sia conseguenza della campagna Indiana del Basileus Battriano Demetrio, ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΔΗΜΗΤΡΙΟΥ, che, invaso il subcontinente alla testa delle sue quadrate legioni, l'anacronismo è voluto, si sarebbe spinto senza essere sconfitto, ΑΝΙΚΗΤΟΣ, fino alla Capitale Imperiale Pataliputra venendo fermato solo dalle onde dell'oceano sulla costa.

Più realmente fu il collasso dell'Impero Maurya che spinse Demetrio ad attaccare, effettuando una campagna che valse alla Battria il recupero delle terre già Seleucidi della Valle dell'Indo. 

Demetrio stesso non assunse mai ne il titolo di " Re dell'India ", con cui viene indicato sul CoGC e che deriva essenzialmente dalle biografie scritte secoli dopo dagli storici greco-romani, ne quello di " Mai Sconfitto ", presente invece sulle monete del suo successore, figlio?, Agatocle.

L'unico riferimento all'India, ammesso e non concesso che sia tale, è la presenza, nelle Dracme di Demetrio, al dritto del busto del sovrano che indossa un elmo a forma di testa di elefante.

Iconografia, comunque, che non è presente in tutte le emissioni monetarie di Demetrio e assente in quelle dei suoi sucessori.

Indipendentemente da questo il controllo ellenistico per circa 150 anni di una, considerevole, porzione dell'India fu un evento reale, prova di ciò sono le emissioni bilingui in bronzo iniziate appunto con Agatocle

Si tratta di pezzetti di forma pressappoco quadrata che al roverscio presentano la scritta 

" ΒΑΣΙΛΕΩΣ ΑΓΑΘΟΚΛΕΥΣ "

cioè " Re Agatocle ", ed al diritto la stessa scritta ma in caratteri Indiani che traslitterata suona 

" RĀJINE AKATHUKLEYASA ".

Lo scrivente ha sempre pensato che la formazione del Regno Indo-Greco nella valle dell'Indo fosse una conseguenza dell'invasione della Bactria da parte degli Yuezhi, invasione che avrebbe costretto la famiglia reale a spostare la corte da Bactra a Taxila.

Recentemente però ho letto che la causa della formazione del Regno Indo-Greco è da ricercarsi nella ribellione di Eucratide.

Questi, verosimilmente un nobile Greco figlio di una donna appartenente alla dinastia reale, approfittò dello stato di caos scatenatosi nella Bactria a causa della morte del Basileus Antimaco Theo e della, contemporanea, invasione dei Parti, per prendere il potere.

Bloccata l'invasione dei Parti grazie alla firma di un trattato di alleanza ed al pagamento di un ingente tributo in elefanti da guerra, Eucratide cercò di imporre la propria autorità anche alle, recentemente conquistate, satrapie Indiane ancora fedeli alla vecchia dinastia venendo tuttavia sconfitto da Menandro, il Milinda delle fonti Indiane, e costretto a ritirarsi al di là del Caucaso Indiano.

Giustino sostiene che Eucratide venne ucciso, circa 145 aev, mentre tornava dall'India da suo figlio Demetrio.

Gli storici moderni ammettono come valide le circostanze della morte, ma sostengono che in questo caso Giustino abbia sbagliato nell'identificare l'assassino come figlio del decuius. 

Più verosimilmente questo Demetrio era un membro della dinastia Eutidemide, forse un nipote di Demetrio Aniketos che col suo gesto sperava di ristabilire il proprio diritto sulla Bactria.

Indipendentemente da ciò la morte di Eucratide rappresentò l'inizio della fine per l'Impero Greco-Battriano, infatti non solo gli Eutidemidi fallirono nel loro tentativo di restaurazione, ma la Bactria stessa sprofondò nuovamente nell'abisso della guerra civile a causa della lotta fratricida per il potere tra i figli di Eucratide. 

Di questa situazione approfittarono saggiamente i nomadi Yuezhi, con una devastante scorreria che portò al saccheggio ed alla distruzione dell'importantissima città di Eucratideia, odierna Ai-Khanoum in Afghanistan. 

L'Impero Greco-Battriano non riuscì mai a riprendersi da questa debacle, neppure dopo che Eliocle riuscì ad emergere vincitore della guerra civile, negli anni successivi le infiltrazioni dei nomadi Yuezhi passarono dalla modalità " scorreria per saccheggio " a " conquista armata ".

È verosimile pensare, anche se non vi sono fonti che lo confermino, che Eliocle stesso abbia trovato la morte combattendo contro gli Yuezhi verso il 130 aev causando la disgregazione della Bactria in una galassia di città-stato, situazione che ci è nota grazie alle relazioni del diplomatico Cinese Zhāng Qiān.

Le tracce numismatiche suggeriscono che all'inizio del I secolo aev alcuni Mahārāja Indo-Greci condussero delle campagne militari oltre il Caucaso Indiano, odierno Hindu Kush, che valsero un parziale recupero della Bactria.

Nella seconda metà del I secolo aev Hermaios Soter da Alexandreia governava ancora la valle di Kabul ed è possibile che il trasferimento dei poteri ai primi monarchi Kushan, popolo derivante dalla sedentarizzazione degli Yuezhi, non sia derivato da uno scontro armato ma da un semplice avvicendamento dinastico.


Un articolo di Enrico Pizzo:


Supportaci leggendo un libro di Assobyz e iscriviti alla nostra associazione!


283 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page