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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

La battaglia del fiume Frigido. Analisi dello scontro

La battaglia del Frigido (394) è stata una delle battaglie più importanti di tutto il mondo antico, capace di plasmare il futuro dell'impero e di tutto il bacino del Mediterraneo.

è uno scontro di religioni, di politiche, di migrazioni e di potere, in un certo senso l'apice del conflitto fra la tendenza orientalista e quella "tradizionale" all'interno della civiltà romana.

L'imperatore Teodosio, al comando di un grande esercito che comprende legioni romane d'Oriente, foederati di Germania e soprattutto i temibili Goti, muove verso l'Italia, probabilmente per occupare Milano, e si trova il passo sbarrato dall'esercito di Flavio Eugenio, il suo omologo d'Occidente.

Eugenio, anch'egli di fede cristiana, ha tentato di farsi riconoscere come sovrano d'Occidente grazie ad una attenta politica di tolleranza religiosa da contrapporre alle leggi liberticide volute da Teodosio.

Quella mossa si rivela vincente e una ribellione nata dal nulla in seno agli ausiliari Franchi ottiene in breve tempo l'appoggio delle maggiori gens d'Italia e di Gallia, dei ricchi senatori di Roma e di tutte quelle figure messe in ombra dalle imposizioni della corte orientale.

Dopo una vittoriosa campagna sul Reno, il generale d'Occidente Arbogaste sposta le legioni migliori di Gallia per lo scontro decisivo.

Sul campo ci sono 100-120.000 uomini, è una cifra enorme, praticamente un soldato romano su quattro si trova nelle minuscola valle che separa l'Italia dalla Dalmazia. Le forze d'Oriente sono di numero superiore a quelle occidentali (Ravegnani), anche se non sappiamo in che numero.

Una vittoria di Teodosio significherebbe l'imposizione del cristianesimo come unica religione tollerata, la fine degli antichi culti e lo spostamento definitivo del baricentro imperiale verso Costantinopoli.

La politica di Eugenio, al contrario, è legata agli interessi della classe dirigente d'Occidente, alle antiche tradizioni e ad una politica di tolleranza voluta da Costantino il Grande.



Possibile movimento delle truppe di Teodosio (Rosso/arancione)


Ricostruire gli eventi storici non è assolutamente facile, perchè le fonti che abbiamo sono fedeli a Teodosio, o comunque sono influenzate dal giudizio del vincitore. Queste stesse fonti spesso si rivelano al limite del grottesco, con il puro scopo di glorificare la vittoria del loro imperatore sulle ore dei ribelli d'Occidente.

Così, Flavio Eugenio viene apostrofato di essere un pagano, nonostante in altri passaggi venga ammesso che fosse cristiano e gli stessi numeri degli eserciti sembrano molto malleabili.

La battaglia durò due giorni e le forze in campo furono:


Impero d'Oriente di Teodosio:


- Legioni d'Asia e dei Balcani con truppe di foederati germanici (numero imprecisato) al comando di Stilcone e Timasio.

- Foederati Visigoti al comando di Alarico e Gainas, 20.000 uomini.

- Legioni di rinforzo dalla Siria (numero imprecisato)

- Mercenari d'Iberia e Arabia, forse al comando di Bacurio (numero imprecisato).

Totale: 50-60.000


Impero d'Occidente di Eugenio:


- Foederati Franchi al comando di Arbogaste (numero imprecisato).

- Legioni della Gallia e della Britannia, compresi gli Herculeiani al comando di Arbogaste (numero imprecisato).

- Legioni d'Italia e del Norico, forse al comando di Nicomaco Flaviano (numero imprecisato).

- Ausiliari Alamanni e Goti (ostili ai Visigoti, forse Ostrogoti).

Totale: 35-50.000


La leggenda narra che i cristiani di Teodosio erano sul punto di essere sconfitti dopo un giorno intero di scontri, ma ad un certo punto l'imperatore iniziò a pregare in solitudine e Dio si mosse in suo favore, alzando la bora e ridando baldanza alle truppe dei suoi sostenitori.

I pagani, scossi dal vento e dalla foga dei loro nemici, abbandonarono il campo e si diedero precipitosamente alla fuga, impossibilitati ad usare le armi da lancio.


Che cosa accadde veramente? La bora fu davvero così influente nella vittoria di Teodosio?

Arbogaste, in questa prima fase si dimostra un generale nettamente superiore a Teodosio, infatti riesce ad imbottigliare l'esercito d'Oriente in una stretta valle, costringendolo a combattere in una posizione pessima, circondato dalle colline e bloccato nell'avanzata dalle fortezze alpine, debitamente presidiate.

Gli Occidentali hanno addirittura abbastanza tempo per installare delle statue di Giove sui pendii montani con lo scopo di deridere e spaventare i loro nemici.

Quanto possiamo dedurre è che effettivamente le truppe d'Occidente, che ricordiamo erano composte da pagani, ma anche da cristiani, ottennero un netto vantaggio durante il primo giorno di battaglia anche se entrambi gli schieramenti dovettero subire perdite molto pesanti.

Gli orientali persero 10.000 Goti, ma le truppe occidentali dovevano essere troppo stanche per schiacciare il nemico, perciò non lo inseguirono e gli permisero di riorganizzarsi ad una breve distanza dal campo di battaglia.


Tra il primo ed il secondo giorno di scontro, durante la notte, Teodosio inviò delle spie per corrompere delle truppe d'Occidente a passare sotto al suo vessillo, la cosa funzionò e la mattina Arbogaste vide la sua formazione spezzata, perdendo di schianto tutto il vantaggio precedentemente ottenuto.

Sebbene sia lecito supporre che il tradimento sia stato compiuto dalle truppe cristiane, è molto probabile, invece, che a passare dalla parte di Teodosio furono contingenti di Franchi pagani, che vedevano in Arbogaste un ostacolo insormontabile per le loro ambizioni di potere. Infine, è possibile che il tradimento sia stato compiuto da alcuni reparti di ausiliari goti, corrotti con false promesse.

Durante la notte Arbogaste aveva mandato alcuni reparti a chiudere la ritirata di Teodosio, perciò la corruzione di alcune delle sue truppe fu un colpo inaspettato ad una strategia che si stava dimostrando vincente.

Non sappiamo se la bora ci sia veramente stata, ma anche in caso affermativo Arbogaste aveva comunque in vantaggio nelle fortificazioni che senza dubbio avrebbe risolto il problema.

Lo stesso Sant'Ambrogio cita l'intervento della bora, ma afferma che questa soffiò prima dello scontro e che le truppe di Eugenio furono spaventate già durante il primo giorno.

Alcune fonti cristiane dicono che oltre alla bora ci fu un'eclissi che fu un presagio negativo per i pagani, ma stando ai calcoli astronomici siamo certi che non ci fu alcuna eclissi.


Nonostante la propaganda del tempo abbia definito la battaglia come quasi incruenta, le perdite furono così gravi che la vittoria di Teodosio fu praticamente parziale.

Venne concessa una sorta di amnistia per chi aveva supportato la rivolta, i Goti ruppero definitivamente con un impero che li aveva usati come carne da macello e, in pochi anni, saccheggiarono Roma; le forze d'Occidente furono così indebolite da essere incapaci di resistere alle invasioni dei barbari sul Reno negli anni successivi.


Articolo di Emanuele Rizzardi








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ENGLISH VERSION:


The Battle of the Frigidus River. Analysis of the clash


The Battle of Frigidus (394) was one of the most important battles of the entire ancient world, capable of shaping the future of the empire and of the entire Mediterranean basin.

It was a clash of religions, of policies, of migrations and of power, in a certain sense the apex of the conflict between the orientalist and the "traditional" tendencies within the Roman civilization.

Emperor Theodosius, at the command of a large army including Roman legions from the East, foederati from Germany and especially the fearsome Goths, moves towards Italy, probably to occupy Milan, and finds the pass blocked by the army of Flavius Eugenius, his counterpart in the West.

Eugenius, who was also a Christian, tried to be recognized as sovereign of the West thanks to a careful policy of religious tolerance to oppose the liberticidal laws wanted by Theodosius.

This move proved to be successful, and a rebellion born out of nothing within the auxiliary Franks quickly obtained the support of the major gens of Italy and Gaul, the rich senators of Rome and all those figures overshadowed by the impositions of the Eastern court.

After a victorious campaign on the Rhine, the western general Arbogast moved the best legions of Gaul for the decisive battle.

On the field there are 100-120,000 men, it is an enormous number, practically one Roman soldier out of four is in the tiny valley that separates Italy from Dalmatia. The forces of the East are greater in number than those of the West (Ravegnani), although we do not know in what number.

A victory of Theodosius would mean the imposition of Christianity as the only tolerated religion, the end of the ancient cults and the definitive shift of the imperial center of gravity towards Constantinople.

Eugenius policy, on the contrary, is linked to the interests of the ruling class of the West, to the ancient traditions and to a policy of tolerance desired by Constantine the Great.



Potential movement of Theodosius' troops (Red/Orange)


Reconstructing historical events is by no means easy, because the sources we have are faithful to Theodosius, or at least are influenced by the judgment of the victor. These same sources often turn out to be at the limit of the grotesque, with the pure purpose of glorifying the victory of their emperor on the hours of the rebels of the West.

Thus, Flavius Eugenius is apostrophized as a pagan, although in other passages it is admitted that he was a Christian, and the numbers of the armies themselves seem very malleable.

The battle lasted two days and the forces on the field were:


Theodosius' Eastern Empire:


- Legions of Asia and the Balkans with troops of Germanic foederati (unspecified number) under the command of Stilicho and Timasius.

- Foederati Visigoths to the command of Alaric and Gainas, 20.000 men.

- Legions of reinforcement from Syria (unspecified number)

- Mercenaries from Iberia and Arabia, perhaps under the command of Bacurius (unspecified number).

Total: 50-60,000


Western Empire of Eugenius:


- Frankish foederati under the command of Arbogast (unspecified number).

- Legions of Gaul and Britain, including Herculeans under the command of Arbogast (unspecified number).

- Legions of Italy and Noricum, possibly under the command of Nicomachus Flavianus (unspecified number).

- Auxiliary Alamanni and Goths (hostile to the Visigoths, perhaps Ostrogoths).

Total: 35-50.000


The legend tells that the Christians of Theodosius were about to be defeated after a whole day of fights, but at a certain point the emperor began to pray in solitude and God moved in his favor, raising the bora and giving back boldness to the troops of his supporters.

The pagans, shaken by the wind and by the eagerness of their enemies, abandoned the camp and they hastily fled, unable to use their throwing weapons.


What really happened? Was the bora really so influential in the victory of Theodosius?

Arbogast, in this first phase proves to be a general clearly superior to Theodosius, in fact he manages to bottle up the Eastern army in a narrow valley, forcing it to fight in a very bad position, surrounded by hills and blocked in the advance by the Alpine fortresses, duly garrisoned.

The Westerners even have enough time to install statues of Jupiter on the mountain slopes in order to mock and frighten their enemies.

What we can deduce is that actually the troops of the West, that we remember were composed by pagans, but also by Christians, obtained a clear advantage during the first day of battle even if both sides had to suffer very heavy losses.

The Easterners lost 10,000 Goths, but the Western troops must have been too tired to crush the enemy, so they did not pursue him and allowed him to reorganize at a short distance from the battlefield.


Between the first and the second day of the battle, during the night, Theodosius sent spies to bribe Western troops to pass under his banner, it worked and in the morning Arbogast saw his formation broken, losing all the advantage previously obtained.

Although it is fair to assume that the betrayal was carried out by Christian troops, it is very likely, however, that to pass on the side of Theodosius were contingents of pagan Franks, who saw in Arbogast an insurmountable obstacle to their ambitions for power. Finally, it is possible that the betrayal was carried out by some units of Goth auxiliaries, bribed with false promises.

During the night Arbogast had sent some wards to close down Theodosius' retreat, so the corruption of some of his troops was an unexpected blow to a strategy that was proving successful.

We don't know if the bora really happened, but even if it did, Arbogast had an advantage in the fortifications that would have undoubtedly solved the problem.

Saint Ambrose himself mentions the intervention of the bora, but states that it blew before the clash and that Eugenius troops were frightened already during the first day.

Some Christian sources say that in addition to the bora there was an eclipse that was a negative omen for the pagans, but according to astronomical calculations we are certain that there was no eclipse.


Although the propaganda of the time defined the battle as almost bloodless, the losses were so heavy that the victory of Theodosius was practically partial.

A sort of amnesty was granted to those who had supported the revolt, the Goths broke definitively with an empire that had used them as cannon fodder and, in a few years, sacked Rome; the Western forces were so weakened that they were unable to resist the barbarian invasions on the Rhine in the following years.



Article by Emanuele Rizzardi










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