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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Khazari, i signori della Steppa

Aggiornamento: 31 gen 2022

L’Impero durante tutta la sua vita ha avuto moltissimi popoli nemici e decisamente pochi amici.

I Khazari furono una di quelle pochissime popolazioni con cui i rapporti furono quasi sempre buoni, se escludiamo gli ultimi decenni, e seppero essere utili alleati prima contro i Persiani e poi contro gli Arabi, in quei momenti in cui l’Impero aveva più bisogno di aiuto.


Un fenomeno storico estremamente originale all’interno del panorama degli sul Medioevo è certamente rappresentato dal popolo dei Khazari, inizialmente nomadi di origine turca poi stanziatisi sul Volga, nelle steppe della Russia meridionale, all’inizio del VII secolo.

Inseriti in un contesto turbolento, dovettero confrontarsi con i loro vicini a più riprese, in particolare altre popolazioni della steppa quali i Bulgari del Volga e il Khaganato dei Turchi occidentali, quest’ultimo crollato nel 659 e i primi sconfitti proprio dai Khazari nel 670. I protagonisti della nascita dei Khazari come potenza sono i signori della guerra del Clan Ashina, che riescono in qualche modo a raccattare parte dei pezzi durante la caduta del Clan Juan Juan e della grande confederazione che aveva creato a sua volta dalla fine dell’impero Göktürk.


I Khazari erano guerrieri nomadi dell’Asia-Centrale, che poi si trasformando in popolazioni semi sedentarie. Sono abili guerrieri che combattono a cavallo, maestri nell’uso dell’arco e nelle razzie in profondità nei territori dei grandi imperi agricoli del tempo.

Tra il 627 e il 629 la forze del capo khazaro Ziebel (identificato forse con Tong Yabghu Qaghan), che ai tempi era ancora legato ai Göktürk, combatterono insieme ad Eraclio contro i Persiani devastando il Caucaso e conquistarono Debrent, fortezza ritenuta inespugnabile, massacrandone gli abitanti e causando il panico generale. Con i loro cavalli piccoli e veloci (forse dei pony), i Khazari potevano muoversi anche d’inverno perché i loro animali richiedevano poco foraggio e quindi erano totalmente imprevedibili nei loro movimenti.

Il loro contributo fu probabilmente fondamentale per la vittoria finale dell’imperatore Eraclio.




A partire dall’ultimo quarto del secolo VII i domini khazari si espansero comprendendo un territorio che dalla Crimea (la cui sola Cherson rimase in mani romane) arrivava fino a Darband (attuale Derbent, in Azerbaijan). Prendendo atto del contesto storico, è importante mettere in risalto che il territorio controllato dal khanato dei Khazari era posto proprio al termine della via che dal Mar Baltico giunge al Mar Nero, mettendo in comunicazione il mondo dell’Europa nord-orientale e il mondo mediterraneo, attraverso la quale circolavano merci quali pellicce, ambra, miele, grano, olio ecc.

La posizione strategica che avevano acquisito portò floridezza e prosperità al loro dominio ed essi si inserirono a pieno titolo nel gioco politico dell’area. Continuarono i rapporti amichevoli con Costantinopoli, siglando perfino dei legami dinastici, e si scontrarono aspramente con gli Arabi, in quel momento nel pieno della loro spinta propulsiva verso un’espansione illimitata.

La prima spedizione araba in territorio khazaro, guidata da ‘Abd ar-Rahmān b. Rabī’a al Bāhilī nel 652, andò incontro ad una disfatta alle porte della città di Balanjar, una delle capitali khazare. Ma la guerra nel Caucaso si fece aspra e i Khazari furono costretti a trasferire la capitale più a nord, ad Atïl, finché, dopo aver perso Darband (713-714), nel 737 furono sottomessi da una spedizione araba capitanata da Marwān b. Muhammad, che giunse fino ad Atïl spingendosi anche oltre essa.

In ogni caso non rimasero sottomessi a lungo, perché già nel 741 Leone III sconfisse duramente gli Arabi ad Akroinon in Anatolia, imponendo una brusca e definitiva battuta d’arresto all’espansione musulmana, che da quel momento in poi, in quell’area, si ridusse ad una logorante guerra di posizione. Il favorevole rivolgimento della sorte permise ai Khazari di riacquistare la loro indipendenza che mantennero fino agli inizi del nuovo millennio, quando, indeboliti dall’espansionismo di Kiev, il khanato si disintegrò. I loro rapporti con Costantinopoli peggiorarono con l’avvento della dinastia Macedone e in particolare con la politica religiosa intransigente di Romano Lecapeno.

In ogni caso, l’accanita resistenza dei Khazari permise di fermare l’avanzata araba per un cinquantennio e farla avanzare molto lentamente per i successivi secoli.

L’aspetto forse più interessante del popolo khazaro è però quello religioso. Inizialmente sciamanisti (molto probabilmente tengristi), tra l’VIII e il IX secolo si convertirono all’ebraismo in seguito a dinamiche che non sono ancora del tutto chiare alla storiografia, limitandosi a vaghe ipotesi con poche fonti a supporto.

C’è chi dice lo fecero per porsi come terza via tra il Cristianesimo e l’Islam, chi invece sostiene che fossero venuti a contatto con mercanti ebrei prima che con i missionari degli altri culti, chi ancora ipotizza una conversione frettolosa e non ben ponderata per ribaltare una situazione sfavorevole, ottenendo il supporto di una divinità “più potente”. Stampfer, invece, sostiene che la conversione sia più che altro una leggenda e i Khazari siano rimasti pagani fino alla fine.

Quale fu la fine dei Khazari? Molto brevemente, la loro stelle tramontò a favore di quella dei Rus di Kiev, con cui i Romani a loro volta iniziarono ad intrattenere rapporti buoni dopo la loro conversione al cristianesimo.

Nel 969 Sviatoslav di Kiev distrusse quanto restava del dominio dei Khazari, ma ancora nel 986 un tale capo Davide manteneva alcuni territori superstiti nella parte orientale del Bosforo in opposizione a Kiev.

Nel 1016 ciò che restava di questo piccolo dominio fu diviso tra Romani e Rus su spinta del basileus Basilio II. L’ultimo sovrano khazaro fu Georgius Tzul, di cui non sappiamo praticamente nulla; probabilmente Georgius è la grecizzazione di un nome tribale che non conosciamo. Venne rapidamente deposto e catturato, ma il suo destino rimane ignoto.

Il bacino di territorio khazaro delle steppe fu in qualche modo occupato dai Peceneghi e poi dai Cumani che ben presto divennero qualcosa di simile a quanto furono i khazari nei secoli precedenti.


Articolo di Emanuele Rizzardi e Andrea Flocco


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English version:


Khazars, warlords of the Steppe:


The Empire throughout its life had many enemy peoples and very few friends. The Khazars were one of those very few peoples with whom relations were almost always good, if we exclude the last few decades, and they knew how to be useful allies first against the Persians and then against the Arabs, in those moments when the Empire needed more help.


An extremely original historical phenomenon within the panorama of the Middle Ages is certainly represented by the people of the Khazars, initially nomads of Turkish origin then settled on the Volga, in the steppes of southern Russia, at the beginning of the seventh century. Inserted in a turbulent context, they had to confront their neighbors on several occasions, in particular other populations of the steppe such as the Bulgarians of the Volga and the Khaganate of the Western Turks, the latter collapsed in 659 and the first defeated by the Khazars in 670. I protagonists of the birth of the Khazars as a power are the warlords of the Ashina Clan, who somehow manage to pick up part of the pieces during the fall of the Clan Juan Juan and the great confederation that had created in turn since the end of the Göktürk empire.

The Khazars were nomadic warriors from Central Asia, who then transformed into semi-sedentary populations. They are skilled warriors who fight on horseback, masters in the use of the bow and in deep raiding in the territories of the great agricultural empires of the time.

Between 627 and 629 the forces of the Khazarian leader Ziebel (identified perhaps with Tong Yabghu Qaghan), who at the time was still linked to the Göktürk, fought together with Heraclius against the Persians, devastating the Caucasus and conquered Debrent, a fortress considered impregnable, massacring its inhabitants and causing general panic. With their small and fast horses (perhaps ponies), the Khazars could move even in winter because their animals required little forage and were therefore totally unpredictable in their movements.



Their contribution was probably crucial for the final victory of Emperor Heraclius.

From the last quarter of the seventh century the Khazarian domains expanded to include a territory that from Crimea (whose only Cherson remained in Roman hands) reached Darband (now Derbent, in Azerbaijan). Taking note of the historical context, it is important to emphasize that the territory controlled by the khanate of the Khazars was located right at the end of the road that leads from the Baltic Sea to the Black Sea, connecting the world of north-eastern Europe and the Mediterranean world. , through which goods such as furs, amber, honey, wheat, oil etc. circulated.

The strategic position they had acquired brought prosperity and prosperity to their dominion and they entered fully into the political game of the area. Friendly relations with Constantinople continued, even signing dynastic ties, and they clashed bitterly with the Arabs, at that moment in the midst of their propulsive thrust towards unlimited expansion.

The first Arab expedition to Khazarian territory, led by 'Abd ar-Rahmān b. Rabī'a al Bāhilī in 652, met a defeat at the gates of the city of Balanjar, one of the Khazar capitals. But the war in the Caucasus became bitter and the Khazars were forced to move the capital further north, to Atïl, until, after losing Darband (713-714), in 737 they were subdued by an Arab expedition led by Marwān b. Muhammad, who reached Atïl even going beyond it.

In any case they did not remain submissive for long, because already in 741 Leo III severely defeated the Arabs at Akroinon in Anatolia, imposing an abrupt and definitive halt to the Muslim expansion, which from that moment on, in that area, it was reduced to an exhausting war of position. The favorable turn of fate allowed the Khazars to regain their independence which they maintained until the beginning of the new millennium, when, weakened by the expansionism of Kiev, the khanate disintegrated. Their relations with Constantinople worsened with the advent of the Macedonian dynasty and in particular with the uncompromising religious policy of Romanos Lekapenos.




In any case, the fierce resistance of the Khazars made it possible to halt the Arab advance for fifty years and make it advance very slowly for the following centuries.

Perhaps the most interesting aspect of the Khazarian people, however, is the religious one. Initially shamanists (most likely Tengrists), between the eighth and ninth centuries they converted to Judaism following dynamics that are not yet completely clear to historiography, limiting themselves to vague hypotheses with few supporting sources.

There are those who say they did it to act as the third way between Christianity and Islam, those who argue that they had come into contact with Jewish merchants before the missionaries of other cults, who still hypothesize a hasty and not well thought out conversion to reverse an unfavorable situation, obtaining the support of a "more powerful" divinity. Stampfer, on the other hand, argues that the conversion is more of a legend and the Khazars remained pagan until the end.

What was the end of the Khazars? Very briefly, their stars waned in favor of that of the Kievan Rus, with whom the Romans in turn began to have good relations after their conversion to Christianity.

In 969 Sviatoslav of Kiev destroyed what remained of Khazar rule, but still in 986 such a leader David retained some surviving territories in the eastern part of the Bosphorus in opposition to Kiev. In 1016 what remained of this small domain was divided between Romans and Rus at the push of Basileus Basil II.

The last Khazarian ruler was Georgius Tzul, of whom we know practically nothing; probably Georgius is the Greekization of a tribal name that we do not know. He was quickly deposed and captured, but his fate remains unknown.

The Khazarian territory basin of the steppes was somehow occupied by the Pecenegians and then by the Cumans who soon became something similar to what the Khazars were in the previous centuries.


Article by Emanuele Rizzardi and Andrea Flocco


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