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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Simposio barbarico a Forum Iuli: Grimoaldo, il primo re friulano.

Aggiornamento: 20 mag

 

Articolo a cura di Nicola Messina.


La giornata sembra volgere al peggio. La brezza orientale smuove nuvole nere verso l’entroterra. Un lampo annuncia l’arrivo di una tempesta. La porta della locanda s’apre all’improvviso, un lampo rischiara la sagoma di un uomo dalle spalle ampie. L’uomo entra nella locanda con passo greve, la luce soffusa illumina un viso segnato dalle tante sfide della vita: la lunga barba annodata e i capelli castani gli ricadono sulle spalle. La spada ondeggia al fianco. Il suo sguardo vaga per la sala e, infine, si posa su di me. Io sono seduto a uno dei tavoli del locale. Non ci sono altri clienti. L’incontro è stato concordato, solo il proprietario potrà assistervi, ma da lontano.

L’uomo s’avvicina. Giunto al mio tavolo si siede senza chiedermi il permesso, allunga le mani sull’assito e mi scruta con uno sguardo interrogativo. “Sono Grimoaldo di cosa dobbiamo parlare?” Infine, mi chiede.

All’improvviso veniamo entrambi trasportati nella sala di un hotel di Cividale dove io Nicola Messina dell’associazione Byzantion di Milano e Matteo Grudina ci siamo dati appuntamento per parlare del prossimo film prodotto dall’associazione friulana Invicti Lupi: Langobardi – Grimoaldo, il primo re friulano interpretato da Matteo stesso.

Una singolare riunione barbarica quella di Cividale, l’antica Forum Iuli, tra il sottoscritto, che segue la storia dei goti, e il mio interlocutore appassionato di storia longobarda. Popolazioni parificate da una presunta comune origine scandinava.

Matteo e la sua fara hanno fatto della divulgazione storica longobarda una ragione di vita e un mezzo per far conoscere aspetti inediti del passato della sua regione, il Friuli. Durante il colloquio ho scoperto che entrambi siamo dei lavoratori e che il nostro interesse verso i popoli germanici antichi non proviene da studi accademici, ma da una genuina inclinazione alla conoscenza storica. Inclinazione, tra l’altro, che ci ha portato a studiare e ricercare ad ampio raggio nella storia dei due popoli. Infatti, Matteo e il suo gruppo, composto da uomini e donne entusiaste di quello che fanno, sono anche dei ricostruttori storici, ovvero riportano in vita, il più accuratamente possibile, gli usi e i costumi degli antichi Longobardi. Per l’incontro di Cividale ho dovuto anch’io immergermi negli scritti di Paolo Diacono e conoscere meglio il periodo storico. Spero che Alarico mi perdoni.

Dopo i preliminari d’obbligo, Matteo comincia a illustrarmi col piglio dell’appassionato la storia di Grimoaldo, che qui delineo brevemente.

Grimoaldo nasce a Cividale del Friuli attorno al 600 d.C. da una famiglia nobile discendente dalla stirpe di Alboino. Il padre era il duca Gisulfo II della fara dei Gausi. Durante la sua giovinezza viene rapito assieme ai fratelli dagli Avari dai quali riesce a fuggire in modo rocambolesco. I suoi fratelli maggiori, Caco e Tasone, vengono assassinati dai bizantini a Oderzo. Lo zio Grasulfo II diviene duca. Non volendo sottostare al parente, Grimoaldo e il suo terzo fratello maggiore Radoaldo ripararono a Benevento presso il duca Arechi. Alla sua morte il ducato di Benevento passa prima a suo figlio Aione e poi, dopo che quest'ultimo cadde in combattimento, a Radoaldo. Dal matrimonio con Ita ebbe Romualdo e due figlie. Nel 651 succede al duca di Benevento, mentre nel 662 s’intromette nella lotta per il potere tra Godeperto e Pertarito. Prende il posto di Godeperto e cattura Pertarito che poi fugge presso i franchi dopo aver tentato di riprendersi il trono con l’aiuto dei franchi stessi, in seguito sconfitti nella Battaglia di Refrancore nel 663. Successivamente si scontra con l’imperatore Costante II e lo vince. Negli anni successivi governa le regioni meridionali d’Italia con l’aiuto dei mercenari bulgari di Alcek; si prodiga nella difesa dei confini friulani contro l’avanzata degli avari; favorisce l’integrazione tra le varie componenti del regno; continua l’opera legislativa di Rotari. Grimoaldo muore nel 671 a seguito di una rottura di una vena dopo un salasso. Qualcuno ipotizza una congiura proveniente dall’esarcato di Ravenna.

Da questa storia ricca di avvenimenti è stato tratto un docu-film girato a Romans, in vari paesi del Friuli e in Austria presso il museo Romerstadt Carnuntum. Nella zona di Romans, tra l’altro, sono state scoperte trecento tombe longobarde ricche di preziosi corredi.

Il film è il terzo in ordine d’uscita. Il primo, ricordo, è stato quello su Alboino, poi è stata prodotta una sorta di antologia con quattro film tematici sulla vita dei Longobardi da venti minuti ciascuno circa. Il film su Grimoaldo, da quanto traspare dalle parole di Matteo, è stata una produzione in cui si è lavorato duramente per mantenere un livello narrativo elevato. I protagonisti sono tutti volontari, gente che ha messo il proprio tempo a disposizione di una vera impresa, come nelle pellicole precedenti. Tutti si sono sottoposti a riprese estenuanti, spesso con un clima avverso. Gli attori si sono allenati costantemente in palestra con le armi, per imparare a usarle così da non farsi male durante le riprese. Hanno effettuato sessioni di recitazione per rendere credibili le scene di guerra. Oggetti di scena, abiti, armi e armature sono stati riprodotti fedelmente.

La regia è tutta femminile. Infatti, la moglie di Matteo, Sandra Lopez Cabrera, è la regista che ha messo su pellicola l’epopea di Grimoaldo; ha curato tutta la post-produzione, il montaggio, le musiche e i testi. Un lavoro enorme e un personaggio inedito per il cinema italiano. Da ricordare anche il direttore della fotografia Simone Vrech, cameraman Alessandro Galliera, fonico Christopher Candotti, supporto tecnico Ferdinando Di Camillo, dronista Stefano Marongiu, voce narrante Danilo Lazzarini, colonna sonora composta dai Ragnarök. Il prodotto raggiunge l’attributo divulgativo, oltre che cinematografico, grazie agli interventi degli storici dott. Angelo Floramo e del dott. Nicola Bergamo, e alle consulenze archeologiche a cura del dott. Michele Angiulli. Un corretto mix di cinematografia, di approfondimento storico, di scenografie e ricostruzioni. Quindi un prodotto destinato a suscitare l’interesse delle scuole oltre che del pubblico di massa di cinema e festival.

La docu-fiction storica è un genere televisivo che va molto di moda nei paesi anglosassoni, dove però, e forse troppo spesso, i produttori abusano della scarsa conoscenza storica degli spettatori per diffondere informazioni non corrette e tendenziose.

Matteo a questo proposito vuole porre l’accento sul fatto che il film su Grimoaldo è un progetto innovativo di divulgazione storica che si basa sul living history, strumento che si pone a metà strada tra il mondo accademico e la gente al fine di favorire l’apprendimento del pubblico, ed avrà come punti di forza lo studio, la ricerca, la sperimentazione e la divulgazione. Un altro dei punti di forza di questo docu-film è dato dalle sinergie di collaborazioni che sono state create: rievocatori storici, attori, accademici, storici ed archeologi, artisti ed artigiani, tecnici multimediali, musei, enti pubblici ed enti privati. Conclude l’intervista dicendo che l’obbiettivo di Invicti Lupi è quello di creare dei prodotti sempre migliori.

Al termine della registrazione io e il mio ospite ci siamo dilungati a parlare sul perché ci interessa rievocare le storie di popoli scomparsi e che, all’apparenza, nulla hanno più da dire a noi moderni. Questo vale sia per i Longobardi che per i Goti. La risposta non è semplice e non si può sintetizzare in poche parole. Alcuni pensieri però accomunano me e Matteo: estirpare i pregiudizi rinascimentali sui barbari, togliere argomenti ai nazionalisti e cercare di portare la Storia al grande pubblico che guarda serie televisive storiche intrise di palesi inesattezze.

Di comune accordo, prima di lasciarci alle nostre incombenze, per Matteo lavorative e per me vacanziere, ci siamo ripromessi di tornare su questi argomenti per chiarire meglio il nostro pensiero in proposito, perché le vicende, la storia, la vita delle antiche popolazioni migranti che hanno contribuito a creare l’Italia e l’Europa moderna devono essere narrate e non lasciate cadere nell’oblio, o peggio ancora.

Quindi ricordo a tutti che l’8 di giugno uscirà il film Grimoaldo, il primo re friulano. Io e l’associazione Byzantion ringraziamo per il lavoro e la disponibilità Matteo e l’associazione Invicti lupi.

Qui il trailer ufficiale del progetto







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