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All'ombra del bullismo, con Anthì Anagnostou

L'Associazione culturale Byzantion ha il piacere di ospitare Anthì Anagnostou che ci parlerà del bullismo e del suo libro “All'Ombra Del Bullismo”

1)Parlaci di te, di che cosa ti occupi e della tua formazione


Salve, prima di tutto vorrei ringraziarvi per l’invito. Ho studiato Sociologia all’ Università Egeo che si trova a Lesbo, in Grecia. Ho lavorato come insegnante di Sociologia in alcune scuole superiori e consulente presso centro anziani. Otto anni fa mi sono trasferita in Italia perché ho trovato l’amore della mia vita, ci siamo sposati e ora mi occupo di mia figlia.


2)Perché hai scritto “All'Ombra Del Bullismo”?


Prima di tutto perché il bullismo è un fenomeno sociale che mi ha preoccupata per molti anni, ho sempre avuto l’impressione che questo problema fosse sempre sottovalutato da tutti. Una volta arrivata in Italia non sapevo la lingua e mentre la studiavo per migliorarmi, ho pensato di scrivere un romanzo che parlasse di bullismo. Ho creato una storia per fare capire alla gente come si sentono e cosa provano le vittime del bullismo. Perché non si confidano? Qual è il ruolo dell’ambiente familiare e degli amici?


3) Cos’è il bullismo?


Il bullismo è una forma di comportamento violento, intenzionale e ripetitivo nei confronti di chi non è in grado di difendersi. Il termine è principalmente utilizzato per riferirsi a fenomeni di violenza tipici degli ambienti scolastici e più in generale di contesti sociali riservati ai più giovani.


4) Come si manifesta il bullismo?


Da una parte c’è il bullo, colui che attua dei comportamenti aggressivi fisicamente e/o psicologicamente e dall’altra parte c’è la vittima, colui che invece subisce tali atteggiamenti. Di solito i bulli creano gruppi con dei complici che ridono alle azioni del bullo. Esistono diversi tipi di bullismo:

- il bullismo fisico: il bullo colpisce la vittima con colpi, calci, sputi e molestie sessuali;

-il bullismo verbale: il bullo prende in giro la vittima, dicendole frequentemente cose cattive e spiacevoli o chiamandola con nomi offensivi, dicendo il più delle volte parolacce e scortesie;

-il bullismo psicologico: il bullo ignora o esclude la vittima completamente dal suo gruppo o mette in giro false voci sul suo conto;

- cyberbullismo o bullismo elettronico: il bullo invia messaggi molesti alla vittima tramite SMS, in chat o la fotografa/filma in momenti in cui non desidera essere ripreso e poi invia le sue immagini ad altri per minacciarlo o dargli fastidio.


5)Come si può prevenire il bullismo?


La prevenzione è sicuramente il modo migliore per combattere il bullismo e la responsabilità individuale svolge il ruolo più importante. La scuola e la famiglia sono fattori che devono collaborare promuovendo la conoscenza reciproca, insegnare il rispetto verso le altre realtà socio-culturali e religiose, favorire l’autostima dei ragazzi, insegnare come affrontare i conflitti e soprattutto il rispetto delle regole della convivenza civile.


6)Quanto è diffuso il bullismo?


Le ricerche indicano una diffusione più generalizzata del bullismo nelle scuole elementari e primi anni delle medie come fenomeno socio-relazionale e modalità diffusa di soluzione dei conflitti. Il bullismo, secondo alcune inchieste, è diffuso in maniera capillare, tanto da coinvolgere, almeno una volta nella vita, addirittura il 41% dei bambini italiani. Spintoni e insulti non avvengono solo all’interno dei corridoi e delle aule scolastiche, al contrario possono riguardare anche altri luoghi pubblici come giardini, parchi, cortili ecc. Con il crescere dell'età si assiste ad una diminuzione della frequenza con una maggiore radicalizzazione in un numero ristretto di casi come forma stabile di disagio individuale.


7)Pensi che ci sia il rischio che il bullismo venga sottovalutato?


Assolutamente sì, purtroppo esistono opinioni sul bullismo essenzialmente errate come:

-credere che sia soltanto un fenomeno che fa parte della crescita;

-credere che sia una semplice "ragazzata" giudicando colpevole la vittima, solo perché non è in grado di difendersi o che si riscontri soltanto delle zone abitative più povere e arretrate.


8) I bulli della scuola possono trasformarsi negli anni e portare il bullismo al lavoro come mobbing?


Sviluppi nella ricerca hanno dimostrato che fattori come l'invidia e il risentimento possono essere indicatori di rischio per diventare un bullo. I risultati sull'autostima, in particolare, sono controversi mentre alcuni evidenziano un aspetto narcisistico, altri mostrano vergogna o imbarazzo. In altri casi l'origine del bullismo affonda le radici nell'infanzia, magari da parte di chi è stato a sua volta vittima. Ci sono delle prove che indicano che i bulli hanno molte più probabilità di avere problemi con la giustizia, quindi direi che sicuramente anche sul luogo del lavoro una persona che era un bullo a scuola continuerà essere anche sul lavoro.


9) Pensi ci sia correlazione fra mobbing e bullismo?


Mobbing è lo stesso comportamento, o comportamenti simili, in abito lavorativo. Il bullo in questa occasione magari è qualche collega che crea un gruppo di colleghi che escludono la vittima. Molte volte capita che il bullo è il datore di lavoro perché lui ha il potere, quindi il mobbing si può configurare come violenza psicologica. Non dobbiamo sottovalutare le molestie sessuali che colpiscono soprattutto le donne, in tal senso gli studi presentano delle lacune sui danni subiti dai maschi.


10) A chi è diretto il tuo libro? Ai bulli o alle vittime?


Allora, il mio libro è destinato a tutti, non escludo nessuno dal più forte al più debole, perché il bullismo comincia a casa. Mi piacerebbe molto che qualche bullo lo leggesse per capire il dolore che arreca alle altre persone. Sicuramente è dedicato alle vittime, cosi possono trovare solidarietà, perché riusciranno a capire che non sono l’unici che hanno subito questo tipo di violenza. Per chi è un testimone, troverà il modo ed il coraggio per combattere il bullismo.


11) Hai inserito nel tuo libro delle esperienze di vita vera?


Il mio libro è un romanzo perché i protagonisti vivono una storia di fantasia di una vita comune a tante famiglie, però, è legata a reali esperienze di vita vissute come studentessa, amica, insegnate e sociologa. Il bullismo è reale, esiste nella nostra vita quotidiana quindi era inevitabile di non inserire esperienze di vita reali. Ricordo che mentre guardavo il telegiornale un giorno c’era la notizia che una ragazza di 12 anni si era suicidata, perché non sopportava più il bullismo, cosa che mi ha colpito molto, da allora molte storie simili continuarono a ripetersi più spesso. Lo scopo del mio libro è quello di arrivare a quante più persone possibili con la speranza di aiutarne sempre di più.

Ti ringraziamo per essere stata con noi e speriamo di leggerti ancora sul nostro blog!

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