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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Donne e Medioevo

A seguito di un incontro in radio, Marisa di Circolo Viola intervista Emanuele Rizzardi di Assobyz: 9 domande per parlare della donna nel Medioevo!



1. Quale ruolo sociale ed economico avevano generalmente le donne nel Medioevo, come cambiava in base alla classe sociale?


è una domanda molto ampia alla quale darò una risposta parziale per non dilungarmi Nel Medioevo il ruolo delle donne variava enormemente in base al contesto, all'area geografica e alla classe sociale. Le contadine svolgevano lavori fisici pesanti e partecipavano attivamente all'economia familiare, mentre le nobildonne avevano una vita più agiata e maggiori possibilità di manovra, ma erano spesso nel ruolo di mogli e madri, con il compito di garantire alleanze matrimoniali. Tuttavia, in alcune circostanze potevano gestire feudi o avere un grande potere, specialmente in caso di vedovanza. In questo senso, il mondo bizantino era molto più "avanti", di quello franco-germanico.


2. In che modo le donne riuscivano a esercitare forme di potere o influenza, nonostante le restrizioni dell'epoca?


Le restrizioni non eliminavano la possibilità di esercitare potere, ma limitavano una gestione diretta del potere, salvo alcuni casi specifici. L'Augusta Martina, per esempio, governò l'impero dopo la morte del marito in un periodo assolutamente delicato, Teodora aveva una grande influenza, tanto da spingere il marito a comportarsi come da lei indicato durante la rivolta di Nika, Anna Dalassena formò il carattere e l'istruzione di Anna Comnena, che poi tentò di usurpare il trono al fratello, fallendo. E questi sono solo pochi esempi. Inoltre, nei monasteri femminili, le badesse spesso esercitavano una notevole autorità spirituale e amministrativa.


3. Ho letto il tuo romanzo Il trono del leone e ho pensato subito alle sue protagoniste: Sofia e Martina presentano personalità complesse e diverse. Cosa hai voluto comunicare con queste figure femminili e come rappresentano la condizione della donna medievale?


Con Sofia e Martina ho voluto esplorare due archetipi femminili differenti, ma complementari. Sofia è una madre coraggiosa, proveniente da un ambiente popolare, che affronta le sue paure nella sua dimensione umana, mentre Martina è una nobildonna bizantina, cresciuta in un mondo di intrighi e segreti, che usa l’intelligenza per navigare un ambiente ostile. Entrambe, seppur con storie diverse, mostrano come le donne potessero trovare risorse e forza d’animo in un mondo ostile e brutale.


4. Quali differenze riscontri tra la condizione femminile nel Medioevo occidentale e quella nell'Impero Bizantino?


Moltissime! L’Impero Bizantino era culturalmente più sofisticato e urbanizzato rispetto all’Europa occidentale medievale. Le donne bizantine, soprattutto dell’aristocrazia, potevano possedere proprietà e avevano un’istruzione più elevata. Le donne bizantine gestivano risorse finanziarie, negozi, erano imprenditrici, partecipavano alla vita pubblica, potevano possedere dei beni e delle terre. Tuttavia, la società restava patriarcale e limitava la partecipazione politica, oltre ad una rigidissima etichetta su cosa non fosse conveniente fare, anche se figure come l’imperatrice Teodora dimostrano eccezioni importanti.


5. Come veniva vissuta e percepita l'istruzione femminile durante il Medioevo?


L’istruzione era limitata alle classi elevate e spesso concentrata sulle abilità domestiche e religiose. Tuttavia, nei monasteri femminili l’istruzione poteva essere sorprendentemente avanzata: monache come Ildegarda di Bingen o la badessa Kassiani furono scrittrici, scienziate e compositrici, ma anche figure laiche come Anna Comnena. Al di fuori di questi contesti, però, la possibilità per le donne di accedere alla conoscenza era estremamente ridotta.


6. C'erano figure femminili che riuscivano a distinguersi in ambito politico o militare, e come venivano raccontate dai cronisti dell'epoca?


Sì, ci sono diversi esempi. Matilde di Canossa, Giovanna d'Arco, Anna Comnena, Irene l'Ateniana, Martina o l'imperatrice Teodora furono figure di potere che se ne fregavano dei limiti dell’epoca (più facilmente in ambito politico... molto meno in quello militare). Spesso venivano rappresentate con ambiguità, oppure come figure negative ed è interessante capire dove si ferma la critica diciamo costruttiva e inizia quella di propaganda. Per esempio, Martina fu accusata di tutte le disgrazie dell'impero e fu un capro espiatorio perfetto per via della sua impopolarità, in un momento in cui la guerra stava andando malissimo.


7. Qual era l'impatto delle istituzioni religiose sulla vita delle donne medievali, sia in termini di limitazioni che di opportunità?


La Chiesa, parlo più che altro dell'Italia in questo caso, ebbe un ruolo ambivalente: da un lato, predicava la sottomissione femminile e vietava l’accesso al sacerdozio, dall’altro i monasteri offrivano spazi di indipendenza e istruzione. Le monache potevano diventare potenti all'interno di un contesto religioso. In ogni caso, se si voleva evitare un matrimonio, terminarne uno, o banalmente cercare una vita meno sacrificante, il convento era una buona opportunità.


8. Come cambiava il ruolo delle donne durante i periodi di conflitto o crisi, come carestie e guerre?


Una domanda molto complicata. I periodi eccezionali sono, appunto, eccezionali ed è difficile trovare una linea da seguire per i comportamenti degli esseri umani - se non impossibile -. Potrei fare l'esempio che abbiamo un caso di una fortezza difesa da una donna durante la lunga era della civiltà bizantina, ma nei periodi così vale tutto e il contrario di tutto. Limitiamoci a pensare che, nell'ordinario, tutte le società erano patriarcali in senso stretto del termine e la mobilità sociale era molto bassa.


9. Cosa possiamo imparare oggi dalla storia delle donne medievali e come il loro esempio può influenzare la narrativa contemporanea?


Di certo possiamo dire che, nonostante un mondo ostile, queste grandi donne sono riuscite a lasciare il loro segno e la loro impronta fino a oggi. Nella narrativa storica, è fondamentale raccontare queste figure per restituire una visione più ampia e veritiera, evitando gli stereotipi di passività che troppo spesso ancora dominano la percezione del passato. Possiamo raccontare storie di grandi uomini e grandi donne insieme.


Un grazie a entrambi per la bella intervista!


è uscito il nostro nuovo romanzo storico! Il trono del leone 


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