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Quando è sparita la scrittura dei geroglifici egizi? Facciamo chiarezza!

Quando pensiamo all'Egitto di solito la nostra mente immagina: le piramidi, i faraoni e la scrittura geroglifica.

I geroglifici fanno parte di quell'immaginario magico-misterioso che tanto piace agli uomini moderni e che troppo spesso è stato oggetto di teorie tanto fantasiose quanto errate, che contribuiscono a darci un'idea sbagliata di questo straordinario tipo di scrittura e di chi la utilizzava.

Alcuni ciarlatani accusano addirittura gli Arabi o i Romani di aver distrutto la conoscenza dei geroglifici! Ma come sono andate davvero le cose?


La scrittura geroglifica o semplicemente "i geroglifici", ha un'origine antichissima, si parla perfino del 3.200 A.C. per la forma arcaica, ma forse possiamo andare ancora più indietro.

Questo sistema veniva usato per una comunicazione "monumentale", ossia su templi, edifici del governo, piramidi e tutto quello che aveva a che fare con un aspetto duraturo delle cose. Era, ovviamente, complicatissima e conosciuta da una ristretta casta di addetti ai lavori... perfino la sua lettura era difficile, infatti oltre all'interpretazione dei segni, essi si potevano leggere sia da sinistra verso destra che da destra verso sinistra.



esempio di scrittura geroglifica


Non sappiamo bene come, ma ad un certo punto si sviluppo, forse parallelamente alla scrittura geroglifica, una sua variante più semplice e lineare, chiamata ieratica, che assomiglia vagamente ad un corsivo ed era destinata all'uso più diffuso su fogli di papiro.



esempio di scrittura ieratica


Dopo svariato tempo, senza una spiegazione attualmente unanime, si sviluppò una nuova scrittura a partire dallo ieratico, il demotico, che divenne più quotidiana e popolare, anche se nelle sue prime fasi risulta molto mutevole. Il demotico godette di un successo notevole e di fatto si impose come scrittura effettiva dello Stato.


esempio di scrittura demotica


Dunque questi tre tipi di scrittura vennero usati insieme per svariati secoli nell'Egitto antico, poi in quello Persiano. Pian piano, il demotico sostituisce di fatto lo ieratico, facendolo estinguere tra il 660 e il 400 A.C. circa.

Durante la dominazione ellenistica si affacciò agli scranni del potere anche la scrittura greca, che era già conosciuta, ma non molto importante se non per il commercio e per gli abitanti delle aree grecofone. Già nel 200 A.C., probabilmente, il carattere esclusivo e sacrale del geroglifico lo vede in profonda crisi, ridotto a pochi ambiti religiosi visto che la parte amministrativa adotta il greco dei Tolomei. Anche se i Macedoni non avessero governato l'Egitto, di fatto non sarebbe cambiato molto perchè il demotico si era imposto come scrittura amministrativa al posto del geroglifico.


Con la dominazione tolemaica tarda e poi romana, il greco divenne la lingua veicolare del Paese e sia il geroglifico che il demotico scomparvero.

I Romani vedono i geroglifici come una scrittura aliena e probabilmente il "mito" ad esso associata nasce già in questo periodo. Il cristianesimo fu poi il colpo di grazia a questa scrittura religiosa.

L'ultimo graffito geroglifico è datato 394 presso il tempio di Iside e Osiride a Philae, nell'estremo sud dell'Egitto. Questo tempio, probabilmente l'ultimo della religione egizia a restare aperto, deve la sua fortuna alla posizione estremamente periferica, al fatto che fosse un luogo sacro per la popolazione barbarica dei Blemmi e che - forse - i Romani lo lasciarono attivo per evitare razzie in zona e, anche qui forse, perchè per un certo periodo coesistettero sia il culto pagano che quello cristiano.

Il graffito, chiamato graffito di Esmet-Akhom, è scritto sia in geroglifico che in demotico e recita in geroglifico "Davanti a Mandulis, figlio di Horus, per mano di Esmet-Akhom, figlio di Esmet, secondo profeta di Iside, in eterno. Parole dette da Mandulis, signore dell’abaton, dio grande".

Mentre in demotico dice "Io Esmet-Akhom, scriba dell’archivio di Iside, figlio di Esmet-Panekhate, secondo profeta di Iside, la cui madre è Eswe-Ra, ho compiuto (un) lavoro su questa figura di Mandulis per l’eternità perché egli è benigno verso di me. Oggi, il giorno del natale di Osiride, la sua festa l’anno 110 (anni dall'ascesa al potere di Diocleziano).


Il fatto che Esmet-Akhom abbia scritto due testi così diversi, ci fa ipotizzare che la sua conoscenza dei geroglifici fosse limitata e che, di fatto, fosse già estinta.

Non mi è chiaro il perchè il conto degli anni venga fatto a partire dall'intronizzazione di Diocleziano, piuttosto che di Teodosio.

Il tempio di Philae venne infine chiuso per ordine di Giustiniano.


Esiste un'ultima rappresentazione più tarda, il testo "Hieroglyphiká" dello scrittore Orapollo, nato a Delas, in Egitto (450510). Nello scritto (in greco) si da una spiegazione di 200 geroglifici egizi, ma quanto è scritto è in massima parte errato. Questo fu, a logica, un tentativo ricostruttivo di Orapollo che tuttavia non aveva alcuna conoscenza della scrittura geroglifica e quindi ha fatto quello che ha potuto.

Il tuo testo fece fortuna nei secoli successivi e molte delle interpretazioni sbagliate del rinascimento o del mondo moderno sono "colpa" sua.


Un articolo di Emanuele Rizzardi:


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