L'Associazione culturale Byzantion ha il piacere il nostro associato Nicola Messina, per un interessante approfondimento sulla monetazione romana. Come prima cosa, raccontaci un po’ di te e di cosa ti occupi!
Sono di Trento e lavoro presso il CUP dell’Azienda Sanitaria dove mi occupo di organizzare le prenotazioni di medicina sportiva. Sono nato a Cles, un paesino a nord del capoluogo, mentre la mia famiglia abita a Palermo. Sono un appassionato di musica folk-blues-country americano, di letteratura di genere, di storia romana, soprattutto del periodo finale. Sono un collezionista di monete romane e di epoche recenti italiane. Le studio, le fotografo e le catalogo. Vengono inserite in apposite custodie e li hanno trovato riposo nel loro secolare peregrinare tra le mani dell’umanità e le pieghe della storia. Quando hai iniziato a collezionare monete e da dove è nata questa passione?
Non c’è una data ufficiale. Le prendevo così e le riponevo nei contenitori, soprattutto quelle moderne. Per quelle romane l’inizio è un po’ più recente e preceduto dallo studio della coniazione e, soprattutto, delle leggi vigenti in materia di collezionismo di manufatti antichi. Come tante mie passione è nata dalla curiosità di conoscere la storia. Così come la musica americana, che ha una storia alle spalle molto lunga e travagliata, anche le monete mi hanno attirato per la loro carica storica. Al di là di quelle più recenti, quelle romane, pur non essendo le mie di straordinaria bellezza, posseggono quell’arcano che solo un oggetto antico può trasmetterti. La mia collezione va dai tempi di Augusto sino a una di Marciano. Ho sesterzi, denari e antoniniani, questi ultimi per la maggior parte argentati, non di argento in quanto i Romani erano molto parsimoniosi con questo metallo che serviva soprattutto per coprirle e darli un valore. Principalmente mi sono concentrato sul periodo che va da Diocleziano sino all’ultimo della famiglia Costantino. In genere questa monetazione viene definita Follis, alcuni la chiamano Laureato Grande per via della fronte cinta da una corona di lauro. Il follis altro non era che il sacchetto che conteneva queste monete che, come tutte quelle romane, avevano un valore ponderale. Quindi la mia curiosità mi ha spinto a collezionare questo tipo di conio anche per la facilità di riscontri e catalogazione. Infatti Diocleziano, a mio modo di vedere, impresse tutta la sua ideologia pervasiva anche sui coni con elementi identificativi ed eserghi che rappresentavano la zecca di produzione. Qual è la moneta di cui vai più fiero?
Una, tra le tante, di cui vado fiero è la moneta della fine della Tetrarchia, quella dell’abdicazione di Diocleziano. Dall’alto valore storico ci fa vedere sul fronte del conio l’Imperatore laureato rivolto a destra con in mano un ramoscello d’olivo (chiaro simbolo di pace per tutto l’Impero) e la scritta D N DIOCLETIANO BAEATISSIMO SEN AVG, mentre sul retro la PROVIDENTIA e la QUIES che si scambiano un ramoscello tra di loro, forse d’ulivo o di lauro. Vi è l’identificativo Epsilon mentre ai lati una grande S e F. L’esergo o identificativo di zecca .SM.SD., relativo alla seconda officina di Serdica. Tutto attorno la scritta PROVIDENTIA DEORVM QVIES AVGG. Questo era l’augurio dell’imperatore che poco tempo dopo fallì nell’ennesima guerra civile tra Costantino, Massenzio, ecc. Cosa ci puoi dire del “commercio” di monete? Ce ne sono molte sul mercato? Ci sono anche dei falsari?
Il commercio numismatico è molto ampio e variegato. Qualunque epoca e nazione è ben rappresentata sia sui siti specializzati che presso le fiere. Ovviamente bisogna avere un’esperienza a tutto tondo che io non ho per, ad esempio, le monete della Repubblica o quelle greche antiche. Hanno tentato di calcolare quante monete, nel nostro caso romane, circolino per il pianeta. Recentemente in Spagna hanno trovato un antico deposito con 600 kg di antoniniani dal peso medio di 4 grammi: fatevi voi i conti di quanti pezzi possano essere solo queste. Ovviamente la qualità non è sempre eccelsa e molte, con l’andare dei secoli, si sono saldate le une alle altre formando un blocca indistricabile. Quindi orientativamente penso che, esclusi i musei e i grossi collezionisti, circolino in tutto il mondo svariati milioni di monete solo romane. In questo mare di metallo (più o meno prezioso) ci sguazzano i falsari, che sono una bella gatta da pelare per chi colleziona seriamente, ovvero a chi piace spendere per una moneta molto bella e rara. Anche i piccoli e umili come me ne hanno beccate diverse. Non sono così ingenuo da comprarmi una moneta riprodotta per un museo o il famoso sesterzio di Costantino, quando all’epoca manco più esistevano in quanto scomparsi sul finire dell’anarchia militare. Le tecniche di questi falsari sono varie e talvolta fondono le brutte monete originali per crearne una nuova, facendola poi invecchiare chimicamente o con tecniche che conoscono solo loro. Io sono incappato in un sesterzio di Adriano che, ad un osservazione attenta e con una lente che ingrandisce 10 volte, mi era sembrata strana per via del colore della patina, delle orecchie (troppo perfette) e delle lettere troppo bombate e non allungate come da coniazione. In questo caso ho avvisato il venditore inglese (che reputo serio e preparato) il quale, dopo che gli ho mostrato le prove mi ha rimborsato. Si è dispiaciuto per l’errore che era sfuggito anche a lui. Solitamente indicano come i paesi dell’Est i maggiori esportatori di falsi. Bisogna farsi prima una bella cultura, avere degli strumenti ottici validi, come una bilancia e un calibro e una bella calamita. Soprattutto consultare i cataloghi cartacei e quelli on-line. Poi venire a contatto con esperti. Non bisogna disperare e iniziare con monete da studio per farsi “il callo”.
Che differenza noti fra le varie monete nel corso del tempo? Sia come grammatura che come “stile”?
Prendo in considerazione le monete che colleziono, i follis. Nella mia raccolta esse sono inserite in ordine di data di coniazione e osservandole tutte e 170 si nota chiaramente l’effetto inflattivo sul conio. Ovvero si parte dal 304 d.C. con un pezzo largo circa 3 centimetri e dal peso variabile tra i 9 e gli 11 grammi spesso ricoperto d’argenteo o che ne contiene il 4% e si arriva alla fine dell’epoca costantiniana con una moneta di 14-18mm e 1,8-2,5 grammi. In alcuni periodi sono ricoperte anche d’argento, mentre in altri sono di schietto bronzo o in rari casi rame. Lo stile, rispetto ai sesterzi, è un po’ monotono come temi sul retro e non di alto pregio come le più famose monete, anche se si difendono. Prevalgono i busti o le teste laureate, drappeggiate o corazzate rivolte per lo più a destra. Alcuni hanno l’elmo militare o, verso la fine del periodo, il diadema. Il retro parte dalla prima tetrarchia in cui Diocleziano aveva bisogno di propagandare il suo pensiero politico espresso nel GENIO POPVLI ROMANI o GENIO IMPERATORIS, ecc. Il Genio, nel retro, era sempre raffigurato in piedi con la clamide pendente, la patera sacrificale, la cornucopia e il modio in testa. Ogni tanto appariva un piccolo altare posto sotto la patera raffigurata con un liquido che fuoriesce. In altri retri vi era la DEA MONETA rappresentata da una donna che tiene in mano la cornucopia e una bilancia e la scritta SACRA MON VRB AVGG ET CAESS N N. La zecca di Cartagine, sembra in occasione della visita dei tetrarchi, coniò una moneta con la rappresentazione femminile di Cartagine in piedi con della frutta in mano SALVIS AVGG ET CAESS FEL KART. Sul retro di un’altra moneta di Costanzo Cloro vi è la Fedeltà seduta che stringe due stendardi militari e la scritta FIDES MILITVM, chiaro riferimento alla lealtà dell’esercito. Durante la prima parte dell’epoca di Costantino sul retro vi sono molti riferimenti agli Dei: Giove in piedi stringe la vittoria posta su di un globo e uno scettro, ai suoi piedi un'aquila con ramoscello IOVI CONSERVATORI. In altre venivano celebrati i vicennalia simboleggiati da un VOT V o VOT X, ecc. Altre iscrizioni del periodo costantiniano sono CAESARVM NOSTRORVM, DOMINOR NOSTROR CAESS, SOLI INVICTO COMITI, BEATA TRANQVILLITAS. Nella moneta commemorativa per la morte di Costantino vi è una mano che esce da una nuvola per accogliere l’Imperatore che sta salendo al cielo su una quadriga (chiaro riferimento ad Apollo di cui era devoto). Sul finire del periodo ho monete con mura e torrette o due legionari affiancati con scritte tipo GLORIA EXERCITVS, PROVIDENTIA CAESS. In tutta questa gran presenza maschile vi era il posto anche per le donne, soprattutto la madre di Costantino che venerava in tutte le maniere. Essa, infatti, viene rappresentata in molti coni. Così anche la moglie di Galerio, Valeria Galeria ho diverse sue ritratti. Anche i figli trovavano il loro posto numismatico. Licinio II, poi fatto assassinare da Costantino. Crispo, il figlio di Costantino, fatto fuori dallo stesso padre che ha assassinato anche la moglie, Fausta, pure lei ha la sua presenza sui coni. Le scritte sul retro variano da PRINCIPIA IV-VENTUTIS, per Crispo, SECVRITAS REIPVBLICE, per Elena, SPES REI-PVBLICAE, per Fausta, IOVI CONSERVATORI, per Licinio II.
Come si conserva una moneta antica per evitare che venga deteriorata ulteriormente?
Il miglior modo di conservare una moneta è quella di lasciarla libera in un bauletto con i riquadri divisori con una superfice morbida. Altrimenti in commercio si trovano gli oblò di cartoncino con una pellicola di plastica morbida, tipo quella da cucina. Però una lunga permanenza in questo ambiente può comportare il danneggiamento della patina in quanto verrebbe ricalcata sulla superfice di plastica. Poi vi sono le capsule in plastica dura di varia misura, come gli oblò, in cui può essere inserita e rinchiusa. In questo modo, anche se viene in contatto con la plastica la patina non viene danneggiata. Nel caso in cui la raccolta fosse libera si raccomanda l’utilizzo di guanti di cotone o morbidi per maneggiare le monete. Vi sono anche prodotti per la lucidatura e per il restauro, anche se, in quest’ultimo caso, consiglio di rivolgersi ad un esperto. Pensi che l’interesse per le monete possa generare un interesse ad approfondire la Storia o più viceversa?
Per me è stata anche la musica folk e blues americana a farmi scoprire certi aspetti della storia legata alle migrazioni e allo sfruttamento. Le monete sono in prima linea nel divulgare storia, fanno parte integrante di essa, quelle più preziose hanno perfino contribuito a cambiarla. Nel mio caso punto più sulla storicità della moneta, che non sulla sua bellezza. Poi, se buon prezzo, storicità e bellezza sono un tutt’uno ben venga. Alcune monete della mia raccolta mi hanno incuriosito così tanto che sono andato a fare delle ricerche storiche, come nel caso di un conio provinciale con iscrizioni in greco di Gordiano III. Sul retro era rappresentata un’aquila con le ali spiegate che tra gli artigli teneva un agnello. Per la propaganda imperiale, il povero animale, avrebbe dovuto rappresentare la Persia di Sapore, la realtà fu ben diversa per l’esercito romano incappato in una sonora sconfitta e nella morte del giovane imperatore. Vi è quella citata della storica abdicazione di Diocleziano. Ho un sesterzio di Claudio contromarcato da una sigla NCPR ovvero Nero Caesar Provabit, sicuramente inserita l’anno di uccisione dell’imperatore da parte di Nerone. Quindi, posso affermare che chiunque inizi una collezione numismatica è obbligato a interessarsi di storia, anche per non venire fregato dai falsari oltre che per cultura generale. Però non è detto che uno storico collezioni monete dell’epoca che studia, non ne ha bisogno per il suo lavoro. Può essere considerato un qualcosa in più.
Cosa consigli a chi legge questa intervista e, improvvisamente, decide di acquistare la sua prima moneta da collezione?
La numismatica è una passione senza confini, ma non deve spaventare per via dei prezzi delle monete. Consiglio di partire basso, con pezzi da studio da pochi euro, studiare e farsi una cultura, ricercare e confrontare. Capire quale epoca si vuole collezionare. Io ho iniziato un po’ a ventaglio, ma poi mi sono focalizzato sui follis e il relativo periodo storico. Ho integrato con qualche sesterzio, antoniniano e denario per avere una panoramica generale. Poi ho inserito nella collezione quelle provinciali in lingua greca, che sono anch’esse meravigliose. In tutto questo, man mano che avanzava la raccolta apprendevo anche dagli errori. Bisogna saper distinguere tra i vari imperatori soprattutto con la tetrarchia. Ad esempio Massimiano viene chiamato MAXIMIANVS, ma anche Galerio sulle monete e indicato con quel nome. Allora come lo si può distinguere. Dalla titolatura. Massimiano ha un PF AVG (PIUS FELIX AVGUSTUS), mentre Galerio un NOB CAES (NOBIL CAESAR). Nel regime dioclezianeo l’Augusto era un titolo superiore al Cesare. I ritratti cambiavano poco, al contrario dei sesterzi, accigliati e severi. Quindi per iniziare una collezione di monete romane consiglio di studiarsi gli imperatori, iniziare con monete non belle ed economiche e cominciare ad imparare i profili, le scritta, farsi gli occhi. Se è una moneta di confine o provinciale, se una suberata (falso d’epoca) o un legionaria (fintamente argentate per non far cadere il prezioso metallo in mano ai barbari), l’epoca e le vicissitudini che hanno portato la sua coniazione da parte di un Imperatore o un usurpatore. Affidarsi ad un catalogo principale e ad altri di contorno. Esiste il COHEN francese, io mi rivolgo al R.I.C (roman imperial coins) che è inglese e, per me, il migliore. Infine non demordere se si incontrano degli ostacoli come un falso o venditori disonesti che, dovrebbero rilasciare un certificato di lecita provenienza, almeno qui in Italia. Ti ringraziamo per essere stata con noi e speriamo di leggerti ancora sul nostro blog!
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