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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Michele IV il Paflagone e sua moglie Zoe, con Giannantonio Zambon!

L'Associazione culturale Byzantion ha il piacere di ospitare Giannantonio Zambon, che ci parlerà di Michele IV il Paflagone e sua moglie Zoe.


mosaico raffigurante Zoe



Come prima cosa, parlaci di te! Chi è Giannantonio nella vita?


Salve a tutti. Mi chiamo Giannantonio Zambon e sono nato nel 1977 a San Bonifacio in provincia di Verona; nonostante io abbia conseguito un titolo di studio di indirizzo tecnico-economico, sono sempre stato appassionato di storia antica e medievale, nonché cultore di filologia romanza e slava. Da anni mi è dedicato a ricerche e studi approfonditi sulla storia e sulla civiltà dell’Impero bizantino e degli Slavi meridionali. La passione, poi, per la scrittura mi accompagna sin dalla tenera età e la divulgazione del mondo bizantino costituisce la mia missione: un mondo ben rappresentato dalle icone e dai canti religiosi grecobizantini, dove i princìpi e la logica del classicismo greco-romano lasciano il posto al mistero, al misticismo, così come alla tristezza e all’irrazionalità tipiche dell’Oriente. Per me la storia è un enorme romanzo, gremito di avvenimenti avvincenti, d’inganni, di misteri, di violenza, di clemenza, di dolore e di amore, che solo la pazienza di un arguto scrittore riesce a cucire insieme, creando uno stato di suspense che rende avvincente la lettura di un’opera.Sposato con due fi gli, vivo attualmente a San Gregorio, un piccolo paesino in provincia di Verona, e lavoro come responsabile di logistica presso un’importante azienda italiana.


Sei qui per parlarci di una tua pubblicazione. Dicci un po’ il titolo del libro e cosa ti ha spinto ad affrontare la scelta del tema.


La mia ultima opera si intitola “La vita segreta di Michele IV il Paflagone e di Zoe Porfirogenita. Intrighi di corte nella Bisanzio dell’XI secolo.” Ciò che mi ha spinto a raccontare le avvincenti vicende di Michele e Zoe, vicende oltremodo intrise di intrighi di corte, di storie d’amore, tradimenti e atti eroici, è stato l’approfondito studio su Basilio II Bulgaroctono di cui ho pubblicato un saggio nel 2019. Studiando le fonti storiche mi sono imbattuto nell’intrigante figura della nipote del grande Basileus e del suo secondo sposo, Michele IV detto “il Paflagone”, che, nonostante la mancanza di illustri ascendenti, la giovanissima età e la tremenda malattia contro cui dovette lottare giorno dopo giorno, io lo colloco con diritto tra i grandi sovrani della Basileia Romaion (l’Impero dei Romani ovvero, come verrà chiamato più tardi, bizantino). Michele, difatti, si prodigò col massimo zelo per l’Impero, ben conscio della gravità dell’incarico affidatogli dalla provvidenza e dal capriccio sessuale di Zoe.


Quando si pensa a Zoe, inevitabilmente abbiamo l’idea di una figura potente e in contrasto con la figura tipica della donna nel Medioevo. Cosa ti affascina di lei?


La bella Zoe, protagonista per molti anni della vita di corte, che incarnava, per diritto divino, la prosecuzione della celebre dinastia macedone e dell’istituto monarchico. Lei legittimava una nuova epoca per Bisanzio, dopo il mezzo secolo trionfale del Bulgaroctono: un’epoca che ebbe, come espressioni più manifeste, da un lato la fioritura di una nuova vita culturale bizantina, soffocata dal regime militarista di Basilio II, dall’altro la decadenza del potere militare dell’Impero bizantino, fiaccato dalla debolezza dei sovrani e dalle continue lotte tra potere civile e militare.Zoe era un’amante della vita mondana e dei piaceri di corte di cui non conosceva freno, sfacciatamente regale nei suoi modi, ma anche d’indole irascibile, pronta a cavare gli occhi col ferro alla minima provocazione. Se da un lato era una devotissima cristiana, preparata con lo stesso entusiasmo per entrambe le alternative, la morte o la vita, dall’altro era anche una donna carnale e disinvolta, disposta a tutto per appagare i suoi irrefrenabili appetiti sessuali.


Il rapporto di Zoe con sua sorella Teodora era, per essere riduttivi, burrascoso. Hai voluto approfondire questo aspetto della sua vita? E in che modo?Verissimo: Zoe, la più bella delle sorelle, piena di vita, come dice il suo nome, amante dei piaceri della vita di corte e della vita mondana, e simile al padre Costantino VIII nella sfrenatezza dei sensi, mentre Teodora, austera, cupa e asceta, nonché molto religiosa, era simile allo zio Basilio e disprezzava la vita di corte. Certo è che tra le due sorelle vigeva un rapporto alquanto teso, animato da una reciproca irritabilità e ostilità. Sembra che, se da un lato Zoe nutrisse per Teodora una gelosia ossessiva, dall’altro Teodora temesse l’irascibilità della sorella più grande.


La ricerca storica è una parte fondamentale per un buon saggio. Su che fonti ti sei documentato? È stato difficile?


La ricerca storica è fondamentale e il confronto tra le varie opere e le varie traduzioni diventa indispensabe. Per scrivere questo saggio mi sono documentato su fonti antiche e contemporanee. La fonti storiche sono la Cronografia di Michele Psello e la Sinossi della storia di Giovanni Scilitze, mentre quelle contemporanee Byzantine Armies 886-1118 di Ian Heath ‒ Angus McBride, La civiltà bizantina di Cyril Mango, Storia dell’impero bizantino di Georg Ostrogorsky, verso il quale sono abbondantemente debitore in questa narrazione, e la Storia di Bisanzio di Warren Treadgold.


La fine della dinastia Macedone è un po’ l’apogeo della fase intermedia del mondo bizantino; pensi che le cose sarebbero andate diversamente se Zoe avesse governato da sola e in stabilità dopo il padre?


Credo fermamente che Zoe non avrebbe avuto la capacità di governare da sola. Lo avevano capito anche i Bizantini. Dopo aver deposto l’ingrato nipote, Michele V il Calafato, si è tentato di dar il governo dell’Impero alle due sorelle, ma il regno congiunto delle due imperatrici sorelle si prolungò per qualche settimana in una farsa che inflisse un rovinoso colpo all’erario di Bisanzio, già in parte dissipato dal loro gaudente padre.Per una donna bizantina al potere, l’unico modo per sopravvivere in un Impero dominato dagli uomini era quello di ordire intrighi fra l’alta aristocrazia, gli eunuchi e gli alti funzionari al suo servizio. E quando era in gioco il potere, la donna bizantina, sebbene devota cristiana, era disposta anche a uccidere, mettendo da parte ogni sentimento d’amore o di rimorso, perfino verso il marito o il figlio. Questa tradizione bizantina tutta al femminile fu trasmessa anche alla Russia, l’erede culturale e spirituale di Bisanzio: è risaputo che l’imperatrice Caterina II la Grande tramò col suo amante, il principe Orlov, per eliminare il marito, lo zar Pietro III.


Progetti per il futuro?


Per ora niente di certo: ho tante bozze nel cassetto, che vanno dalla saggistica alla filologia… Vi terrò informati.Concludo che per me è stato un piacere e un onore rispondere a queste domande ed essere presente in questo Blog. Grazie!!!!


Ti ringraziamo per essere stato con noi e speriamo di leggerti ancora sul nostro blog!

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