L'Associazione culturale Byzantion ha il piacere di ospitare Susanna Valpreda, che ci parlerà della Sicilia Bizantina.
Cuba di Castiglione
Come prima cosa, parlaci di te! Chi è Susanna nella vita?
Ciao, sono una bibliotecaria e lavoro da 22 anni all’Università di Padova, Biblioteca di ingegneria. Mi sono però laureata in Lettere moderne con una tesi in Storia dell’arte bizantina nello stesso ateneo.
Sappiamo che ti stai dedicando ad una serie di importanti saggi sulla Sicilia bizantina. Oggi parliamo del primo di essi! Come si chiama e dove possiamo trovarlo?
Si tratta di Sikelia. La Sicilia orientale nel periodo bizantino, edito da Bonanno nel 2015. Si trova ovunque, nei bookstore online (come Amazon, Ibs, laFeltrinelli, Libreriauniversitaria…) e nelle librerie fisiche richiedendolo qualche giorno prima.
Un buon saggio sulla Sicilia dovrà sicuramente fare affidamento ad importanti ricerche. A cosa ti sei affidata? È stato difficile trovare i documenti?
Premetto che questo primo saggio è la rielaborazione aggiornata della mia tesi di laurea discussa vent’anni prima. All’epoca, oltre alla biblioteca di Storia dell’arte della mia università mi recai personalmente in Sicilia dove svolsi accurate ricerche in archivi, come quello di Siracusa e sul campo, visitando siti archeologici e monumenti lungo la costa orientale dell’isola.
Quali sono i macro temi trattati nel tuo saggio? A che pubblico è rivolto?
Inizialmente la mia tesi si sarebbe dovuta occupare solo di arte e architettura, ma fu tanta la mole di materiale che raccolsi, che finii per trattare anche la storia, l’urbanistica, la lingua, la cultura, la liturgia e l’artigianato dell’epoca bizantina e il perdurare dello stile bizantino nelle epoche successive (normanna e oltre). Questi sono perciò i temi che ho riportato anche nel mio libro, aggiornandoli con le ricerche prodotte negli ultimi venti anni, ovviamente e semplificando il linguaggio, dato che non era più rivolto ad una commissione di docenti universitari ma ad un pubblico più vasto. Volevo infatti che il mio saggio fosse accessibile anche a chi non ha una formazione umanistica o comunque una laurea, ma potesse essere godibile da semplici appassionati di storia, di viaggi o di curiosità storiche e archeologiche.
Perché la Sicilia? Che costa ti ha spinta a questa scelta rispetto ad altre regioni?
A dire il vero è iniziato tutto un po’ per caso. Mia madre stava vivendo a Siracusa dove insegnava all’istituto d’arte e mi portò dei libri curati da suoi colleghi sull’arte rupestre nel ragusano e nel siracusano. Li mostrai al mio relatore, quando feci il secondo esame di Storia dell’arte bizantina ed egli colse l’occasione per propormi di dedicare la mia tesi alla Sicilia. Fino a quel momento infatti nessun suo laureando se n’era ancora occupato, erano stati fatti lavori sul Salento e per la Sicilia solo sul periodo normanno. Dopo la pubblicazione del libro, ho avuto modo di conoscere tanti studiosi e saggisti siciliani che hanno condiviso con me le loro ricerche e mi hanno invogliata a continuare i miei studi allargando gli orizzonti anche alla Sicilia occidentale e alle isole minori (compresa Malta). Questi argomenti stanno per vedere la luce in un secondo saggio di prossima uscita…
Pensi che il patrimonio bizantino in Sicilia sia sufficientemente valorizzato?
No. E non sono io, da profana, a dirlo, ma gli stessi studiosi siciliani si lamentano che troppo pochi investimenti vengano fatti per conservare, valorizzare e far conoscere al mondo l’immenso patrimonio artistico, archeologico, architettonico, ma anche solo ambientale siciliano. D’altronde, da veneta, posso dire che l’argomento potrebbe essere allargato a tutto il patrimonio culturale italiano, ancora troppo poco considerato, al di fuori dei soliti monumenti e città d’arte famosi.
Secondo te, quando possiamo mettere davvero la parola fine alla Sicilia bizantina?
Secondo i Siciliani mai! Tanto profonde e forti sono le radici greche e poi bizantine a livello linguistico, artistico e liturgico che ancora oggi ne sopravvivono molti aspetti e sono in tanti a sentirsi orgogliosi discendenti di una cultura così antica e gloriosa.
Ti ringraziamo per lo spazio che ci hai voluto dedicare e ti invitiamo a tornare con il tuo prossimo saggio!
Per approfondire:
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