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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Intervista su Michele VIII Paleologo, con Andrea Paleologo

L'Associazione culturale Byzantion ha il piacere di ospitare Andrea Paleologo Oriundi, per un interessante approfondimento sulla figura di Michele VIII Paleologo. Come prima cosa, ci racconti un po’ di te e di cosa ti occupi!

Salve. Sono un Ufficiale di Marina, veneziano, in pensione da alcuni anni dopo 40 anni di servizio. Il mio cognome già tradisce le mie lontane origini: uno dei nipoti di Michele VIII, Teodoro (figlio di Andronico II) ereditò dalla madre (ultima degli Aleramici di Monferrato) il marchesato di Monferrato, dando origine alla dinastia dei Paleologo di Monferrato, che governò il marchesato fino agli anni 60 del XVI secolo, quando per estinzione della linea legittima la famiglia Gonzaga di Mantova subentrò nel governo del marchesato. Un Paleologo però esisteva ancora, e a seguito di varie traversie la famiglia continuò la sua storia prima nelle Marche e poi a Venezia. Michele è sicuramente una figura molto complessa: glorioso restauratore dell’impero, ma anche usurpatore e dilapidatore del patrimonio statale: cosa ci puoi dire a riguardo?

Certamente Michele usurpò il trono con un vero e proprio colpo di stato, che con la nostra mentalità del XXI secolo giudicheremmo crudele e cinica, detronizzando il piccolo erede legittimo. Ma se si voleva che l’impero continuasse era indispensabile che un personaggio forte ne prendesse le redini, per difendersi dagli attacchi che provenivano soprattutto da occidente. Naturalmente questa politica ebbe dei costi molto alti, e il tesoro imperiale ne risentì. Michele VIII riuscì a destreggiarsi con complicati equilibrismi diplomatici e religiosi tra le varie potenze che minacciavano il suo impero: Manfredi di Svevia, Carlo d’Angiò, repubbliche marinare italiane, ottomani. Come ha affrontato Michele la delicatissima questione religiosa in seno all’impero appena rinato?

Michele tentò di sfruttare la promessa di riunificazione delle due Chiese (romana e bizantina) per ottenere aiuti e appoggio dall’Europa (e segnatamente dal Papa) contro i tentativi di aggressione di provenienza occidentale, ma incontrò sempre una decisa opposizione da parte del clero ortodosso e dalla popolazione, che temevano di perdere l’autonomia religiosa. Sotto Michele, l’impero di Nicea si (ri)trasforma nell’impero bizantino. Giudichi questo cambiamento come adatto al momento storico, oppure avresti visto meglio una politica più di contenimento come quella perseguita dai Laskaris?

L’impero latino di Costantinopoli era destinato a morire, privo com’era di appoggi dall’Europa e privo di risorse a causa del suo isolamento. Michele seppe cogliere l’occasione per riprendere la città e ripristinare l’impero bizantino. Se si fosse limitato a rimanere a Nicea è probabile che prima Manfredi o poi l’Angiò sarebbero riusciti ad impossessarsi della città, cambiando il corso della storia, specialmente per quanto riguarda il contenimento della pressione turca: difficile dire cosa sarebbe stato meglio. Credi che le scelte di Andronico II siano la diretta conseguenza della politica di Michele, giuste o sbagliate che siano?

Il mio testo si limita ad una biografia di Michele VIII, e non esamina la politica del figlio. Ritengo tuttavia che Andronico II si sia mosso sulla scia del padre. Ai suoi tempi la minaccia da occidente era venuta meno, dunque Andronico poté dedicarsi più alla politica interna, sempre avendo in mente la delicata questione dell’unione delle due Chiese (argomento che occupò anche tutti i suoi successori, senza trovare una soluzione). Michele è stato importantissimo anche per l’Italia… vuoi fare qualche accenno al suo coinvolgimento nei Vespri siciliani?

La più seria minaccia che Michele dovette affrontare fu quella dovuta al tentativo di Carlo d’Angiò. Anche in quest’occasione Michele riuscì a sfruttare le rivalità del mondo occidentale, chiedendo l’aiuto di Pietro d’Aragona e fomentando la rivolta dei Vespri Siciliani, che bloccarono definitivamente ogni spinta espansionistica angioina verso oriente e contemporaneamente influenzando la politica italiana. Sei concorde con il fatto che la larga diffusione del “pronoia” abbia portato a conseguenze nefaste per gli anni successivi?

Contrariamente a quanto in uso nel mondo occidentale, dove il feudalesimo comportava la cessione da parte del sovrano di determinate regioni di regno a personaggi detti vassalli, che cioè divenivano in un certo senso proprietari del feudo assegnato e finirono per poterlo passare in eredità ai loro discendenti, la pronoia consisteva essenzialmente in una sorta di “prestito”: l’imperatore cedeva una regione ad un personaggio ritenuto meritevole. Questi godeva dei frutti del possesso, ma la proprietà del territorio rimaneva in tutto all’imperatore, e la possibilità di trasmissione ereditaria era esclusa. Questa differenza, incomprensibile al mondo feudale occidentale, fu origine di alcuni equivoci quando, ad esempio, Ranieri Aleramico, andando a Costantinopoli e sposando Maria Comnena, ricevette in pronoia dal padre di lei, Manuele Comneno, la città di Tessalonica. La famiglia aleramica interpretò la cosa come una concessione in feudo, quindi ereditaria. Sappiamo che hai affrontato la vita di Michele con un saggio storico. Vuoi darci qualche info a riguardo?

Mi sono dedicato a questo lavoro spinto soprattutto per ovvie ragioni familiari e anche perché una biografia di Michele VIII non era mai stata tentata in Italia. Sono partito da un testo in lingua francese, che avevo trovato per caso in un mercatino. Inizialmente mi ero ripromesso di tradurlo, ma poi mi sono reso conto che il documento era alquanto lacunoso per molti aspetti, era troppo sintetico specialmente per alcuni episodi, dava per scontate molte conoscenze. Ho pensato dunque di ampliare e perfezionare l’opera, considerando di rivolgermi sia allo studioso e all’appassionato di studi bizantini, sia ad un pubblico generale, i cui ricordi scolastici sono sbiaditi (del resto nella nostra scuola la vita politica bizantina è sempre stata studiata poco e male, dunque era prevedibile che il lavoro incontrasse un certo interesse anche grazie ad un ritrovato interesse per il mondo medievale). Ti ringraziamo per essere stata con noi e speriamo di leggerti ancora sul nostro blog!

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