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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Giustiniano II Rinotmeto, ne parliamo con Roberto Brocchieri!

Aggiornamento: 31 gen 2022

Oggi voglio parlarvi di un imperatore romano orientale, o bizantino come si dice comunemente: Giustiniano II che porta l’affascinante soprannome di Rinotmeto ovvero Naso Mozzo, e già il soprannome dovrebbe farvi intuire che è un personaggio che ha avuto una vita interessante, solo che nemmeno potete immaginare quanto.

Per prima cosa non dobbiamo confonderlo col più famoso Giustiniano I, quello che ha fatto costruire Santa Sophia a Costantinopoli, ha provato a riconquistare l’occidente e sposato la temibile Teodora, sono due persone diverse.

Il nostro Giustiniano nacque a Costantinopoli nel 668 DC (o forse nel 669 non è chiaro), in una famiglia che avrebbe messo un po’ di pressione psicologica su chiunque.

Discendeva da un altro personaggio da non sottovalutare, chiamato Eraclio, uno dei più gloriosi Imperatori-soldato della storia. Aveva salvato l’Impero dall’invasione persiana, sconfiggendo Cosroe II Parviz (il Vittorioso) lo Shah Sassanide nella battaglia di Ninive (e sfido un qualunque sceneggiatore Hollywoodiano ad inventarsi una frase simile per una sceneggiatura, e invece non è fantasia sfrenata, ma storia vera), aveva riconquistato l’Egitto e, in aggiunta, riportato in trionfo a Costantinopoli le reliquie della vera croce.

Eraclio, purtroppo per lui, non ebbe modo di godersi troppo la vittoria, ad approfittare dei due grandi imperi esausti dalla guerra, arrivarono gli Arabi, che, freschi della predicazione di Maometto uscirono dalla penisola arabica e, comandati dai 4 Califfi Ben Guidati, travolsero tutto sul loro cammino.

Il risultato fu che per i successivi 40 anni il bisnonno, il nonno e il padre di Giustiniano combatterono una sempre più disperata battaglia di retroguardia per salvare l’Impero dalla marea montante del nuovo Califfato Arabo.

Fu il padre di Giustiniano, Costantino IV che, nel 678, finalmente riuscì a fermare l’avanzata araba sotto le mura di Costantinopoli, salvando l’Impero e l’Europa, una vittoria probabilmente molto più cruciale di quella vinta a Poitiers da Carlo Martello, 50 anni dopo.

Insomma, difficile essere all’altezza dei propri antenati, quando ne hai di simili, ma se non bastasse ricordatevi che lo avevano, non a caso, battezzato Giustiniano, come il suo predecessore che aveva riconquistato l’Occidente. Insomma, c’è da credere che il giovane principe sentisse il peso dell’aspettativa.

Papà Costantino IV morì nel 685, lasciandogli, un Impero rafforzato, e un trono sicuro (aveva provveduto, per precauzione a imprigionare i suoi due fratelli, un po’ troppo ambiziosi, una famiglia deliziosamente disfunzionale si direbbe oggigiorno). Giustiniano II diventò il nuovo sovrano di quello che rimaneva dell’Impero Romano all’età di 17 anni.

I primi anni del suo regno, sono abbastanza tranquilli, e piuttosto banali… se sei un Imperatore Romano: Vinse una guerra contro agli arabi ottenendo una pace molto vantaggiosa, compì una serie di campagne militari nei Balcani sottomettendo le tribù slave che vi erano penetrate e sconfiggendo i Bulgari, indisse un concilio ecumenico (il cosiddetto Concilio Quinsesto o del Trullo), ordinò la deposizione e l’arresto di un Papa (non ci riuscì, la plebe romana si ribellò e l’Esarca Imperiale dovette scappare dalla città), insomma noiosa ordinaria amministrazione, rispetto a quello che farà dopo.

Purtroppo, i suoi iniziali successi non si replicarono negli anni successivi. I Bizantini vennero sconfitti dagli Arabi in nuova guerra, la sua politica religiosa estremamente rigida non era amata, soprattutto le sue ambizioni militari erano costose, molto, e per finanziarle fece un errore: alzò le tasse.

Ora, questa è una costante delle storie che mi sono trovato a raccontare, alzare le tasse non rende mai felice la gente. Alzarle tanto rende tanto infelici tutti quanti, nobili e plebei, ai primi non piace gli si tolga molto, ai secondi di essere privati anche del poco che hanno.

Gira la battuta che l’Impero Bizantino era “Una monarchia assoluta temperata dal regicidio” (gli storici hanno uno strano senso dell’umorismo), c’è del vero e Giustiniano II stava per scoprirlo a sue spese.

Nel 695 la popolazione di Costantinopoli si sollevò, sobillata dalle grandi famiglie aristocratiche e l’opposizione si consolidò dietro un certo Leonzio, uno dei generali che Giustiniano aveva punito come capro espiatorio per le recenti sconfitte.

Giustiniano venne deposto e Leonzio incoronato nuovo imperatore, acclamato dalla folla in festa. Secondo una radicata tradizione bizantina, Giustiniano venne trascinato all’Ippodromo di Costantinopoli e, culmine dei festeggiamenti, gli venne inflitta la mutilazione per cui è passato alla storia: gli venne mozzato il naso.

Non si trattava di semplice crudeltà, sotto c’era una fondamentale ragione legale. L’Imperatore regnante doveva essere perfettamente sano di mente e di corpo, per poter difendere e governare l’Impero, mutilare qualcuno lo eliminava dal novero dei possibili rivali. Di solito fino a Giustiniano II, ci si limitava appunto a mozzare il naso, dopo di lui, si decise di essere più drastici e di cavare gli occhi… scoprirete presto il perché.

Per sistemare e chiudere la faccenda Giustiniano venne esiliato nel posto più sperduto e remoto dell’Impero: la penisola di Crimea, aveva 28 anni.

Fosse finita qui, la sua sarebbe una storia decisamente banale simile a quella di decine di Imperatori prima e dopo di lui. Vittorie, sconfitte, deposizione, morte o mutilazione ed esilio, ma la storia di Giustiniano è ancora lunga.

Non sappiamo come passasse le sue giornate un Imperatore deposto nella remota e semibarbarica Crimea, i cronachisti ci raccontano che fosse assetato di sangue e votato alla vendetta, ma gli autori delle cronache bizantine a volte sembrano dei giornalisti di Cronaca Vera o di The Sun talmente cercano la notizia scandalistica ad effetto.

Intanto, però, a Costantinopoli, le cose erano cambiate: un nuovo imperatore aveva conquistato il trono, Tiberio III, deponendo, e, ovviamente, mutilando del naso, Leonzio. Forse il nuovo Imperatore non si sentiva sicuro di lasciare un imperatore deposto così lontano e stava pensando di risolvere la questione in maniera definitiva, o forse qualcos’altro era cambiato, qualunque cosa fosse dopo alcuni anni di esilio nel 702 Giustiniano scappò dalla sua prigionia.

Ma dove poteva rifugiarsi? A nord e a est della Crimea si estendeva un grande regno: il Khanato dei Khazari. Una popolazione semi nomadica di lingua turca che si era stabilita nel sud dell’attuale Russia alcuni secoli prima e si era di recente convertita all’ebraismo. Esatto, avete letto bene, dei nomadi di lingua turca provenienti dall’Asia Centrale di religione ebraica, non c’è bisogno di inventare niente per trovare storie fantastiche, basta aprire un libro di storia.

I Khazari dominarono quella regione per alcuni secoli prima di essere sconfitti dai Russi di Kiev e scomparire. Che fine abbiano fatto i Khazari è un mistero tutt’ora dibattuto: si unirono agli ungheresi nel loro spostamento verso occidente? Furono sommersi dai successivi popoli delle steppe che occuparono queste terre? Gli ebrei askenaziti dell’Ucraina sono i loro eredi diretti? Se ne discute ancora, ma dei Khazari magari vi parlerò un'altra volta. Personalmente sono dell’opinione che tra i loro discendenti ci siano i Karaiti una piccola minoranza etnica, anche loro di religione ebraica che vive ancora in Lituania intorno alla cittadina di Trakai, dove vennero trasferiti dal Granduca di Lituania, Vitautas, dopo che aveva sconfitto l’Orda d’Oro nel XII secolo, ma anche questa, lo capite da questa semplice frase, è una storia abbastanza fantastica da meritare uno spazio (e un paio di film epici) tutto suo in un’altra occasione.

Torniamo a noi, che abbiamo abbastanza carne sul fuoco con il solo Giustiniano. Come di dicevamo Giustiniano fugge dalla Crimea e si fa questi 1.500 km scarsi di steppa fino ad arrivare alla capitale dei Khazari la mitica, e ormai scomparsa (i suoi resti non sono mai stati identificati con certezza), città di Itil, costruita sulle isole del delta del Volga.

Non so voi, ma se io fossi stato un fuggitivo, lontano migliaia di chilometri da casa e pure senza naso, non avrei saputo cosa andare a dire incontrando Busir Glavan, il Khagan dei Khazari, nel suo palazzo costruito su un’isola del Volga, ma Giustiniano non era il tipo da lasciarsi fermare: lui era il legittimo Imperatore Romano, figlio di Costantino IV che aveva sconfitto gli Arabi, discendente di Eraclio il Grande che aveva sconfitto i Persiani. Non sappiamo cosa disse o cosa arrivò a promettere, ma a quanto pare convinse Busir che gli promise appoggio per riconquistare il trono e soprattutto gli dette in sposa sua sorella. Un Imperatore Romano che sposava una barbara, una principessa, ma pur sempre barbara, non si era mai visto.

Fresco di nozze con la sua sposa, velocemente convertitasi al cristianesimo e battezzata Teodora come la moglie del primo Giustiniano, i due si trasferiscono da Itil a Phanagoria, un porto sul mar Nero in mano, khazara da cui potevano ricevere più velocemente notizie da Costantinopoli e tramare adeguatamente.

La storia, però, è uno sceneggiatore piuttosto fantasioso e perverso e non scrive trame lineari e tranquille. A Costantinopoli, Tiberio III, non stava certo con le mani in mano, saputo della fuga di Giustiniano aveva sguinzagliato le sue spie, scoperto gli accordi presi con i Khazari e reagito immediatamente mandando una ambasceria a Itil.

La proposta per il Khagan era semplice: lascia perdere quel pretendente senza speranze, l’Imperatore sul trono sono io. Mandami la sua testa adeguatamente conservata sotto sale e dimmi cosa vuoi in cambio.

La proposta deve essere suonata interessante a Busir e Giustiniano non mancò di accorgersi che le guardie khazare che avrebbero dovuto proteggerlo adesso sembravano piuttosto sorvegliarlo.

Lo avrete capito ormai, non era certo una cosa simile a poter scoraggiare Giustiniano, fuggi con pochi seguaci su una piccola barca da pesca. Venne aiutato dalla moglie che distrasse le guardie, ma che rimase a Phanagoria: era incinta non poteva certo affrontare un viaggio simile e aveva la sicurezza che nessuno avrebbe toccato la sorella del Khan.

Giustiniano attraversò tutto il mar Nero, e le cronache raccontano di svariate avventure, fino a sbarcare alle foci del Danubio, dove trovò quello che stava cercando: una pattuglia di cavalieri bulgari. Francamente io riesco ormai a immaginarmelo Giustiniano, con la schiena dritta e la testa alta, orgogliosamente senza naso e con tutta la sicurezza di cui era capace:

“Ehi voi, barbari, sono l’Imperatore Giustiniano, portatemi dal vostro capo.”

Il capo in questione si chiamava Tervel, si era stabilito nella città di Pliska ed era il Khan dei Bulgari.

La Bulgaria, immagino la conosciate tutti, oggi, è un piccolo stato nel sud dei Balcani membro dell’Unione Europea e i Bulgari sono di religione ortodossa, di lingua slava e hanno inventato lo Yogurt.

I Bulgari del VII secolo erano un filo diversi, erano, come i Khazari, una popolazione di nomadi turchi, ma di religione pagana, che si era spostata verso occidente fino ad attraversare il Danubio diventando la spina nel fianco della frontiera settentrionale dell’Impero Bizantino, solo nei secoli successivi si sarebbero convertiti al cristianesimo e avrebbero iniziato a parlare lo slavo delle popolazioni dei paesi che avevano conquistato.

Tervel sapeva bene con chi aveva a che fare, in fin dei conti suo padre, Asparuch aveva sconfitto in battaglia Costantino IV, il padre di Giustiniano, per poi essere a sua volta sconfitto dallo stesso Giustiniano. Insomma, vecchi amici di famiglia, per lo standard del VII secolo.

Anche qui Giustiniano riuscì a fare una buona impressione, certo non poteva offrirsi di sposare una sorella o una figlia di Tervel, il trucco lo aveva già usato coi Khazari, ma a Costantinopoli aveva una figlia nata dal suo primo matrimonio, quando era ancora sul trono. L’avrebbe data in sposa a Tervel o, se questo non fosse stato possibile (in fin dei conti non aveva notizie da anni, poteva essere anche morta) in alternativa lo avrebbe incoronato col titolo imperiale Cesare. Un rango inferiore solo al suo di Imperatore dei Romani.

Dovrebbe far riflettere quanto fosse forte il prestigio dell’Impero il fatto che basto questo a convincere il Khan Bulgaro: avrebbe avuto il suo aiuto.

Alla fine, nel 705, dopo 10 anni di esilio, Giustiniano si avviò verso Costantinopoli, accompagnato da Tervel e dal suo esercito.

A Costantinopoli ci arrivarono facilmente e senza troppa resistenza. I problemi degli aspiranti conquistatori di solito cominciavano proprio arrivati di fronte alle sue mura, le mura teodosiane.

Costruite quasi tre secoli prima da Teodosio II la triplice cinta muraria esiste tuttora e copre l’intero lato terrestre della città antica, per circa 7 km. Sono unanimemente riconosciute come una delle più imponenti fortificazione mai costruite, l’apice della tecnica costruttiva e dell’ingegneria romana.

Fino ad allora non erano mai state violate con la forza e non lo saranno per altri 750 anni fino a che non arriverà Maometto II con i suoi enormi cannoni.

Di certo i Bulgari di Tervel non avevano nessuna speranza di prendere la città, Giustiniano provò blandire la popolazione chiedendo di aprire spontaneamente le porte, fallì, provò a corrompere delle guardie, fallì. Il tempo passava e faceva il gioco di Tiberio III che, comodamente sistemato nel palazzo imperiale, doveva solo aspettare che i Bulgari finissero i rifornimenti o venissero decimati da qualche simpatica epidemia.

Se siete arrivati fino qui dovreste ormai aver capito che Giustiniano non era certo il tipo di arrendersi. Se ne inventò una delle sue. Con un piccolo gruppo di guerrieri scelti riuscì a penetrare le mura passando l’acquedotto di Valente che era stato tagliato quasi un secolo prima durante un altro assedio, da lì prese possesso di una delle porte e lasciò ai cittadini una scelta: potevano consegnargli Tiberio III oppure lui avrebbe fatto entrare l’esercito dei Bulgari che avrebbero saccheggiato la città, buon divertimento.

Indovinate cosa scelse la popolazione?

Tiberio III provò fuggire, ma venne catturato e consegnato a Giustiniano II che aveva ripreso il suo posto nel palazzo imperiale e aveva immediatamente mandato un messaggio di ringraziamento a Tervel, ma si era ben guardato di farlo entrare in città.

Giustiniano si prese subito una soddisfazione che attendeva da anni: fece andar a prendere Leonzio dal monastero dove era stato rinchiuso e lo fece portare all’Ippodromo insieme a Tiberio. Fece mozzare il naso anche a quest’ultimo in modo da metterlo alla pari e poi fece fare atto di sottomissione ai due usurpatori. A chiusura, visto che dall’esilio e dalla prigionia lui era tornato, eliminò il rischio in maniera definitiva facendogli tagliare anche il resto della testa.

Ben due imperatori decapitati in pubblico nello stesso giorno, la folla si divertì molto.

Dopo di che rimaneva il problema di 15.000 Bulgari accampati fuori dalle mura. Bisognava soddisfare le promesse fatte a Tervel. Anastasia non andò in sposa al bulgaro, le cronache non lo riportano, non sappiamo la ragione, forse era morta, forse era entrata in qualche monastero (sorte tipiche per le donne legate a un ex imperatore) di sicuro Giustiniano offrì a Tervel la seconda opzione, l’incoronazione a Cesare. Ci fu probabilmente un adeguato scambio di ostaggi e il Khan entrò in città con una piccola scorta.

Dobbiamo immaginarcelo, cosa provò Tervel, entrando in città per la porta principale la “Porta Aurea;” sormontata da una quadriga dorata trainata da quattro elefanti, percorse la “Mese” la principale via cittadina, contornata di portici e monumenti, passò il foro di Arcadio, il foro di Teodosio e infine il grande foro di Costantino al cui centro spiccava la colonna trionfale di quell’imperatore, arrivò nella piazza dell’Augusteon di fronte alla “Chalke” i cancelli del Palazzo Imperiale per essere poi condotto alla Basilica di Santa Sofia, la più grande chiesa della cristianità.

Qui venne rivestito con dei paramenti imperiali e circondato dallo splendore dei mosaici dorati di Santa Sofia, Giustiniano lo incoronò Cesare.

I due sovrani affratellati per l’eternità (ovvero fino alla prima occasione utile per tradirsi a vicenda) si separarono e Tervel tornò verso nord, con la sua nuova corona e ricchi doni.

Giustiniano era risalito sul trono per la seconda volta, aveva 36 anni. Il suo primo atto fu di vendicarsi di tutti quelli che lo avevano tradito, i boia ebbero molto lavoro, e la folla, di sicuro si divertì molto a vedere tutti quegli aristocratici e uomini di potere trascinati nell’Ippodromo per essere torturati e uccisi, la folla si diverte sempre molto quando le teste dei potenti rotolano nella polvere, ma quello era solo l’inizio.

Prima di continuare a raccontarvi del secondo, sanguinario, regno di Giustiniano, rimane un dubbio da risolvere. Giustiniano era, come dice il nome Rinotmeto, col naso tagliato, ma allora come poteva essere legittimato a regnare malgrado la sua mutilazione? La prima ipotesi, molto logica, è che semplicemente se ne fregò e nessuno fu così pazzo suicida da sollevare il problema. Infatti, Giustiniano spesso viene rappresentato con un finto naso dorato messo a coprire la sua mutilazione. Il maggior studioso del suo regno, Constance Head, ha invece ha proposto un’ipotesi diversa, sostiene che Giustiniano in qualche momento del suo esilio si fece sottoporre a una primitiva operazione di chirurgia plastica ante litteram e gli venne ricostruito un sostituto al naso tagliato. Ipotesi affascinante, che ci sta tutta nel personaggio sopra le righe.

Qualunque sia la verità il Giustiniano che riprese il trono non era più il giovane ambizioso e forse megalomane che era stato, era diventato un uomo paranoico, vendicativo, e mentalmente instabile. Vorrei vedere voi a passare quello che aveva passato lui, mi permetto di aggiungere.

Per prima cosa mandò una ambasceria a suo cognato, il Khan dei Khazari, chiedendo che gli venisse riconsegnata subito sua moglie. Teodora arrivò a Costantinopoli nel 706, portando un lieto regalo, il figlio nato dopo la sua fuga, Tiberio, e nello stesso anno venne incoronata Imperatrice.

Il nuovo regno di Giustiniano viene descritto dai commentatori come un periodo di guerre sfortunate e di tirannia, di esecuzioni immotivate e violenze gratuite, molto spesso i cronisti richiamano agli eccessi di Caligola e di Nerone.

Insomma, ne parlano molto male. Le cronache dell’epoca vanno sempre lette con una certa attenzione, sono troppo spesso motivate politicamente, ma di certo il secondo regno di Giustiniano non sembra un periodo felice: ruppe i patti con i Bulgari di Tervel attaccandoli a sorpresa e venne sconfitto, le incursioni arabe in Anatolia erano continue, Ravenna e Cherson vennero saccheggiate e distrutte per essersi opposte all’Imperatore.

L’unico risultato positivo fu fare pace col Pontefice Romano, nel 710, Papa Costantino viaggiò fino a Costantinopoli dove fu ospite dell’Imperatore e celebrò messa a Santa Sofia. Fu ultimo Papa a visitare quella città per più dodici secoli, quello successivo fu Paolo VI nel 1967.

L’insoddisfazione nella popolazione e tra le grandi famiglie stava di nuovo crescendo, ma fu, simbolicamente la spietatezza di Giustiniano a provocarne la caduta.

Nel 711, la Crimea si ribellò guidata da Filippico Bardane, un ex generale che Giustiniano aveva esiliato. Immediatamente venne assemblata una flotta e un esercito per sconfiggerlo e punire la provincia ribelle.

Arrivato in Crimea però il generale che comandava l’armata di accorse che Filippico aveva molte più truppe di lui e attaccarlo sarebbe stato suicida, ma era cosciente che tornare indietro senza combattere avrebbe significato la sua condanna a morte. Scelse quindi la terza via, per provare a salvare la vita, si unì a Filippico, fornendogli una flotta per invadere Costantinopoli.

L’arrivo della flotta dei ribelli trovò la città sguarnita, la sorte aveva voluto che Giustiniano avesse lasciato la città col resto dell’esercito per affrontare una incursione araba.

Costantinopoli aprì le porte all’invasore che si proclamò immediatamente Imperatore, alla notizia Giustiniano invertì subito la marcia per tornare indietro, ma era troppo tardi e il vento era cambiato.

Le truppe lo abbandonarono e fatto prigioniero venne consegnato a Filippico e decapitato. In verità un'altra versione sostiene che abbandonato dalle sue truppe sfidò comunque a duello Filippico di fronte alle mura di Sinope e venne ucciso da questi. Onestamente preferisco questa seconda, romantica, versione, decisamente molto più nel personaggio, mai disposto ad arrendersi. Era il 711 e con lui finiva la dinastia di Eraclio.

La sua testa mozzata fu esposta a Costantinopoli, per poi fare un gran tour dell’Impero fino ad arrivare a Roma.

Il figlio Tiberio, che aveva allora 6 o 7 anni, trovò rifugio nella chiesa di Santa Maria della Blancherne, i soldati di Filippico per non commettere sacrilegio ebbero la buona grazia di strapparlo dall’altare a cui si aggrappato e trascinarlo fuori sul sagrato prima di tagliargli la gola.

Di Teodora non si sa più nulla, ma essendo la sorella di un sovrano straniero è improbabile sia stata uccisa, molto più probabile sia finita in monastero o rimandata al fratello.

Così a soli 42 anni si chiudeva la storia di Giustiniano II Rinotmeto l’Imperatore col naso mozzato che aveva regnato due volte.

Se volete saperne di più di lui potete leggervi la Chronographia di Teofane il Confessore o la Historia Syntomos del Patriarca Niceforo, ma se, come me, non trovate pratico leggere manoscritti in greco medioevale c’è “Justinian II of Byzantium” di Costance Head. Su di lui Harry Turtledove ha anche scritto un romanzo “Justinian” sotto lo pseudonimo di Tartletaub. Nessuno finora ci ha mai fatto un film… forse perché dovrebbero fare piuttosto una serie in sei stagioni per raccontare tutta la sua vita.

Due cose, dimenticavo. Il successore di Giustiniano, Filippico non ebbe molta fortuna, regnò solo un paio di anni, una volta deposto dato che i precedenti dimostravano che tagliare il naso non bastava, gli vennero cavati gli occhi prima di essere rinchiuso in monastero. Inoltre potete crederci o no, ma Giustiniano Rinotmeto è pure un santo per la chiesa ortodossa: San Giustiniano, 15 luglio.

Una vita decisamente piena, proprio non si è fatto mancare nulla.


Articolo di Roberto Brocchieri


English version:


Today I want to tell you about an Eastern Roman emperor, or Byzantine as it is commonly said: Justinian II who bears the fascinating nickname of Rinotmeto or slit-nosed, and already the nickname should make you understand that he is a character who has had an interesting life, only that you can't even imagine how much.

First of all, we must not confuse it with the more famous Justinian I, the one who built Hagia Sophia in Constantinople, tried to reconquer the West and married the fearsome Theodora, they are two different people. Our Justinian was born in Constantinople in 668 AD (or perhaps in 669 it is not clear), in a family that would have put some psychological pressure on anyone.

He was descended from another character not to be underestimated, called Heraclius, one of the most glorious soldier-emperors in history. He had saved the Empire from the Persian invasion, defeating Khosrau II Parviz (the Victorious) the Sassanid Shah in the Battle of Nineveh (and I challenge any Hollywood screenwriter to come up with a similar phrase for a screenplay, and instead it's not unbridled fantasy, but history vera), he had reconquered Egypt and, in addition, brought the relics of the true cross back to Constantinople in triumph. Heraclius, unfortunately for him, did not have the opportunity to enjoy the victory too much, to take advantage of the two great empires exhausted by the war, the Arabs arrived, who, fresh from the preaching of Mohammed, left the Arabian peninsula and, commanded by the 4 Well Guided Caliphs, overwhelmed everything in their path.

The result was that for the next 40 years Justinian's great-grandfather, grandfather and father fought an increasingly desperate rearguard battle to save the Empire from the rising tide of the new Arab Caliphate.

It was the father of Justinian, Constantine IV who, in 678, finally managed to stop the Arab advance under the walls of Constantinople, saving the Empire and Europe, a victory probably much more crucial than that won in Poitiers by Charles The Hammer , 50 years later.

In short, it is difficult to live up to your ancestors, when you have similar ones, but if that weren't enough, remember that they had, not surprisingly, baptized Justinian, like his predecessor who had reconquered the West. In short, it is to be believed that the young prince felt the weight of expectation.

His father Constantine IV died in 685, leaving him with a strengthened Empire and a secure throne (he had taken steps, as a precaution to imprison his two brothers, a little too ambitious, a delightfully dysfunctional family one would say today). Justinian II became the new ruler of what remained of the Roman Empire at the age of 17.

The first years of his reign are quite peaceful, and rather trivial... if you are a Roman Emperor: He won a war against the Arabs obtaining a very advantageous peace, carried out a series of military campaigns in the Balkans subduing the Slavic tribes that had penetrated there and defeating the Bulgarians, he called an ecumenical council, ordered the deposition and arrest of a Pope (he did not succeed, the Roman plebs rebelled and the Imperial Exarch had to flee the city), in short boring routine, compared to what he will do next.

Unfortunately, his initial successes were not replicated in the following years. The Byzantines were defeated by the Arabs in a new war, his extremely rigid religious policy was not loved, above all his military ambitions were very expensive, and to finance them he made a mistake: he raised taxes.

Now this is a constant in the stories I've found myself telling, raising taxes never makes people happy. Raising them so much makes everyone so unhappy, nobles and plebeians, the former do not like being taken away from them much, the latter being deprived of even the little they have.

There is a joke that the Byzantine Empire was "An absolute monarchy tempered by regicide" (historians have a strange sense of humor), there is some truth and Justinian II was about to discover it at his expense.

In 695 the people of Constantinople rose up, stirred up by the great aristocratic families and the opposition consolidated behind a certain Leontius, one of the generals whom Justinian had punished as a scapegoat for recent defeats.

Justinian was deposed and Leontius was crowned the new emperor, acclaimed by the cheering crowd. According to a deep-rooted Byzantine tradition, Justinian was dragged to the Hippodrome of Constantinople and, at the height of the celebrations, he was inflicted with the mutilation for which he went down in history: his nose was cut off.

It was not a matter of simple cruelty, there was a fundamental legal reason behind it. The reigning Emperor had to be perfectly sane in mind and body, in order to defend and govern the Empire, mutilating someone eliminated him from the ranks of possible rivals. Usually up to Justinian II, we just cut off the nose, after him, it was decided to be more drastic and to gouge out the eyes ... you will soon find out why.

To settle and close the affair Justinian was exiled to the most remote and remote place of the Empire: the Crimean peninsula, he was 28 years old.

If it ended here, his would be a decidedly banal story similar to that of dozens of emperors before and after him. Victories, defeats, deposition, death or mutilation and exile, but the history of Justinian is still long.

We do not know how an emperor deposed in remote and semi-barbaric Crimea spent his days, the chroniclers tell us that he was bloodthirsty and voted for revenge, but the authors of the Byzantine chronicles sometimes seem like journalists of the True Chronicle or The Sun so much they seek the tabloid news to effect.

In the meantime, however, in Constantinople, things had changed: a new emperor had conquered the throne, Tiberius III, deposing, and obviously mutilating the nose, Leontius. Perhaps the new emperor did not feel safe leaving an emperor deposed so far away and was thinking of resolving the issue definitively, or perhaps something else had changed, whatever it was after a few years of exile in 702 Justinian escaped from his captivity.

But where could he take refuge? To the north and east of the Crimea stretched a great kingdom: the Khanate of the Khazars. A semi-nomadic Turkish-speaking population that had settled in the south of present-day Russia a few centuries earlier and had recently converted to Judaism. That's right, you read that right, Turkish-speaking nomads from Central Asia of Jewish religion, you don't need to invent anything to find fantastic stories, just open a history book.

The Khazars had that region for a few centuries before being defeated by the Kiev Russians and disappearing. What happened to the Khazars is a still debated mystery: did they join the Hungarians in their move westward? Were they submerged by the successive peoples of the steppes who occupied these lands? Are the Ashkenazi Jews of Ukraine their direct heirs? It is still discussed, but maybe I will talk to you about the Khazars another time. Personally I am of the opinion that among their descendants there are the Karaites, a small ethnic minority, also of the Jewish religion who still lives in Lithuania around the town of Trakai, where they were transferred by the Grand Duke of Lithuania, Vitautas, after he had defeated the 'Golden Horde in the 12th century, but even this, you know from this simple phrase, is a story fantastic enough to deserve a space (and a couple of epic films) of its own on another occasion.

Let's get back to us, who have enough meat on the fire with Justinian alone. As we said, Justinian escapes from Crimea and makes these 1,500 km of steppe up to the capital of the Khazars, the mythical, and now disappeared (its remains have never been identified with certainty), city of Itil, built on the islands of Volga delta.

I don't know about you, but if I had been a fugitive, thousands of kilometers away from home and even without a nose, I would not have known what to say when I met Busir Glavan, the Khagan of the Khazars, in his palace built on an island in the Volga, but Justinian was not the type to be stopped: he was the legitimate Roman Emperor, son of Constantine IV who had defeated the Arabs, descendant of Heraclius the Great who had defeated the Persians. We do not know what he said or what he came to promise, but apparently he convinced Busir who promised him support to regain the throne and above all gave him his sister in marriage. A Roman Emperor who married a barbarian, a princess, but still a barbarian, had never been seen.

Just after a marriage to his bride, who quickly converted to Christianity and baptized Theodora as the wife of the first Justinian, the two move from Itil to Phanagoria, a port on the Black Sea in their hands, khazara from which they could receive news more quickly from Constantinople and plot properly.

The story, however, is a rather imaginative and perverse screenwriter and does not write straightforward and quiet plots. In Constantinople, Tiberius III was certainly not idle, knowing of Justinian's flight he had unleashed his spies, discovered the agreements made with the Khazars and reacted immediately by sending an embassy to Itil.

The proposal for the Khagan was simple: forget that hopeless suitor, I am the Emperor on the throne. Send me his properly salted head and tell me what you want in return.

The proposal must have sounded interesting to Busir and Justinian did not fail to notice that the Khazar guards who were supposed to protect him now seemed to be watching him rather.

You will have understood by now, it was certainly not such a thing to be able to discourage Justinian, flee with a few followers on a small fishing boat. He was helped by his wife who distracted the guards, but who remained in Phanagoria: she was pregnant, she certainly could not face such a journey and she was sure that no one would touch the Khan's sister

Justinian crossed the whole Black Sea, and the chronicles tell of various adventures, until he landed at the mouth of the Danube, where he found what he was looking for: a patrol of Bulgarian horsemen. Frankly, I can now picture him Justinian, with his back straight and his head held high, proudly without a nose and with all the confidence he was capable of:

"Hey you, barbarians, I'm Emperor Justinian, take me to your chief."

The chief was called Tervel, he had settled in the city of Pliska and was the Khan of the Bulgarians.

Bulgaria, I guess you all know it today, is a small state in the southern Balkans, a member of the European Union and the Bulgarians are of Orthodox religion, of Slavic language and they invented Yogurt.

The Bulgarians of the seventh century were a different thread, they were, like the Khazars, a population of Turkish nomads, but of pagan religion, who had moved westwards to cross the Danube becoming the thorn in the side of the northern frontier of the Byzantine Empire. , only in the following centuries would they have converted to Christianity and would have begun to speak the Slavic language of the populations of the countries they had conquered.

Tervel knew very well who he was dealing with, after all his father, Asparuch had defeated Constantine IV, the father of Justinian, in battle, only to be defeated in turn by Justinian himself. In short, old friends of the family, by the 7th century standard.

Even here Justinian managed to make a good impression, certainly he could not offer to marry a sister or a daughter of Tervel, he had already used the trick with the Khazars, but in Constantinople he had a daughter born from his first marriage, when he was still on the throne . He would have given her in marriage to Tervel or, if this had not been possible (after all she hadn't heard from him for years, she could have even been dead) alternatively she would have crowned him with the imperial title Caesar. A rank inferior only to his as Emperor of the Romans.

The fact that this is enough to convince the Bulgarian Khan should make us reflect how strong the prestige of the Empire was: he would have his help.

Finally, in 705, after 10 years of exile, Justinian set out for Constantinople, accompanied by Tervel and his army.

They reached Constantinople easily and without much resistance. The problems of would-be conquerors usually began right in front of its walls, the Theodosian walls.

Built almost three centuries earlier by Theodosius II, the triple walls still exist today and cover the entire land side of the ancient city, for about 7 km. They are unanimously recognized as one of the most impressive fortifications ever built, the pinnacle of Roman construction techniques and engineering.

They had never been violated by force until then and they won't be for another 750 years until Mohammed II arrives with his huge guns.

Certainly the Bulgarians of Tervel had no hope of taking the city, Justinian tried to flatter the population by asking to spontaneously open the doors, he failed, he tried to bribe some guards, he failed. Time passed and Tiberius III played along, comfortably accommodated in the imperial palace and only had to wait for the Bulgarians to finish their supplies or to be decimated by some nice epidemic.

If you have come this far you should have realized by now that Justinian was certainly not the type to surrender. He invented one of his own. With a small group of chosen warriors he managed to penetrate the walls passing the Valens aqueduct which had been cut almost a century earlier during another siege, from there he took possession of one of the doors and left the citizens a choice: they could hand him Tiberius III or he would have let in the Bulgarian army and they would have plundered the city, have fun.

Guess what the population chose?

Tiberius III tried to escape, but was captured and handed over to Justinian II who had resumed his place in the imperial palace and had immediately sent a message of thanks to Tervel, but he had been careful to let him enter the city.

Justinian immediately took on a satisfaction that he had been waiting for four years: he had Leontius go and fetch him from the monastery where he had been imprisoned and had him taken to the Hippodrome with Tiberius. He also had the latter cut off his nose in order to put him on a par and then made the two usurpers make an act of submission. At the end, since he had returned from exile and imprisonment, he eliminated the risk definitively by having the rest of his head cut off as well.

Two emperors beheaded in public on the same day, the crowd had a lot of fun.

After that there remained the problem of 15,000 Bulgarians encamped outside the walls. Promises made to Tervel had to be fulfilled.

Anastasia did not marry the Bulgarian, the chronicles do not report him, we do not know the reason, perhaps she was dead, perhaps she had entered some monastery (typical fate for women linked to a former emperor) for sure Justinian offered Tervel the second option , the coronation to Caesar. There was likely an adequate hostage exchange and the Khan entered the city with a small escort. We have to imagine what Tervel felt as he entered the city through the main gate, the "Porta Aurea;" surmounted by a golden quadriga pulled by four elephants, it traveled the "Mese" the main street of the city, surrounded by arcades and monuments, passed the forum of Arcadius, the forum of Theodosius and finally the great forum of Constantine in the center of which stood the triumphal column of that emperor, he arrived in the Augusteon square in front of the "Chalke" the gates of the Imperial Palace to be then led to the Hagia Sophia, the largest church in Christianity.

Here he was covered with imperial vestments and surrounded by the splendor of the golden mosaics of Santa Sofia, Justinian crowned him Caesar. The two sovereigns in brotherhood for eternity (that is, until the first useful opportunity to betray each other) separated and Tervel returned north, with his new crown and rich gifts.

Justinian had risen to the throne for the second time, he was 36 years old. His first act was to take revenge on all those who had betrayed him, the executioners had a lot of work, and the crowd certainly enjoyed seeing all those aristocrats and men of power dragged into the Hippodrome to be tortured and killed, the crowd always have a lot of fun when the heads of the mighty roll in the dust, but that was just the beginning. Before continuing to tell you about the second, bloody reign of Justinian, there remains a doubt to be resolved. Justinian was, as the name Rhinotmetos implies, with a cut nose, but then how could he be legitimized to reign despite his mutilation? The first, very logical hypothesis is that he simply didn't give a damn and no one was suicidal enough to raise the issue. In fact, Justinian is often represented with a fake golden nose used to cover his mutilation.

The greatest scholar about his reign, Constance Head, has instead proposed a different hypothesis, arguing that Justinian at some point in his exile underwent a primitive ante litteram plastic surgery operation and a replacement for his cut nose was reconstructed. Fascinating hypothesis at all.

Whatever the truth, the Justinian who took the throne was no longer the ambitious and possibly megalomaniac young man he had been, he had become a paranoid, vindictive, and mentally unstable man. I would like to see you go through what he went through, allow me to add.

First he sent an embassy to his brother-in-law, the Khan of the Khazars, requesting that his wife be returned to him immediately. Theodora arrived in Constantinople in 706, bringing a happy gift, the son born after her escape, Tiberius, and in the same year she was crowned Empress.

The new reign of Justinian is described by commentators as a period of unfortunate wars and tyranny, of unjustified executions and gratuitous violence, very often the chroniclers refer to the excesses of Caligula and Nero.

In short, they speak very badly of it. The chronicles of the time must always be read with some attention, they are too often politically motivated, but certainly the second reign of Justinian does not seem a happy period: he broke the pacts with the Bulgarians of Tervel by attacking them by surprise and was defeated, the raids Arabs in Anatolia were continuous, Ravenna and Cherson were sacked and destroyed for opposing the Emperor.

The only positive result was making peace with the Roman Pontiff, in 710, Pope Constantine traveled to Constantinople where he was a guest of the Emperor and celebrated mass in Santa Sofia. He was the last Pope to visit that city for more than twelve centuries, the next one was Paul VI in 1967.

Dissatisfaction among the population and among the great families was growing again, but it was, symbolically, Justinian's ruthlessness that caused its downfall.

In 711 Crimea rebelled, led by Philippicus Bardanes, a former general that Justinian had exiled. Immediately a fleet and an army were assembled to defeat him and punish the rebel province.

When he arrived in Crimea, however, the general who commanded the army noticed that Philippicus had many more troops than him and attacking him would have been suicidal, but he was aware that going back without a fight would have meant his death sentence. He then chose the third way, to try to save his life, joined Philippicus, providing him with a fleet to invade Constantinople.

The arrival of the rebel fleet found the city unguarded, as fate had it that Justinian had left the city with the rest of the army to face an Arab raid.

Constantinople opened the doors to the invader who immediately proclaimed himself Emperor, at the news Justinian immediately reversed gear to go back, but it was too late and the wind had changed.

The troops abandoned him and made prisoner he was delivered to Philippicus and beheaded. In truth, another version claims that abandoned by his troops he still challenged Philippicus to a duel in front of the walls of Sinope and was killed by them. I honestly prefer this second, romantic, version, definitely much more in character, never willing to give up. It was 711 and with him the dynasty of Heraclius ended.

His severed head was exhibited in Constantinople, and then went on a grand tour of the Empire until arriving in Rome.

His son Tiberius, who was then 6 or 7 years old, found refuge in the church of St. Maty in Blancherne, the soldiers of Philppicus, in order not to commit sacrilege, had the good grace to tear him from the altar to which he clung and drag him out to the churchyard before cut his throat.

Nothing more is known about Theodora, but being the sister of a foreign sovereign it is unlikely she was killed, much more likely she ended up in a monastery or sent back to her brother.

Thus, at the age of only 42, the story of Justinian II Rhinotmetos, the emperor with the severed nose who had reigned twice, ended.

If you want to know more about him, you can read the Chronographia of Theophanes the Confessor or the Historia Syntomos of Patriarch Nikephoros, but if, like me, you do not find it practical to read manuscripts in medieval Greek, there is "Justinian II of Byzantium" by Constance Head. About him Harry Turtledove has also written a novel "Justinian" under the pseudonym of Tartletaub. No one has ever made a film about it so far… maybe because they should rather do a series in six seasons to tell his whole life.

Two things, I forgot. Justinian's successor, Philippicus did not have much luck, reigned only a couple of years, once deposed as the precedents showed that cutting his nose was not enough, his eyes were gouged out before being locked up in the monastery. Also you may believe it or not, but Justinian Rinotmeto is also a saint for the Orthodox church: St. Justinian, July 15.

A very full life, just did not miss anything.


Article by Roberto Brocchieri












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