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Immagine del redattoreEmanuele Rizzardi

Costanza Sicanie Regina, con Sonia Morganti




Costanza Sicanie Regina è un romanzo storico di stampo classico, non è il primo che pubblico, ma è il primo autoprodotto, per scelta e sfida ai miei limiti. A dir la verità, iniziai a scriverlo con in mente due editori specifici, poi in corso d’opera mi sono divertita così tanto che ho deciso di rischiare e provare a mettere a frutto le esperienza precedenti, facendomi carico di oneri e onori. Per un romanzo storico “puro” non sempre è la strada ideale, eppure in questo caso è stata premiante.


Il titolo riprende una parte dell’iscrizione presente sul sarcofago della protagonista, a Palermo: è la descrizione di una vita con poche parole perfettamente scelte.


Sicanie Regina Fui Constantia Coniux

Augusta Hic Abito Nunc Federice Tua


Parliamo quindi di Costanza d’Aragona, prima moglie di un giovanissimo e promettente re dai ricci fiammanti: Federico II.


Tramite le storie di vita, mi piace raccontare la Storia che segna le vite. Come tutti i miei romanzi, Costanza Sicanie Regina è nato da un viaggio in luoghi che mi avevano bisbigliato all’orecchio l’esistenza di qualcosa ancora da raccontare. Ma cosa? Era lì, nascosta nelle pieghe del passato, dovevo solo trovarla. Non mi piace scrivere di quel che tanti, a volte troppi, hanno raccontato. Così annusavo l’aria dell’epoca in cerca di ispirazione e mi sono imbattuta in Costanza, bionda dama d’Aragona. Il colore dei capelli non è inventato: ne sono stati rinvenuti tra le sue spoglie, a conferma che somigliava alla madre Sancha di Castiglia, donna volitiva della quale abbiamo uno splendido ritratto.

Anche la nostra Costanza era una ragazza tosta: quando arriva a Palermo ha già due vite alle spalle e non si tira indietro davanti alla terza, improbabile occasione che le viene offerta. Anzi, la vive con pienezza. Negli anni seguenti Costanza fa, c’è, incide, agisce, lascia tracce che spesso ignoriamo. Perché viviamo in tempi di plastica e la saggistica da libreria non ricorda Costanza d’Aragona per la sua presenza concreta, ma unicamente per un dato anagrafico che poco significa quando si vive con piena intenzione: era dieci anni più grande del marito.


Costanza Sicanie Regina è un romanzo storico, quindi non è né vuole essere un saggio, ma si propone di mantenere un tono pop e colto a un tempo: fedeltà alla Storia, cornice documentale solida, rispetto dell’epoca, cura della forma e nella scelta della parola, ma anche piacevolezza narrativa e attenzione al fattore umano. Se sono riuscita nei miei propositi e ho fatto onore alle vicende e ai talenti di Costanza d’Aragona, solo il lettore può giudicarlo.


Questa è la quarta di coperta: sintetica e onesta, vi dice tutto, ma proprio tutto quel che si trova tra le pagine.


Anno 1209. Costanza è una vera Aragona: è colta, intelligente e dotata della tenacia necessaria a sopravvivere sul trono. Dopo la drammatica fine del periodo come regina d’’Ungheria, fatica a rassegnarsi a una vita quieta, ospite nel chiostro fondato dalla madre. Cosa può aspettarsi dal domani? Costanza ormai ha venticinque anni ed è già vedova.

Proprio tali caratteristiche attirano però le attenzioni del Papa, che vede in lei la consorte ideale per tenere a freno un ragazzo duro a morire, erede di due corone che, se riunite, circonderebbero i suoi territori.

Così, sotto il sole schietto e il colori intensi di Palermo, le vite del giovane Federico II – quindici anni appena e già sopravvissuto a un mare di guai – e di Costanza d’Aragona – dieci anni in più sulle spalle, la metà dei quali trascorsa regnando – si intrecciano in un bizzarro arazzo.

Perché se progettare è umano, scombinare i piani è divino.

È la storia di una coppia che diventa invincibile essendo improbabile, ma anche di un saraceno che desidera troppo, di una fanciulla che incanta, di una madre che ama e di un’altra che, morendo, ha imbevuto il proprio nome di un potere quasi magico.


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