Un fantastico articolo del nostro ospite Julia Matveyeva sui fiori rossi nei mosaici bizantini, con anche una nuova convezione per il suo ultimo libro!
"Sapete cosa significano i fiori rossi con la croce nei mosaici bizantini?
Li possiamo notare ovunque: a Sant’Apollinare Nuovo sulle tende del cosiddetto palazzo di Teodorico; a Sant’Apollinare in Classe nell’altare sopra gli archi dei vescovi; a San Vitale intorno al medaglione con l’Agnello; nei ritratti degli apostoli ; nell’arco dell’altare.
Se un simbolo veniva esposto in posti così importanti, voleva dire che gli si dava un significato enorme.
Stupisce ancora di più che questi fiori li troviamo a volte su dei piccoli piatti, il che vuol dire che avevano un legame con il cibo. Ci sono tantissimi esempi del genere: questi fiori coprono l’intero soffitto del mausoleo di Galla Placida e il soffitto sotto gli archi a San Vitale ; li possiamo vedere anche sui vestiti dei personaggi ritratti con l’imperatrice Teodora.
Di che fiori misteriosi si tratta? Perché sono così importanti per l’arte bizantina? I primi cristiani li usavano ovunque dagli affreschi nelle catacombe ai tessuti e ai mosaici imperiali. Gli studiosi hanno cercato a lungo questi fiori insoliti.
Pensavano fossero rose, simbolo fioritura, bellezza e sfarzo, ma allo stesso tempo di veloce decadimento e morte.
È molto difficile immaginarsi che un simbolo simile potesse essere importante per i cristiani nei mosaici, dove si racconta che Cristo dà la vita e la risurrezione. Inoltre, le rose non avevano un legame con il cibo. Ma si è scoperto che c’è un altro fiore, simile alla rosa. Persino nel nome contiene il suffisso “rose”.
Si tratta della malva, che in italiano si chiama “alcea rosa”, “malvarosa” o “malvone”; in tedesco “Stockrose», «Pappelrose», «Bauernrose» o «Garten-Stockrose»; in francese «Passe-rose», «Passerose» o «Rose trémière»; in polacco «Malwa różowa», «prawoślazem różowym» ecc.
La malva ha una simbologia completamente diversa.
Si è scoperto che questo fiore era noto già nell’antichità e nel periodo pre-agricolo la malva era il nutrimento più semplice e salutare, appagava la fame e la sete, teneva in salute e si usava in medicina. La malva era anche un fiore sacro con il quale nutrivano i defunti per dare loro vita. Ne abbiamo testimonianza in Esiodo, Pitagora, Platone e Aristotele.
Anche Orazio disse: “Mio cibo sono la cicoria, la malva e il miele selvatico”.
Perciò i cristiani usano questo fiore per parlare della comunione con il corpo di Cristo. Questo fiore lo troviamo anche nelle prosfore.
I cristiani cominciano a mettere una croce sopra o accanto al fiore per dire che questo cibo è il pane e il corpo di Cristo. Inserendo la croce i cristiani volevano dimostrare che non si trattava più dell’antica malva, ma della nuova malva, che è il prototipo del pane, cioè del vero corpo di Cristo che veramente può dare la vita dopo la morte. In alcune lingue la malva è legata direttamente al pane e alle prosfore: per esempio, in arabo il nome della malva è «hubeza» che ha la radice in comune con «hubz», pane; in russo e in ucraino uno dei nomi della malva la lega non solo al pane, bensì al pane eucaristico, perché si chiama “prosfornik”!
Che significato hanno questi fiori nelle diverse parti della chiesa e nei vestiti dei personaggi? Potrai trovare una risposta a tutte queste (e molte altre) domande nel libro di Matveyeva Julia sui mosaici di Ravenna "Decorative Fabrics in the Mosaics of Ravenna"
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