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L'apogeo di Costantinopoli, con Andrea Flocco

Oggi ospitiamo il nostro socio Andrea Flocco, che ci parlerà della sua tesi di laurea, incentrata sull'epoca d'oro di Bisanzio e sulla dinastia Macedone.


1. Parlaci di te, di che cosa ti occupi e della tua formazione.

Innanzi tutto tengo a ringraziare tutti i soci dell’Associazione Byzantion, ed in particolar modo Emanuele, per avermi accolto. Io sono sempre stato appassionato di storia, nello specifico di storia medievale e ancor di più di quella bizantina. Già dall’età di tredici anni ho cominciato ad affacciarmi all’interno dell’universo bizantino, in maniera a volte anche maniacale, finché poi, iniziato, dopo un anno di indecisione, il corso di laurea in Filosofia e Storia (indirizzo storico) all’Università della Calabria, ne ho fatto la mia ragion d’essere. La mia formazione parte dunque da molto lontano. Ben prima dell’inizio della carriera universitaria ho approcciato testi base (ma necessari) quali la “Storia dell’Impero Bizantino” di Georg Ostrgorsky e “Storia di Bisanzio” di Warren Treadgold, ma anche scritti meno convenzionali come “Lo scudo di Cristo, le guerre dell’Impero Romano d’Oriente” di Gastone Breccia e il resoconto diretto di Michele Psello, la “Cronografia”.

2. Perché il tuo interesse per Bisanzio?

Generalmente sono sempre stato attratto da ciò che viene comunemente considerato marginale e bistrattato. Ho sete di conoscere ciò che non è sufficientemente approfondito, di cui ci si occupa poco.

3. Spiegaci secondo te che cosa è Bisanzio

Bisanzio, a dispetto dell’uso comune e dispregiativo a cui è destinato l’aggettivo “bizantino”, rappresenta tantissime cose insieme. Ma, sintetizzando ed estraendo il succo, il mondo bizantino è l’espressione pura della continuità. La continuità con Roma, con tutto ciò che essa aveva rappresentato nell’antichità e nella tarda antichità, pur con le innumerevoli differenze.

4. Parlaci della tua tesi e di come viene articolata

Il mio lavoro di tesi è incentrato sull’analisi dell’apogeo della potenza bizantina, la cosiddetta “età d’oro”, a cavallo del primo millennio, e della sua repentina fine. Ho deciso di strutturare la trattazione in tre capitoli, partendo da una doverosa spiegazione del contesto storico, con un focus su ciò che riguardò più direttamente Bisanzio, delle strutture politiche, economiche e societarie e dell’organizzazione militare dell’impero. Poi mi sono addentrato negli eventi che hanno portato Bisanzio al suo acme, dalla fine della controversia iconoclasta e l’ascesa dei Macedoni (giusto qualche rapido cenno), fino alle vittoriose campagne militari di Niceforo Foca, Giovanni Zimisce e Basilio II. Infine ho dedicato l’ultimo capitolo all’analisi della cause interne ed esterne della decadenza fino alla descrizione della disfatta di Manzikert, con cui si chiude la tesi.

5. L’eredità dei Macedoni, secondo te come sarebbe potuta andare diversamente?

Questa domanda mi piace particolarmente perché permette di dare voce alle mie innumerevoli fantasticherie su possibili andamenti alternativi nel corso della storia di Bisanzio, che per ovvie ragioni ho deciso di evitare nella mia trattazione. Una delle possibilità potrebbe essere rappresentata dall’assicurazione di una discendenza da parte di Basilio II. Ma forse quella storicamente più probabile è la vittoria di Giorgio Maniace nella rivolta contro Costantino IX. Mi piace pensare che se fosse diventato imperatore ne avremmo viste delle belle! Con la possibile restaurazione del regime militarista di Basilio II e la ripresa dell’espansione verso occidente (la Sicilia).

6. Credi alla possibilità di un impero dalla Germania alla Siria sotto Ottone III?

Tornando con i piedi per terra, la risposta è no. Non credo possibile l’esistenza di un’entità statale unificata dall’Occidente all’Oriente per via delle differenze strutturali delle due società. In Occidente era radicato il sistema feudale, frutto dei rapporti di tipo convenzionale nati nel relativo vuoto di potere all’interno dei regni romano-barbarici, mentre l’Oriente non aveva mai conosciuto una simile frammentazione politica, economica ed amministrativa. Mi risulta molto difficile pensare che il feudalesimo occidentale si possa fondere al centralismo statale orientale. Senza citare le differenze culturali, linguistiche e religiose.

7. Pensi che il patrimonio bizantino italiano sia sufficientemente valorizzato?

No, risposta secca. A parte gli scherzi, in Italia esiste un patrimonio relativo a Bisanzio talmente grande che non sarebbe mai valorizzato abbastanza. E non parlo solo delle basiliche e dei mosaici ovviamente. Mi riferisco alle opere difensive come le fortificazioni ed alle testimonianze della vita quotidiana. Proprio vicino casa mia c’è un antico silo, fra le rovine di un kastron collinare di cui probabilmente siamo a conoscenza solo io e le persone che vi risiedevano all’epoca, purtroppo scomparse da mille anni! Per non parlare della scarsa conoscenza della storia bizantina globale e locale…

8. Romano Diogene e i suoi errori, quali e perché?

Premetto di essere un ammiratore della figura di Romano Diogene, per via del suo coraggio e del sincero desiderio di porre fine all’imperversare dei problemi esterni che ammorbavano Bisanzio da decenni. Michele Psello, che in generale non è molto obiettivo nei giudizi, ci ha trasmesso l’immagine di un superbo che sovrastimava le proprie capacità e i propri mezzi. Molto probabilmente, comunque, Romano commise degli errori di valutazione nel momento in cui frammentò l’esercito, ma forse l’errore più grande è stato quello di riporre troppa fiducia nei suoi sottoposti. In effetti, fidarsi di un Ducas al comando della retroguardia non fu una mossa azzeccata. Il perché commise questo errore resta un mistero. Invece, la divisione delle forze rientrava nella sua idea di assicurarsi il controllo capillare del territorio tramite l’occupazione delle posizioni chiave, che poteva anche rivelarsi una mossa efficace, se Andronico Ducas non avesse tradito. Non lo sapremo mai.

9. Pensi che la fine dell’epoca d’oro sia stata influenzata dalla sovrappopolazione?

Tra le innumerevoli cause e concause del declino di Bisanzio dopo il suo exploit c’è sicuramente anche questa. In particolare fu il ristagno a causare la decadenza, un ristagno che sarebbe stato possibile in quel momento evitare tramite la prosecuzione dell’atteggiamento aggressivo. L’espansione territoriale avrebbe portato nuove acquisizioni, nuove risorse, nuove terre da poter includere nella strateia. Ma anche la sola prospettiva della guerra, senza effettive nuove acquisizioni, avrebbe impedito l’ammorbidirsi degli eserciti e lo smantellamento degli stessi messo in atto dal ceto dirigente degli anni post-1025. Sono del parere, anche scomodo a volte, che tempi di guerra formino uomini temprati e duri, tempi di pace, per quanto favoriscano lo sviluppo culturale, infiacchiscano il popolo, l’esercito e i governanti. Soprattutto in epoche irrequiete come quelle pre-moderne.

10. Perché i Macedoni sono durati così a lungo, nonostante le avversità, secondo te?

La ragione principale è dovuta al sentimento legittimista della popolazione di Costantinopoli. Con i Macedoni, in particolar modo dopo i primi due regni, di Basilio I e Leone VI, la popolazione acquisì un sentimento legittimista mai avuto prima che impedì a qualunque usurpatore di prendere il potere assoluto da solo in via definitiva e quando i figli di Romano Lecapeno, dopo aver destituito il padre, ci provarono, fallirono miseramente dovendo lasciare Costantino VII da solo sul trono. I Macedoni durarono finché, con la morte di Teodora nel 1056, non si estinsero in modo naturale.

11. Progetti per il futuro?

Approfondire molti aspetti ancora oscuri di Bisanzio, quale la natura dell’aristocrazia terriera dell’Asia Minore e la derivazione del suo potere, visto e considerato che a Bisanzio non si conobbero forme assimilabili alla feudalizzazione prima della conquista latina. Oppure, reperire informazioni sull’araldica al tempo dei Macedoni. Poi, un altro progetto, che esula dalla storia bizantina e che corrisponde ad un altro campo che ha sempre suscitato il mio interesse, è approfondire lo studio dei popoli della steppa euroasiatica durante l’età medievale, dagli Ungari ai Mongoli, dai Cumani ai Tartari, dai Peceneghi ai Turchi.

Ringrazio tutti per l’accoglienza e per l’interesse dimostratomi, a presto! La bozza della tesi completa è disponibile nella nostra pagina "Il mondo bizantino".

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